sabato 30 maggio 2009

Elena Càsoli & Camerata Bern plays Mark O'Connor 7 giugno Dresda


7 giugno Dresda
Palais im Grossen Garten


Elena Càsoli & Camerata Bern plays

The American Seasons by Mark O'Connor

Omaggio alla soprano senese Marietta Piccolomini Siena 19 giugno

Venerdì 19 giugno - ore 15,30
Archivio di Stato, Palazzo Piccolomini
Via Banchi di Sotto 52 - Siena
Festa Europea della Musica
Omaggio alla soprano senese Marietta Piccolomini (1834-1899)
Interventi di Maria Raffaella de Gramatica e Angela Cingottini

Seguirà

Concerto lirico dell'Unione Corale Senese

Direttore Francesca Lazzeroni
Al pianoforte Elina Yanchenko
Saranno eseguite musiche di Bellini, Donizetti, Verdi e Mascagni.

Rhys Chatham's Les 100 Guitares



venerdì 29 maggio 2009

Recensione di Santorsola:Guitar Music di Maria Isabella Siewers, BIS 2003

Santorsola:Guitar Music di Maria Isabella Siewers

Scrive il Maestro Gilardino nel libretto che accompagna il bel cd di Antonio Rugolo “Santorsola” edito per la Stradivarius (vedi recensione) “ci risulta che, prima di questo cd, soltanto un’altra incisione monografica sia stata dedicata alla sua musica (Maria Isabella Siewers)”. Cosa di meglio quindi che completare la propria discoteca aggiungendo anche questo cd prodotto dalla BIS nel 2003.
Rispetto al cd di Antonio Rugolo ci sono alcune cose in più e alcune in meno. Sono presenti sia il Choro nro1, il Valsa-Choro e due brani dei Cuatro piezas latino-americanas. Mancano il Concerto a cinque, la Sonata nro 2 “Hispanica”, mentre sono presenti Three Airs of Court, due parti dalla Sonata nro 4 (Italinana), il Preludio nro 2 dai Cinco preludios, la Suite Antiga e il Concertino qui arrangiato per due chitarre dalla stessa interprete e suonato con Daniela Canale.
Rassereno quindi il lettore: l’acquisto dei due cd non comporta la creazione di due “doppioni”, non solo il repertorio è leggermente diverso ma comunque l’interpretazione di Maria Isabella Siewers è diversa, sensibilmente più romantica di quella di Antonio Rugolo. Attenzione, non sto dicendo né che sia preferibile né migliore, solo diversa e che mi piace ascoltare entrambe le versioni cercando di capire e gustare il diverso stile. Infatti il cd è davvero gradevole e si ascolta con molto piacere, la registrazione è buona e accompagnata da un bel libretto di 24 pagine purtroppo senza la traduzione in italiano.

Santorsola:Guitar Music di Maria Isabella Siewers

Nel complesso è un buon cd e la Signora Siewers una eccellente chitarrista, se poi si considera la penuria di opere monografiche dedicate a Santorsola … l’acquisto si rende necessario per chi ha un interesse verso il repertorio contemporaneo.

Empedocle70

giovedì 28 maggio 2009

Gyorgy Kurtag's Jatekok









György Kurtág Leone d’oro alla carriera

È il compositore ungherese György Kurtág, uno degli autori più originali del panorama musicale internazionale, il Leone d’oro alla carriera del 53. Festival di Musica Contemporanea (25 settembre > 3 ottobre 2009). Il riconoscimento a György Kurtág è stato proposto dal Direttore del Festival, Luca Francesconi, e accolto dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta. La cerimonia di consegna del Leone d’oro alla carriera avverrà domenica 27 settembre presso il Teatro alle Tese dell’Arsenale di Venezia alle ore 20.00, nel corso del 53. Festival di Musica. Lo scorso anno il riconoscimento era stato attribuito a Helmut Lachenmann; precedentemente a Giacomo Manzoni (2007) e Friedrich Cerha (2006). “Kurtág è colui che ha saputo mettere il mondo in un suono”, recita la motivazione del direttore Luca Francesconi, che specifica: “L'antinomia poetica di Kurtág riassume bene il carattere struggente della sensibilità ungherese, la profonda malinconia di un essere sempre ‘altrove’, eppure così radicati nel gesto espressivo. Sempre in bilico, sospesi fra oriente e occidente, fra rigore e scintilla irrazionale. L'utopia di Kurtág è esprimere tutto il mondo in un solo gesto. Ma quel gesto, quel suono è un concentrato di poesia, di saggezza, di dolore e di tenerezza. Questo sogno di totalità è continuamente spezzato con cambi di umore e di temperie, di colore e scrittura. Il tutto in poche battute, spesso in pochi secondi. Un'espressività densa e leggera a un tempo, che chiede attenzione, silenzio, sensibilità: attitudini rarissime, oggi. Come Bartók, e più tardi Ligeti, anche Kurtág esplora con grande libertà il pensiero e il colore delle avanguardie del '900, cercando una via profondamente indipendente dalle maggiori correnti linguistiche del suo tempo e inaugurando un rapporto con il mondo che è visionario e rigoroso, libero e critico”.



Fonte: http://www.labiennale.org/ - 15.05.09

mercoledì 27 maggio 2009

Antonio Rugolo e Quartetto Paul Klee 31 maggio Jesi

File Under Culture&Art 1.0.5



"Non si può conoscere con l'esperienza una grande città: la sua vita è troppo complessa perché un qualsiasi individuo possa parteciparvi." Aldous Leonard Huxley (1894-1963)

Nel XX secolo il campo degli oggetti culturali è diventato allo stesso tempo più ampio (vi sono state ammesse più cose della nostra e di altre culture) e più denso (sono state realizzate e pubblicizzate più iniziative e più attività sono diventate luogo di sperimentazione stilistica).
La Storia dell'Arte tradizionale risolveva la faccenda ampliando lo spessore della linea che cerca­va di tracciare per includervi più fenomeni, così che era possibile parlare di musica moderna facendo riferimento a Duke Ellington e Frank Zappa oltre che a Stravinsky e Luciano Berio. Ma la premessa di fondo non era cambiata: c'era ancora l'idea che una linea esistesse (obiettivamente), che potesse essere trovata, definita e che avesse una direzione... che andasse da qualche parte, che la sua evoluzione fosse un'unica narrazione….
Al giorno d’oggi quest'idea mi sembra seriamente in discussione, in quanto contrapposta a un ampio e denso ambiente pieno di oggetti culturali connessi in maniera fittissima: linee e gangli nervosi che vanno in tutte le direzioni a seconda di chi sei, dove sei e di cosa stai cercando, vere cellule rizomatiche a spasso in un corpo senza organi.
Ecco l'idea chiave: se abbandoniamo l'idea che la cultura abbia un unico centro e immaginiamo che invece ci sia una rete di nodi attivi che possono o meno essere toccati ­in un preciso viaggio per quel campo, abbandoniamo anche l'idea che quei nodi abbiano un valore assoluto. Il loro valore cambia a seconda della storia di cui fanno par­e della loro importanza, un po’ come avviene con le monete correnti, i cui valori sono oggi fluttuanti e decisi momento per momento dal mercato, senza il riferimento aureo che una volta ci veniva fornito dalla Storia dell'Arte. Pensate ai moderni musicisti campionatori, come i DJ., il cui lavoro è essenzialmente la "cura" della propria collezione di dischi o di pattern sonori: creano nuova musica estraendola dalla combinazione di musiche esistenti. Pensate a Internet, al rete per eccellenza dove i messaggi si compongono-scompongono fisicamente attraverso i vari nodi per arrivare più velocemente al destinatario
Torniamo all’immagine urbanistica iniziale: vedo un gran disordine, un'estensio­ne urbana di oggetti culturali uniti dai viaggi che facciamo dall'uno all’a­ltro, che sono poi le storie che raccontiamo per connetterli fra loro, che a loro volta diventano nuovi meta-oggetti, musiche, ulteriori nodi nel campo denso.
Confesso di amare questa matrice spezzata, questa sensazione che tutto possa accadere, che possa realizzarsi qualsiasi collegamento, che tutto possa diventare all'improvviso importante e pieno di emozioni e signifi­cati. Una visione quasi animistica, forse anche a Empedocle (quello vero) sarebbe piaciuta.

Empedocle70

martedì 26 maggio 2009

"Starting point! MERCOLEDI’ 27 MAGGIO DALLE ORE 18.00 al MCZ


"Starting point!

L'Associazione Mirada di Ravenna presenta R.A.M., il concorso giovani artisti del Comune e della Provincia di Ravenna per la rete nazionale GAI giovani artisti italiani, e il progetto a tema degli artisti vincitori.
INTERVENGONO:Viola Giacometti, curatrice; gli artisti vincitori

L'Accademia di Belle Arti di Ravenna presenta gli artisti vincitori di “Starting point!”, e i lavori in mostra
INTERVENGONO:Claudio Musso, Sabina Ghinassi, curatori; gli artisti vincitori

per info vai al blog mcz:
http://museocarlozauli.blogspot.com/2009/05/starting-point.html"

File Under Culture&Art 1.0.4




"L'arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi." Ennio Flaiano (1910-1972), scrittore italiano.

Qualche tempo fa riflettevo con un amico architetto sul concetto di hinterland e di come ormai la vita delle città si sia spostata dal tradizionale centro ai margini, cioè invece di un centro da cui tutto fluisce e a cui tut­to è collegato, ci sono oggi città forma­te da stringhe di centri nuovi e vivaci, disposti intorno al vecchio centro, or­ mai disabitato. Certo, questo è più evidente in America che in Europa: in America affari e commercio si sviluppano al­ l'esterno delle città e creano importanti collegamenti fra punti diversi della periferia, che spesso non passano nemmeno dal centro, ma anche da noi a causa dell’enorme sviluppo edilizio di questi ultimi anni si sta sempre più osservando un concetto di città diffusa, una specie di “sprawl” tipico dei romanzi di William Gibson.
A volte penso che sia successo lo stesso in ambito culturale: ho la sensazione che il tradi­zionale "centro" della cultura delle Belle Arti (musica "seria", dramma e pittura) non sia più l'unico luogo attivo ma che attorno a esso siano cresciute intere nuove culture (suburbane, volgari, veloci) che ora fanno riferimento l'una all'altra invece che al centro. Insomma i municipi e gli uffici gover­nativi della vecchia cultura rimangono dove non abita più nessuno, mentre i centri di interesse si spostano altrove. Quali gli effetti semantici?
La storia della storia dell'arte in realtà è il racconto di come varie persone cercano di far emergere una possibile storia (della cultura) sopra tutte le altre. In forma diagrammatica, immaginate di rappresentare la nostra cultura" come un intero campo di "eventi culturali": un campo che comprenda i Led Zeppelin, Madonna, Mike Bongiorno, Leonardo da Vinci, Hokusay e Lee Perry, oltre a Segovia, Armani e Renzo Piano e altro ancora.
In questo ambito ho sempre pensato che il classico lavoro dello storico dell'arte consista nel tracciare un'unica forte e chiara linea di connessione in quel campo, vista come il centro di potere della "nostra cultura". Ciascun storico definirà una “sua” linea, frutto della sua visione del mondo, un altro storico dell'arte potrà fare una diversa serie di scelte o mettere accenti diversi e difenderà la validità della propria linea. Una volta definita questa linea di continuità il "valore" delle diverse “proposte artistiche” poteva essere comodamente stabilito in base alla loro prossimità a quella linea, come cantava Battiato (citando Gurdjieff) era la ricerca di un “centro di gravità permanente”, un oracolo a cui continuamente rivolgere l’eterna domanda: "Ma è arte?".

lunedì 25 maggio 2009

Siae: diritti d'autore in controtendenza, crescono del 7,6% nel 2008

Fonti della Siae precisano che "e' stato possibile ottenere questo risultato grazie a un'attivita' di raccolta dei diritti d'autore particolarmente incisiva, sopratutto nel settore dell'emittenza, su impulso degli attuali vertici aziendali". In questo quadro spicca il perfezionamento di un accordo con la Rai a conclusione di oltre 5 anni di trattative: l'accordo, valido fino a fine 2008, ha revisionato ed aggiornato alcuni meccanismi previsti dagli accordi precedenti circa l'utilizzo - da parte della concessionaria pubblica - dei repertori tutelati dalla Siae (musicale, lirico, drammatico letterario e figurativo). L'accordo ha regolato anche alcune modalita' di corresponsione agli autori di opere cinematografiche e assimilate dell'equo compenso previsto dalla legge per la diffusione televisiva delle opere stesse. Il valore globale dell'intesa, considerati anche l'applicazione dei criteri revisionati sull'anno 2008, e' stato di oltre 86 milioni. La Siae ha voluto assicurare ai suoi 90 mila associati una sempre piu' incisiva tutela dei loro diritti, in tutti i settori: oltre a una revisione organica delle tariffe per le varie utilizzazioni, la societa' degli autori ed editori ha ridotto le provvigioni e cioe' i costi dei servizi resi ai suoi associati. In questo modo - e mantenendo sempre alto il livello delle verifiche di utilizzazione delle opere su tutto il territorio nazionale - e' stato possibile ripartire piu' diritti d'autore.



Fonte: (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 19 maggio 2009

MusicATTIVA NOVECENTO! a Jesi




























- sabato 30 maggio conferenza di Gianni Nuti,
- domenica 31 maggio concerto di Antonio Rugolo e Paul Klee Quartet

da venerdì a martedi masterclass Nuti, Pizzutel, Rugolo e corso di postura e rilassamento con Pietro Antinori antinori

La Siae apre verso il web

Prima cauta ma interessante apertura della Siae all'utilizzazione eventualmente anche gratuita delle opere da parte del popolo della rete attraverso Internet. Finora l'autore che ha affidato le proprie opere alla gestione della Siae non può liberarle, essendo sempre la Siae a dare l'autorizzazione a terzi per il loro utilizzo, facendo da intermediario. Ora, invece, con la nuova regolamentazione annunciata un autore potrà mettere su Internet una propria composizione anche a titolo gratuito facendo una semplice dichiarazione alla Società che in questo caso dà piena libertà all'autore senza pretendere nessun indennizzo per il proprio servizio di gestione. In pratica l'autore potrà chiedere alla Siae di escludere dalla sua tutela i diritti relativi all'uso di queste opere sulle reti telematiche e di telefonia mobile o di altre forme analoghe di fruizione.

Nel dettaglio questa novità è regolata dall'articolo 11 del nuovo regolamento SIAE. Questa liberalizzazione che vale sia che l'autore decida di metterle sul web gratuitamente sia che le faccia pagare era da lungo attesa dagli utenti internet e dagli stessi produttori di materiale musicale e non e sancisce un primo, a mio avviso, interessante e utile avvicinamento della Siae alle nuove situazioni generate da siti come Youtube. Per dare avvio a questa novità la Siae ha istituito un pubblico registro delle opere musicali che potranno essere gratuitamente utilizzate su Internet con l'indicazione dei rispettivi autori.



Fonti: IlSole24Ore , Punto Informatico

domenica 24 maggio 2009

Logos ensemble: Concerto a Zaragoza giovedì 4 giugno


Audiconciertos
Auditorio Eduardo del Pueyo
Zaragoza, Spagna
giovedì 4 giugno 2009 20.30 - 23.30

Logos Ensemble

Programma:
Mauro Bortolotti: “Foglie”
Daniel Zimbaldo: “Cartas desde el Real Hospital de Lunaticos”
Jesús Rueda: “L'infinito”
Luca Lombardi: “Come d’autunno”
Roberto Gerhard: “Libra”

Tonino Battista, direttore
Catharina Kroeger, soprano
Gianfranco Cellacchi - flauto
Antonio Fraioli - clarinetto
Stefania Cimino - violino
Donato Cedrone - violoncello
Eugenio Becherucci - chitarra
Cristiano Becherucci - pianoforte
Flavio Tanzi -percussioni

Video: Baden Powell






sabato 23 maggio 2009

ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI ISTITUTO MUSICALE PAREGGIATO DELLA VALLE D’AOSTA

ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI
ISTITUTO MUSICALE PAREGGIATO DELLA VALLE D’AOSTA
Alta Formazione Artistica e Musicale
Diploma accademico di II livello in Chitarra
Artist Diploma in Chitarra e chitarra barocca

CHITARRA E CHITARRA BAROCCA: Prassi esecutiva, storia e letteratura, musica da camera
Massimo Lonardi Istituto Musicale Pareggiato di Pavia
Matteo Mela Conservatoire Populaire de Musique de Genève
Lorenzo Micheli IMP Valle d’Aosta
Marco Riboni Musicologo – Amadeus & il Fronimo
Frédéric Zigante Conservatorio di Torino
Andrew Zohn Columbus State University

Sono aperte, per l’anno accademico 2009-2010, le iscrizioni al Biennio Sperimentale per il conseguimento del Diploma di Laurea di Secondo livello (aut. min. 8 febbraio 2006) di Chitarra, e al Corso speciale di studi superiori (Artist Diploma) in Chitarra e Chitarra Barocca.
I corsi sperimentali, a indirizzo interpretativo, si avvalgono della collaborazione di didatti e concertisti di livello internazionale, e si propongono come approfondimento degli studi musicali già compiuti dagli allievi, al fine di formare strumentisti con un’adeguata preparazione professionale nel repertorio solistico e cameristico.

I corsi
I corsi saranno organizzati in stages mensili della durata di due/tre giorni consecutivi tenuti da docenti ospiti di fama internazionale e da docenti interni dell’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d’Aosta. Agli stage si affiancheranno, per alcuni degli insegnamenti, lezioni con cadenza settimanale. Il calendario definitivo sarà concordato in seguito all’esame di ammissione.

L’attività artistica
L’attività concertistica è uno degli elementi centrali del corso. A conferma della vocazione dell’IMP Valle d’Aosta quale centro di produzione artistica, gli studenti – come parte integrante del loro curriculum di studi – avranno la possibilità di esibirsi in concerti ed eventi musicali, e saranno coinvolti in produzioni a cui parteciperanno anche i docenti ospiti. Per i migliori allievi sono previste collaborazioni con Sinfonica (Orchestra Sinfonica della Valle d’Aosta).

Le sedi
Il corso avrà luogo presso le sedi di Aosta e Donnas dell’Istituto Musicale Pareggiato. Alcuni degli stage si svolgeranno in luoghi di interesse storico e artistico della Regione Valle d’Aosta.

I requisiti per l’ammissione
Possono presentare domanda di ammissione ai corsi di Diploma accademico di secondo livello gli studenti:- in possesso di un diploma di Conservatorio e del diploma di scuola secondaria superiore- in possesso di un diploma accademico di I livello conseguito presso i Conservatori e gli IMP
Possono presentare domanda di ammissione al Corso speciale di studi superiori (Artist Diploma) gli studenti di tutti i paesi del mondo in possesso di diploma o laurea in strumento (o di titolo equivalente nel paese di provenienza: il riconoscimento del titolo sarà effettuato da una commissione interna all’Istituto Musicale Pareggiato).
N. B.: Agli studenti ammessi ai corsi possono essere attribuiti specifici obblighi formativi aggiuntivi da soddisfare nel primo anno di studi. L’Istituto ha la facoltà di attivare corsi propedeutici all’ammissione.

Le domande
Le domande di iscrizione, corredate da un breve curriculum, dovranno pervenire alla Segreteria dell’Istituto Musicale Pareggiato, via S. Giocondo, 8 – 11100 AOSTA, a mezzo raccomandata, fax o e-mail, entro e non oltre le ore 12.00 del 15 ottobre 2009.

Esami di ammissione
Gli esami di ammissione si svolgeranno presso l’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d’Aosta in data da definire. I candidati presenteranno un programma a scelta della durata massima di 30 minuti.

N. B.: è previsto il riconoscimento dell’attività curriculare già svolta dal candidato mediante l’attribuzione di crediti formativi.

La tassa di frequenza
La tassa di frequenza annuale al Biennio Sperimentale di II livello e all’Artist Diploma è di 825 euro.

Le borse di studio
Agli studenti che in sede di esame di ammissione otterranno un punteggio di almeno 27/30 sarà assegnata una borsa di studio di € 500. Agli studenti che avranno conseguito al termine della prima annualità il 90% dei crediti previsti, con votazione media di almeno 27/30, sarà assegnata una borsa di studio di € 500. Per gli studenti iscritti al Biennio e all’Artist Diploma sono possibili anche altri tipi di contributi e agevolazioni allo studio.

Informazioni
Istituto Musicale Pareggiato della Valle d’Aosta
Via San Giocondo 8
11100 Aosta (Italy)
tel: +39 0165 43995
fax: +39 0165 236901
e-mail: segreteria@imaosta.com
sito internet: www.imaosta.com


N. B.: per tutto quanto non espressamente specificato nel presente bando, si fa riferimento al Regolamento del Biennio Sperimentale AFAM II livello in Discipline Musicali pubblicato sul Sito dell’Istituto Musicale Pareggiato.

venerdì 22 maggio 2009

Recensione di To Sail, To Sail di Fred Frith, Tzadik 2008



Domande da superquiz (quelli veri) di Mike Bongiorno:

- Chi era il chitarrista degli Henry Cow?
- Chi era il bassista dei Naked City?
- Chi era il chitarrista dei Massacre, Material e Skeleton Crew?
- Chi è il chitarrista che ha composto per L’Ensemble Modern?
- Insomma chi può vantare collaborazioni con tutti, ma proprio tutti? Da John Zorn, a Brian Eno, a Chris Cutler, a Antony Braxton, A Derek Bailey.. attraversando con il passo tranquillo del gentiluomo britannico (“Gentlemen alway walk, never run”) oltre 30 anni di musiche uscendone con una reputazione solida, impeccabile e semplicemente indiscutibile?
Signore e signori: il Professor Fred Frith! Con il Blog lo avevamo già incontrato con il suo concerto a Venezia dell’anno scorso e soprattutto nell’intervista a Paolo Angeli dove era stato citato questo disco, dato che uno dei brani, “Hopscotch Horizon”, è stato dedicato proprio al chitarrista sardo. Nulla di male quindi se torniamo a parlarne con questo disco eccellente, il primo interamente eseguito suonando una chitarra acustica. In questo disco Frith strizza letteralmente sé stesso e la sua chitarra realizzando un lavoro prodigioso e maturo, attingendo a quel vasto mare di esperienze accumulate nel corso della sua lunga carriera e facendo convivere influenze diverse come classica, contemporanea, blues, folk, gypsy ed improvvisazione libera, creando un affascinante nuovo mondo di suoni e sentimenti, al culmine di una forma impeccabile e essenziale. Se volete provare ad uscire dai soliti percorsi e tentare qualche nuova strada, questo è il disco che fa per voi.
Con To Sail, To Sail il Professor Frith salpa verso il mare aperto, libero da inutili zavorre, lui, la rotta e le carte nautiche, le decide da se!

Empedocle70

giovedì 21 maggio 2009

16^ Convention Internazionale A.D.G.P.A.Conegliano Veneto 3, 4, 5 luglio 2008


la quarta edizione
dell'A.D.G.P.A. GUITAR INTERNATIONAL RENDEZ-VOUS,
la 16^ Convention Internazionale A.D.G.P.A.,
si svolgerà a Conegliano Veneto
presso l'ex Convento di San Francesco
nei giorni 3, 4, 5 luglio 2008.

Sponsor tecnico ufficiale della manifestazione sarà la MOGAR MUSIC con il marchio IBANEZ, che metterà a disposizione 2 splendidi strumenti. Altri 2 verranno forniti dalla SCHERTLER
Ben 4 saranno quindi le chitarre che verranno regalate ai più fortunati tra i partecipanti alla manifestazione.

GLI ARTISTI(in ordine alfabetico)
Florindo Baldissera (Classica)
Marcello Capra (Chitarra a plettro)
Paolo Cattaneo (Jazz)
I Chitarrissimi (classica)
Giorgio Cordini (pop / fingerstyle)
Gigi Cifarelli (Jazz/Blues)
Boris Dujmovic (Picking / Fingerstyle)
Alberto Grollo (Fingerstyle)
Deborah Kooperman (Pop / Fingerstyle)
LOWLANDS (Rock / Country)
Vittorino Nalato (Classica)
Giovanni Palombo (Fingerstyle)
Luca Pedroni (Fingerstyle / Fusion)
Giovanni Pelosi (Fingerstyle)
Francois Sciortino (Picking / Fingerstyle)
Alex Stornello (Jazz / Fusion)
TF Jass (Jazz / Fingerstyle)
Riccardo Zappa (Fingerstyle 12 cordes)

Nell'ambito della manifestazione si terrà il tradizionale Salone della Liuteria mentre l' Helvetic Music Institute presenterà l' Atelier della canzoneTM, una Scuola di alta formazione per autori di canzone e il Modern Music Institute terrà uno stage estivo di specializzazione con attestato finale.L'Associazione Istituto Musicale A. Benvenuti verrà rappresentata a livello artistico da due grandi chitarristi classici: Florindo Baldissera e Vittorino NalatoAnche quest'anno, nell' ambito della manifestazione, verranno assegnati un Premio al "Miglior chitarrista emergente" ed uno al "Liutaio dell'anno"
Tutte le informazioni sulla Convention, gli artisti, i Premi A.D.G.P.A. ed il Salone della Liuteria si possono trovare sul sito ufficiale dell'A.D.G.P.A.: http://www.adgpa.it/

"RAI Radio 3 I Music you"




Segnaliamo con molto piacere la trasmissione su RAI Radio 3 I Music you del concerto con Stefania, Arturo e Bruno Maria Tallini, venerdì 22 maggio alle ore 22.00. Direi .. da non perdere!

Empedocle70

mercoledì 20 maggio 2009

Fenomelogia dell’iPod: economia, marketing, design, consumo, feticismo parte terza di Empedocle70

Insomma l'industria ha dimostrato di sapersi muovere con grande spregiu­dicatezza su un terreno nel quale, fino a poco tempo fa, era considerata incapace a confrontarsi. Un primo passo l'ha mosso, e molto bene. Ci potete scommettere che altri progetti sono allo studio (si parla anche di "riconoscimento del formato": con il lettore capace quindi di capi­re se il vostro mp3 non è originale in modo da impe­dirne la riproduzione). Intanto la Universal ha annunciato che, nei prossimi quattro anni, digitalizzerà 10000 album per il mercato del down­load. La Sony si rilancia come net label. La Emi parla esplicitamente di «fine del supporto fisico". E siamo solo all’inizio pensate cosa può succedere con il nuovo oggetto che titilla da mesi le menti fertili e ricettive degli adoratori techno feticisti? Sto parlando dell’iPhone ovviamente, non lo chiami neanche più lettore mp3 am solo telefonino e in un paese come l’Italia che ha più numeri di cellulare che abitanti….
A uscirne da questo scenario non è lo snatura­mento della musica in quanto artefatto artistico: ma piuttosto la sublimazione della stessa, nel suo ruolo chiave di merce, di straordinario veicolo onnicom­prensivo per l'immaginario di massa. Sublimazione che si accompagna a una metamorfosi a tutto campo, una sorta di mutazione antropologica gene­ralizzata, che fa della musica, per chi non se ne fosse accorto, uno dei flussi fondanti su cui si sta costruendo l'immaginario della società in rete.
E .. sapete una cosa? C’è chi questo lo aveva previsto. … ricordate? Sono un fan di Frank Zappa e sapete cosa ho trovato nella sua autobiografia (Frank Zappa Peter Occhiogrosso Frank Zappa L’Autobiografia Arcana 1989) a pagine 281-282-283?
Leggete:

PROPOSTA PER UN SISTEMA CHE SOSTITUISCA IL COMMERCIO DEI DISCHI FONOGRAFICI

La vendita del disco fonografico ordinario, come esiste oggi, è uno stu­pido processo che consiste essenzialmente nel movimento di PEZZI DI PLASTICA avvolti in PEZZI DI CARTONE da un luogo a un altro.
Questi oggetti sono costosi e pesanti da trasportare; il processo di fab­bricazione è complicato e primitivo e il controllo della qualità per la pres­sa dei dischi è un esercizio futile. I clienti insoddisfatti riportano regolar­mente i dischi ai negozi perché sono deformati e non si possono ascoltare. La nuova tecnologia digitale potrebbe senz’altro risolvere il problema della deformazione e dare al consumatore una migliore qualità del suono, in forma di disco compatto (CD). Questi sono più piccoli, contengono più musica e con ogni probabilità costerebbe meno trasportarli... ma costa molto di più fabbricarli e anche il prezzo d'acquisto si presume più alto. Per riprodurli, il consumatore deve acquistare un meccanismo digitale che sostituisca il vecchio impianto hi‑fi (per una cifra di circa 700 dollari)…..
…Proponiamo di acquisire i diritti per poter duplicare digitalmente IL MEGLIO di ogni CATALOGO CON PRODOTTI DI QUALITA delle varie case discografiche, immagazzinarlo in un luogo di smercio centralizzato e ren­derlo disponibile per telefono o per televisione via cavo, in maniera che pos­sano essere direttamente collegati all'impianto di registrazione di casa, con la possibilità di poter trasferire la musica in digitale direttamente al IT‑1 (il codificatore del nastro digitale della SONY regolarmente in commercio), al Beta Hi‑Fi o alle normali cassette analogiche (la qual cosa richiede il noleg­gio e l'installazione di un convertitore analogico‑digitale nel telefono stes­so... il componente principale costa circa 12 dollari). Tutti i conteggi per il pagamento dei diritti, addebiti all'utente e così via sarebbero automatici, perché effettuati da un meccanismo inserito nello stesso impianto.
Il consumatore avrebbe la possibilità di abbonarsi a una o più categorie di interesse speciale, con una tariffa mensile CHE NON VARIEREBBE CON LA QUANTITA DI MUSICA CHE IL CONSUMATORE DESIDERA REGISTRARE. Fornire tanto materiale a un costo così ridotto potrebbe in realtà far dimi­nuire la voglia di duplicare e archiviare, perché la musica sarebbe dispo­nibile in qualsiasi momento dei giorno o della notte. Liste mensili potreb­bero poi essere fornite per catalogo, sgravando in tal modo il carico del computer: e tutto il servizio sarebbe disponibile per telefono anche là dove la ricezione locale avviene tramite TV a cavo.
Un grande vantaggio della televisione via cavo è che su quei canali dove sembra che non succeda mai niente (a Los Angeles ce ne saranno settanta), si potrebbero visualizzare la copertina con i testi delle canzoni, i dati tecni­ci e cosi via, tutto in tempo reale con la trasmissione del suono: ciò dareb­be al progetto un tocco elettronico di nostalgia, di quando la musica era un album e un disco, visto che a molti consumatori di vinile piace molto un feticcio da coccolare durante l'ascolto. In una situazione simile il POTEN­ZIALE DI COCCOLAMENTO FETICISTICO (lo chiameremo P.C.E) viene fornito senza i costi che il trasporto di tonnellate di cartone comporterebbe.
La maggior parte delle apparecchiature hardware sono disponibili già adesso; manca solo che le si colleghi le une con le altre, per mettere così fine all'industria discografica come la conosciamo oggi.

Frank Zappa Peter Occhiogrosso Frank Zappa L’Autobiografia Arcana 1989 pagg.281-282-283

Adesso capite perché adoro il vecchio Frank?
Empedocle70

parte prima
parte seconda
parte terza

martedì 19 maggio 2009

Leggendo Jodorowsky


Antonello Unida legge Jodorowsky da " la danza della realtà". Con la partecipazione di Gianpiero Casu piano elettrico - Ettore Paglietti chitarra elettrica live electronics - Antonio Baldinu batteria


mercoledì 20 maggio 2009 20.30 - 22.30
Hemingway cafè
viale Trento fianco farmacia Ticca
Sassari, Italy

CONCERTO Di IRINA KULIKOVA 22 Maggio 2009 Lodi


CONCERTO Di IRINA KULIKOVA
22 Maggio 2009
ORE 21,15

Coro di Santa Chiara Nuova
Via delle Orfane – Lodi


Programma
PRIMA PARTE
Luigi Legnani
(1790-1877)
Fantasia in la maggiore op. 19
Manuel Ponce
(1882-1948)
Sonata III
Joaquin Turina
(1882-1949)
Fantasia Sevillana
SECONDA PARTE
Fernando Sor
(1778-1839)
Fantasia op. 30
Alexander Tansman
(1897-1986)
Variazioni su un tema di Schriabin
Leo Brouwer
(1939)
Variazioni su un tema di Django Reinhardt


Espone il liutaio Silvia Zanchi



http://www.irinakulikova.com/

Fenomelogia dell’iPod: economia, marketing, design, consumo, feticismo parte seconda di Empedocle70

Quindi l'operazione iPod non sarebbe null'altro che l'ennesima prova di forza dell'effimero, dell'oggetto‑simbolo, del pote­re scatenante che ciclicamente alcuni prodotti industriali innervano nel mercato dei desideri di massa e dei feticisti incalliti.
Tecnicamente più che un moderno walkman, iPod (come qualsiasi altro lettore mp3) è l'equivalente in picco­lo di un immenso juke box: ore e ore di musica disponibili in formato tascabile, capaci quindi di rispondere alla domanda (fondamentalmente inesistente) di un desiderio (totalmente indotto) di avere sempre disponibile un po' di musica per accompagnare i vari momenti della giornata.
Se è l'mp3 il futuro della musica, allora ecco un aggeggio che dall'mp3 non ti sepa­rerà mai con una qualità audio è ancora inferiore a quella del classico formato cd, il suo stile non ha pari, la sua forma è unica, e al piacere dell'occhio aggiunge quello del­l'orecchio. Risultato successo totale di vendite, monopolio assoluto sul mercato e l'irruzione del marchio Apple tra le maglie del pubblico generalista, quello stesso pubblico che, a suo tempo, avrebbe considerato Apple il marchio dei professionisti, il marchio dei creativi, il marchio per pochi, il tutto senza creare crisi di rigetto tra i fans di vecchia data. E l’industria discografica? Che fa mentre l’industria informatica balla al suono di un successo nato sul cadavere della vecchia struttura di potere delle majors?

Sulla fine della famigerata industria discografica, cioè sul suo declino dovuto al peer to peer, alla scomparsa del supporto, all'uso massiccio del­l'mp3 ecc ‑ negli ultimi anni si sono levati piagnistei e anche sinceri sospi­ri di sollievo.
Nessuno, penso, rim­piange le vetuste major, dinosauri fuori tempo mas­simo incapaci di gestire un mondo che alla fine ha dimostrato di saper viaggiare per ben altre direzioni e velocità. L’unico che sembra aver maturato una opinione e un problema sembra essere stato il cosiddet­to universo underground: quanto il file sharing danneggia le eti­chette indipendenti, quanto è giusto privare di un sacrosanto sostegno economico i musicisti estranei ai grandi circuiti commerciali? La soluzione suggerita sembra essere: "Scaricatelo, ma se ti piace, comprati il cd! ".Questo ragionamento, impli­citamente, parte da un assunto base: che per le mul­tinazionali discografiche la fine è comunque scritta, e piuttosto sarebbe il caso di stabilire delle specie di “aree protette” per difendere i veri amici della musi­ca, cioè ancora una volta i circuiti indie, soli in grado di apprezzare il materiale di cui trattano, e unici referenti sani per l'ascoltatore cosciente.
Il mondo della musica classica? Un silenzio assordante, rotto solo circa un anno fa dalla decisione della corazzata Deutsche Grammophone di attivare la vendita di file mp3 ad alta risoluzione direttamente dal suo sito internet e da qualche netlabel indipendente che aderendo alla licenza Creative Commons vende solo file (abbiamo parlato poco tempo fa della italianissima OnClassical).
Il mondo della Rete, o piuttosto il mondo che a partire dai suoi fenomeni si è generato, vive da sem­pre di grandi slanci, di appassionate professioni di idealismo, e anche di ingenuità. Majors al capolinea? Ci credevamo in pochi già all'epoca, e oggi forse nemmeno più quelli. I vecchi dinosauri, dal passo da elefante, ci hanno messo forse più tempo del dovuto, ma alla fine si sono adattati al nuovo ambiente, magari con qualche piccolo aiuto (RIAA e il suo esercito di legali) ma si sono adattati. Come?
Facciamo un piccolo riassunto: da una parte abbiamo un'industria (la Apple) che, giocando sul suo buon nome, intende allargarsi a ogni costo, e per farlo utilizza un mezzo avremmo detto collaterale, secondario: un semplice lettore mp3. Dall'altra abbiamo gli impenetrabili corridoi popolati da discografici in declino, i quali finalmente hanno capito, a furia di milioni di copie vendute in meno, che l’aria era cambiata e che bisognava tirare fuori un coniglio dal cilindro.
Soluzione?
Apple lancia sul mercato iPod, e tutti lo vogliono. Lo vuole quel pubblico tradizional­mente considerato irraggiungibile dalla casa di Steve Jobs, ma lo vuole anche quel pubblico che, di suo, della musica in fondo non gliene importa niente. Ora va bene il feticismo integrale, il fashion victim e il fatto che già pos­sedere un iPod garantisca di suo un elevato grado di adesione iconica, ma è pur vero che possederne uno vuoto, senza almeno una manciata di mp3 da ascoltare, non ha alcun senso. Il pubblico generalista, quello che non riesce neanche a programmare un lettore DVD figuriamoci gestire il file sha­ring, e soprattutto quello disinteressato ad approfondire qualsivoglia discorso musicale, salvo forse San Remo (ma solo in TV) non ha altra scelta che affidarsi al download legale, quello a pagamento. Il risultato è che le vendite di file digitali hanno ormai surclassato del vendite del formato cd, ma internet non doveva cancellare le major o sta donando loro una seconda giovinezza?

parte prima
parte seconda
parte terza

lunedì 18 maggio 2009

Seconda Edizione della Rassegna Musicale Bergamo Chitarra 2009

Seconda Edizione della Rassegna Musicale Bergamo Chitarra 2009

Bergamo, sabato 9 maggio, ore 8.50 – 12.20
Istituto Tecnico “ Vittorio Emanuele II ”, via Lussana, 2
“ Giornata di studio su Benvenuto Terzi chitarrista e storico allievo dell'istituto “
Mornico al Serio, mercoledì 20 maggio, ore 21.00
Chiesa Vecchia, Piazza della libertà :
“ Recital concertante per violino e chitarra ”
Chignolo d'Isola, giovedì 21 maggio, ore 21.00
Chiesa Santuario Vecchia Parrocchiale, laterale di Piazza 7 martiri
“ Concerto dedicato a L.A. Roncalli, abate chitarrista del '700 ” con il Trio Chitarristico di Bergamo
Azzano San Paolo, sabato 23 maggio, ore 21.00
Scuole Medie, via Don Gonella, 4 :
“ Concerto nell'800 Romantico” per soprano, chitarra, flauto
Urgnano, venerdì 5 giugno, ore 21.00
Castello Albani, Sec. XIV, via Rocca
“ Concerto per Lucia Albana, poetessa in Rocca nel '500 “ con l'ensamble “Serenata Classica”
Romano di Lombardia, domenica 7 giugno, ore 11.00
Sala del Pirata -Museo “ G.B.Rubini “, via C. Battisti, 5
“ Guitarra Flamenca de Concierto: da R. Montoya a P.de Lucia ” , chitarra flamenca
Gromo, domenica 9 agosto, ore 21.00
Chiesa Parrocchiale, via Locatelli: “ L' orchestra a plettro Città di Brescia ”
Colli di San Fermo, mercoledì 12 agosto, ore 21.00
Chiesa di San Fermo : “ Il Mandolino e la Chitarra” con il “Duo L. A. Roncalli”
Borgo di Terzo, domenica 13 settembre , ore 16.00
Ex-Castello di Cimaborgo presso Antico Cortile Parigi, via Roma“ Concerto dedicato ai liutisti Terzi di Borgo de Tertio, sec. XVI “con il Trio Chitarristico “Vivaldi”
Bergamo, Sala Piatti, via San Salvatore, Città Alta, ottobre, data da definire“ Omaggio a Mozzani, concertista in Sala Piatti nel 1916 – Seconda Edizione 2009 ”
Martinengo, giovedì 22 - domenica 25 ottobre
Ex - Monastero di Santa Chiara, Biblioteca, Centro Storico, ingresso da via Allegreni
“ VIII Settimana chitarristica martinenghese italiana 2009 ”
Bergamo, Ex Sala Consiliare “ C. Caversazzi “, Via T.Tasso, Città Bassa “ Incontri sulla Storia della Chitarra a Bergamo - Ottava Edizione 2009 “
giovedì 19 novembre, ore 20.45
“ Da Luigi Mozzani a Benvenuto Terzi: il '900 della chitarra italiana a Bergamo “
martedì 29 dicembre, ore 20.45
VIII Segovia Day Bergamasco e consegna dei Premi “ Segovia Day 2009 “ con la partecipazione di allievi chitarristi della scuola bergamasca

ingresso libero e gratuito

Treni Galattici - Maurizio Pisati


II PARTE: 21 maggio 2009 h. 19.00, OSSERVATORIO ASTRONOMICO BRERA
Via Brera 28, Milano
prenotazione: aperitiviastronomici@brera.inaf.it

• I PARTE: MILANO, Festa del Teatro 25.10.2008
ZONE-PACTAdeiTeatri – ScienzaInScena
---> h.11.03-12.00: treno n° 5339 Stazione FSLegnano - Milano P.ta Garibaldi
<--- h.15.30-16.30: treno n° 5360 Stazione FSMilano P.ta Garibaldi - Legnano Progetto di Riccardo Magherini Attori Riccardo Magherini, Serena Marrone Musica Maurizio Pisati Immagini Ino Lucia • uno spaccato esilarante dell'uomo nell'universo, orfano della terra, con nostalgia di una pizza margherita • a train trip, two actors, music, the earth was distroyed, and they obviously miss a pizza margherita

Fenomelogia dell’iPod: economia, marketing, design, consumo, feticismo parte prima di Empedocle70

Prima alcune precisazioni:
- non ho l’iPod.
- ho un walkman per cd Sony, ho un bell’impianto stereo a casa, ho un lettore mp3 Acer da 10 Gb carico all’80% in questo momento di registrazioni di concerti e podcast.
- ho una discoteca con circa 250 dischi di vinile e circa 2800 cd (tutti originali, nessun masterizzato)
- non ho prodotti Apple, ma apprezzo i loro computer e il loro design.
- adopero internet dal 1991 e i computer credo dal … 1986? Sì, più o meno sarà stato il 1986.
- non credo alla balla della crisi della musica mentre penso che l’industria discografica sia in pieno marasma e che sia per gran parte colpa sua e di una politica economica miope
- sono laureato in Economia Aziendale
- sono un fan di Frank Zappa

Una delle cose che mi affascina del fenomeno iPod (fenomeno economico, mediale, di design e di tendenza) è l'opinione diffusa di un oggetto onnipotente, status symbol e quintessenza della contemporaneità, feticcio cultu­rale, killer application industriale e oggetto addirittura sexy.
Ma in fondo, cos'è l'iPod? Un lettore di mp3. D'accordo, le sue evoluzioni sono all'ordine del giorno, ma prima di arrivare all'iPod capace di scattare fotografie, gira­re video, funzionare da cellulare ecc, resta il fatto che iPod nasce né più né meno come semplice let­tore di mp3, esattamente come tanti altri accanto a lui e non è stato neanche il primo. In realtà credo che spiegare il successo di questo oggetto di consumo significhi in maniera rile­vante comprendere la trasformazione in atto nella grande industria discografica e addentrarsi nelle relazioni commerciali con l’industria dell’elettronica di consumo e il mondo del design.
Detta fuori dai denti: l’iPod è innanzitutto il frutto di una guerra commerciale combattuta aspramente sul terreno dell'industria musicale (e quindi per una falsa esten­sione mediatica sulla musica) e della formazione di una nuova classe di consumatori.
L’iPod è, dunque, un semplice lettore mp3, con le stesse funzioni dei tanti che negli ultimi anni sono apparsi sul mercato, ma con una differenza semplicemente abissale in termini di immagine e di appeal: iPod è un prodotto Apple. Ciò significa, per antonomasia: design ricerca­to, alta qualità della proposta, serietà aziendale, unica alternativa valida al perfido universo Microsoft e alla mancanza di visibilità degli hacker di Linux. Il mar­chio Apple, in virtù di queste prerogative, gioca su un immaginario comunitario che si è rivelato effi­cacissima missione di marketing: Apple è da sempre un marchio per pro­fessionisti creativi, designers, architetti, musicisti
Questa posizione privilegiata nei confronti di un'utenza informatica particolarmente cosciente al punto di generare una specifica segmentazione di mercato ha partorito un autentico “universo Apple” fatto di aficionados e fan sfegatati dell'eroe Steve Jobs, il nemico (non­ché ex socio) del cattivissimo Bill Gates, rega­lando alla casa di Cupertino la fama di unica alter­nativa valida, e quindi moralmente giusta, al mono­polio Microsoft. Solo che essendo i prodotti Apple dalle qualità e dai costi mediamente più elevati rispetto alla concorrenza, sono anche pro­dotti di nicchia, per pochi intenditori, proprio per professionisti e per creativi, mentre la grande massa di utenti informatici è composta da "persone qualunque" a malapena capaci di accendere un PC.
E' a questo punto che la digitalizzazione dei sup­porti audio, ricerche di marketing, accaparramento di fette di mercato e crisi dell'industria discografica convergono nella genesi dell’iPod. Tutto sommato la scelta di Apple non è casuale, essendo Apple il marchio dei musicisti, del laptopers, il suo lettore mp3 gode quasi automaticamente di maggior prestigio rispetto a quello di altre, meno blasonate, ditte. Il design che lo contraddistingue, unito (va da sé) a campagne pubblicitarie tutte giocate sul "magico mondo Apple" ha fatto il resto, abbagliando l'uten­za con l'avvento dell'astronave iPod, che probabilmente per molti è sinonimo stesso di lettore mp3, non sospettando che altri, con le stesse caratteristi­che, sono disponibili a un terzo del costo in qual­siasi "negozio di computer": ma iPod è prima di tutto un oggetto, uno status symbol e non sono quindi le semplici funzioni ad interessare.


parte prima
parte seconda
parte terza

domenica 17 maggio 2009

VIII° CONCORSO INTERNAZIONALE DI CHITARRA ALIRIO DIAZ

VIII° CONCORSO INTERNAZIONALE DI CHITARRA ALIRIO DIAZ
REGOLAMENTO

L’Accademia Internazionale di Musica W. A. Mozart di Taranto, indice il Concorso Internazionale di Chitarra Classica “ Alirio Diaz”, presso il Castello Spagnolo Taranto nei giorni 11 e 12 luglio 2009.
Il Concorso é aperto a tutti i chitarristi di ogni nazionalità senza limiti di età.
Per informazioni: tel. 3386697768 e-mail accademiamozart.taranto@gmail.com
Sezioni e Categorie
Per tutti i partecipanti, il programma è a libera scelta
SEZIONE (1) SOLISTI
CAT. A nati negli anni 1998-’99-’00-’01-’02-’03 programma max. 5 min.
CAT. B nati negli anni 1995-’96-‘97 programma max. 5 min.
CAT. C nati negli anni 1991-’92-’93-‘94 programma max. 7 min.
SEZIONE (2) MUSICA D’INSIEME solo chitarre (dal duo a complessi di più elementi).
CAT. D fino a 15 anni programma max. 7 min.
CAT. E da 16 a 21 anni programma max. 10 min.
SEZIONE (3) MUSICA D’INSIEME con chitarra e altri strumenti, compreso il canto (dal duo a complessi di più elementi).
CAT. F fino a 15 anni programma max. 7 min.
CAT. G da 16 a 21 anni programma max. 10 min.
PREMI
Primo premio Diploma e medaglia dell’Accademia,
i primi premi segnalati dalla giuria si esibiranno al Concerto “La Notte delle Chitarre”.
Secondo e terzo premio Diploma e medaglia dell’Accademia.
SEZIONE (4) CONCERTISTA
Possono partecipare solisti, ensemble di chitarre ed ensemble di chitarre con altri strumenti
Categoria unica senza limiti di età.
Programma max. 15 min.
PREMI
Primo premio: Medaglia d’argento del Presidente della Repubblica e diploma
Concerto nella stagione 2010 dell’Accademia delle Arti di Castrovillari
Esibizione al concerto “La Notte delle Chitarre”
Secondo e terzo premio: Diploma e medaglia dell’Accademia
N.B. L’Accademia non accetterà domande oltre la data di scadenza.

Direzione artistica
M° Pino Forresu

I Fotografi e la Chitarra Classica

Chitarra classica

Pe' fa' la vita meno amara...

un pò di amici

I Fotografi e la Chitarra Classica

Music - Guitar

Guitar Player

Gilg classic guitar_9

Gilg classic guitar_1

sabato 16 maggio 2009

IKONA PHOTO GALLERY presenta la mostra: “Gianni Berengo Gardin La Fotografia”

Il 21 maggio 2009, alle ore 18, verrà inaugurata a Venezia nella sede di IKONA PHOTO GALLERY in Campo del Ghetto Nuovo la mostra: “Gianni Berengo Gardin La Fotografia”.
Ikona Photo Gallery, in occasione del trentesimo anniversario di attività e in concomitanza con l’apertura della Biennale di Venezia - 53^ Esposizione Internazionale d’Arte, presenta il maggior fotografo italiano: Gianni Berengo Gardin.
Famoso in tutto il mondo, ha iniziato dal 1954 ad occuparsi di fotografia e attualmente è membro dell'importante agenzia fotografica “Contrasto” e del circolo "La gondola" di Venezia.Il 18 ottobre 2008 ha vinto il premio Lucie Award alla carriera, quale massimo riconoscimento per i suoi meriti fotografici, come prima di lui Henri Cartier-Bresson, Gordon Parks, William Klein, Wily Ronis e Elliot Erwitt.

CORSO ESTIVO DI CHITARRA CLASSICA di Christian Saggese dal 16 al 23 Agosto 2009


CORSO ESTIVO DI CHITARRA CLASSICA

Docente: CHRISTIAN SAGGESE

Dal 16 al 23 Agosto 2009 - Belvedere Langhe (Cuneo)
"Metodo di studio, repertorio e tecnica strumentale"
Corso dedicato a chitarristi di qualsiasi livello e preparazione.
Luogo: Istituto T.C.S.L.M.

Healing Sound Onlus - Via Giuliani 15 Belvedere Langhe (Cuneo)
Per informazioni ed iscrizioni: 0173 743006
Indirizzo email: langhegrandamusica@tiscali.it
Pagina web Saggese: www.youtube.com/christiansaggese74

Indirizzo email: saggesechitarra@interfree.it

I Fotografi e la Chitarra Classica

Foto di Martix
http://www.flickr.com/photos/martixchan/

Most people live and die with their music still unplayed. They never dare to try.

Pensavo..

venerdì 15 maggio 2009

Il suono veloce di Gianluca Cavallo parte seconda

Sempre in ambito teatrale, i futuristi crearono il Teatro della Pantomima futurista con Enrico Prampolini e musicisti come Respighi e, di nuovo, Casella. In questo contesto venne anche rappresentata La salamandra di Luigi Pirandello.
Lo scarso successo della musica rumorista dei futuristi è dovuto probabilmente al fatto che la pretesa di inserire nella musica imitazioni di rumori provenienti dalla realtà industriale cittadina, non poteva avere grande successo per la natura stessa della musica che, se si riduce a pura imitazione di macchine e rumori, risulta priva di significato. Kandinskij scrisse (ne Lo spirituale nell’arte, uscito proprio in quegli anni) che «la natura ha il suo linguaggio, che ci raggiunge con forza irresistibile. E’ un linguaggio inimitabile. Voler rappresentare musicalmente un pollaio, per ricrearne l’atmosfera e farla vivere all’ascoltatore è un compito impossibile e inutile. Ogni arte può creare questa atmosfera, non imitandola naturalmente, ma riproducendone il valore interiore». Vero è che Russolo scrisse esplicitamente che l’Arte dei rumori non si sarebbe limitata ad una riproduzione imitativa, ma avrebbe attinto la sua «facoltà di emozione nel godimento acustico in sé stesso» e i ritmi e timbri vari sarebbero stati fantasticamente associati, per ottenere «le più complesse e nuove emozioni sonore», tuttavia, è chiaro che per quanto si combinino fantasiosamente i rumori, pur sempre tali restano. Ed è proprio da questo punto che Giovanni Papini parte per attaccare il futurismo dei marinettisti, dando vita alla polemica tra questi ultimi e il gruppo di artisti fiorentini (tra i quali Palazzeschi). Così egli scrisse nel 1914: «L’arte (…) torna natura greggia. (…) Ma se il metodo prendesse piede e si spingesse all’ultime conseguenze più rigorose ne verrebbe che il miglior quadro di natura morta è una camera ammobiliata, il miglior concerto l’insieme dei rumori d’una città popolosa; la miglior poesia lo spettacolo d’una battaglia colla sua cinematografia sonora; la più profonda filosofia quella del contadino che vanga o del fabbro che martella senza pensare a nulla. (…) L’amore giustissimo per la novità non ci deve acciecare». Boccioni replica insistendo sulle posizioni futuriste: «le nuove condizioni di vita in cui viviamo ci hanno creato un’infinità di elementi naturali completamente nuovi, e perciò mai entrati nel dominio dell’arte, e per i quali i futuristi si prefiggono di scoprire nuovi mezzi di espressione, ad ogni costo». La polemica rimane dunque aperta e nel 1915 viene chiarita in Lacerba la distinzione tra “futurismo” e “marinettismo”.
Le sperimentazioni musicali continuano: Russolo nel 1925 brevetta l’ arco enarmonico e nel ‘27 il rumorarmonio (che soppianterà gli intonarumori, strumenti scomparsi non si sa come, probabilmente distrutti dalla guerra).
Un altro importante compositore futurista, che entrò nel movimento ancora giovanissimo, è Silvio Mix, il quale godette peraltro di un discreto successo in vita. Nella sua musica, spesso, in omaggio a Stravinskij, «l’elemento tematico risulta piuttosto generico, mentre viene esaltato quello ritmico, ossessivo e contrappuntato da zone di maggiore abbandono». Un elemento del pensiero artistico futurista, ossia la sinestesia tra le arti, appare manifestamente sulla partitura del Profilo sintetico-musicale di Marinetti, dove Mix annuncia delle pubblicazioni future, forse in realtà mai realizzate, ma che mostrano questo intento, realizzato soprattutto nel campo teatrale. I titoli sono i seguenti:
a) Potenza espansiva delle forze plastiche d’un paese (Commento musicale di un quadro di Antonio Marasco);
b) Preludio e Finale per «Bianca e Rosso», sintesi di Filippo Tommaso Martinetti;
c) Ritmi spaziali meccanizzati (Realizzazione musicale […] del quadro di Enrico Prampolini).
Mix fu attivo, oltre che come compositore, come critico musicale per diverse riviste italiane. Recensì anche un concerto di Prokof’ev, ma risulta evidente che ne conosceva poco la musica. Così come molte “innovazioni” futuriste erano già state sperimentate fuori dall’Italia, così Prokof’ev, «in quanto a irruenza espressiva e poliritmia avrebbe potuto essere un valido “consigliere” per i musicisti futuristi: numerose sono le opere composte a quella data dal musicista russo che, con i loro continui, bruschi, laceranti scarti ritmici sono la testimonianza del fatto che la tanto agognata “distruzione della quadratura” era ormai un fatto compiuto».
E’ interessante notare come alcuni elementi caratterizzanti l’arte musicale futurista vennero sperimentati, grosso modo negli stessi anni, da compositori che col futurismo non ebbero il minimo contatto. E’ un esempio la Sinfonia delle forze meccaniche di Carol-Bérard, scritta nel 1910 e perduta, nella quale i rumori erano resi in forma musicale e compariva anche una notazione per i rumori, come avverrà con l’arte di Russolo. Altri esempi sono il Ballet Méchanique (1925) di Gorge Antheil che imita il motore di un aeroplano e il celebre Pacific 231 di Honegger (1923), che descrive, secondo ciò il compositore stesso scrisse, i movimenti dal riposo al viaggio a 120 chilometri orari di un treno di trecento tonnellate lanciato nella notte.
In conclusione, si può affermare che i compositori di musica futurista non furono grandissimi innovatori e forse i lavori più importanti sono quelli realizzati per il teatro, anche se la musica non era quasi mai di compositori aderenti al movimento. Va però riconosciuto che per alcuni aspetti influenzarono la musica del futuro, a partire dalla musica concreta, fino alle sperimentazioni di Varèse e di Cage, che in qualche modo furono da essi anticipate. Per esempio le Cinque sintesi per il teatro radiofonico di Martinetti prevedono o minuti di pausa (come sarà 4’33’’ di Cage) o un collage di rumori (come sarà, dello stesso, Radio Music). Inoltre, nel manifesto L’improvvisazione musicale, firmato da Aldo Mantia e Mario Barroccini, proposero l’evento artistico come divenire e sintetizzarono le basi della loro improvvisazione in tre punti, che sono vicini a sperimentazioni successive (anche nel campo del jazz e della musica leggera):
1) esecuzioni sul pianoforte o altri strumenti;
2) commenti musicali di versi, pensieri, quadri, profumi, tavole tattili ecc.;
3) dialoghi, discussioni musicali tra due pianoforti, pianoforte e altro strumento, pianoforte e canto improvvisato, pianoforte e oratore improvvisatore.
I musicisti futuristi, con il consolidamento del regime fascista, furono osteggiati ed accusati di dilettantismo. Per dare credibilità culturale al regime, occorreva una musica in qualche modo legata alla tradizione e che non si spingesse troppo nel campo sperimentale. Così il posto dei futuristi fu preso dai compositori della generazione dell’Ottanta (Pizzetti, Casella, Malipiero e Respighi) che restituirono all’Italia una dignità strumentale notevole e composero ottima musica. Così i lavori futuristi e i loro strumenti andarono persi e oggi quasi nulla rimane.

«Le qualità transitorie costituiscono il “moderno” di un’opera; quelle immutabili la perseverano dall’ “invecchiare”. Nel “moderno” come nel “vecchio” c’è del buono e del cattivo, dell’autentico e del falso. In senso assoluto il moderno non esiste – in arte esiste solo il nato prima e il nato dopo; ciò che fiorisce a lungo e ciò che in breve appassisce. Ci fu sempre del moderno e dell’antico». (F. Busoni, Saggio di una nuova estetica musicale, 1907)

Le citazioni, salvo diversa indicazione, sono tratte da:
-Stefano Bianchi, La musica futurista: ricerche e documenti, Libreria musicale italiana, Lucca, 1995;
-Daniele Lombardi, Il suono veloce: futurismo e futurismi in musica, Ricordi, Milano, 1996;
-Manifesti futuristi reperibili su internet.
-Esiste anche un cd con musica futurista ed è Musica futurista: antologia sonora, a. c. di Daniele Lombardi, Fonit Cedra, FDM0007

Gian (4E)

giovedì 14 maggio 2009

La Guitarra esencial 2009 2. International Guitar Festival








La Guitarra esencial 2009
2. International Guitar Festival
05th - 09th of August 2009 - Millstatt

Concert Program

05.08.2009
Opening concert - Ralph Towner Solo"The art of guitar"Location: Kongresshaus Millstatt, Time: 20:00

06.08.2009
Long Night of Guitar - Jasbar, Sinesi, Saluzzi, Leite, Ribeiro
Helmut Jasbar"Jasbar plays Jarrett"
Quique Sinesi & Jose Saluzzi"Alma Argentina"
Luis Leite & Luis Ribeiro"Mundo Urbano"Location: Kongresshaus Millstatt, Time: 20:00

07.08.2009
Gerardo Nunez & Carmen Cortes Group"Reunion Flamenca"Gerardo Nunez git; Carmen Cortes dance;Rafael de Utrera vocal, Jesus Mendez voc; Cepillo perc Location: Kongresshaus Millstatt, Time: 20:00
Jam SessionLocation: Kongresshaus Millstatt /Loggia, Time: 22:00

08.08.2009
Julia Malischnig Project"City of Dreams"Julia Malischnig git, voc; Jose Saluzzi git; Dieter Stemmer piano;Luis Ribeiro perc; Alexander Lackner bass; Sabine Hasicka tap;Special guests: Voices of Carinthia Chor Millstatt Location: Kongresshaus Millstatt, Time: 20:00
Jam SessionLocation: Kongresshaus Millstatt /Loggia, Time: 22:00

09.08.2009
Final MatineeLocation: Kongresshaus Millstatt, Time: 11:00

Il suono veloce di Gianluca Cavallo parte prima

La proposta futurista in campo musicale nasce dalla constatazione che la musica italiana (siamo nel 1910) era ridotta «ad una forma unica e quasi invariabile di melodramma volgare, da cui risulta l’assoluta inferiorità nostra di fronte all’evoluzione futurista della musica negli altri paesi». Sono parole del compositore Francesco Balilla Pratella (Manifesto dei musicisti futuristi), il quale utilizza l’aggettivo “futurista” con un’accezione decisamente ampia, estesa ben oltre il circolo marinettiano. Cita infatti quali musicisti futuristi tutti quei compositori che, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, hanno rivoluzionato la composizione musicale: Richard Strauss con le sue armonie “dilatate”, imparentate in un certo senso con Wagner e Mahler, Claude Debussy e le sue armonie innovative, dettate dal puro gusto eufonico e dalla volontà di esprimere precisi sentimenti collegati a immagini e ancora Elgar, Musorgskij, Sibelius, Glazunov… Tuttavia, la musica del futurismo vero e proprio, avrebbe dovuto spingersi ancora più in là (le scale per toni interi di Debussy erano un «sistema nuovo, ma pur sempre sistema»). E’ strano che Pratella non citi la scuola viennese di Schönberg, che nella sperimentazione aveva fatto passi da gigante, ma è possibile che non la conoscesse.
Ecco cosa si propone il musicista futurista: la «libertà assoluta» nella sperimentazione; la «sintesi», ossia la concentrazione di sensazioni e avvenimenti in un ristretto ambito spazio-temporale; l’utilizzo dell’enarmonia (sperimentata da Silvio Mix e da Luigi Russolo), cioè l’utilizzo di intervalli inferiori al semitono, ed, infine, la poliritmia. Va detto che l’enarmonia era già stata sperimentata molte volte nella storia musicale: è chiaro che per i secoli antecedenti alla teorizzazione del buon temperamento di Andreas Werckmeister (1691) fosse prassi comune, ma venne riproposto già nel Rinascimento, per esempio dal Vicentino, nel suo trattato L’antica musica ridotta alla moderna pratica, il quale si fece anche costruire degli strumenti dimostrativi (l’arcicembalo e l’arciorgano) con tasti differenziati per diesis e bemolli (per capirci, il do diesis e il re bemolle erano intonati diversamente). Anche nella seconda metà dell’Ottocento vengono sperimentate da numerosi compositori minori le possibilità dell’enarmonia e tra Otto e Novecento sono investigate da Ives e Busoni, ancora prima dunque delle pretese di originalità avanzate dal futurismo.
Nel 1912 Pratella pubblica La distruzione della quadratura, in cui auspica l’adozione del «ritmo libero, senza simmetria, come nei versi liberi di Paolo Buzzi». Ma Pratella aderisce al futurismo un po’ per comodo, senza essere in realtà esattamente convinto di tutte le idee che Martinetti tentava di inculcare nella mente dei suoi seguaci, anche compositori di musica. Riccardo Baccelli scrisse a Pratella nel 1911, dopo aver letto, probabilmente, il Manifesto dei musicisti: «Io le ho già detto che sono d’accordo, e si capisce, ma non capisco la parola “futurismo”. Non credo che lei l’abbia capita come Martinetti, per il quale vuol dire apoteosi delle macchine ecc. ecc. Per lei dev’essere, credo, l’espressione lirica della liberazione dall’insegnamento senza fosforo e senza sangue dell’arte ufficiale e gazzettistica, è vero? E allora basta una vecchia parola, sincerità. E poi temo che le forme (non sue; del Martinetti) creino un’accademia più stretta della vecchia».
Marinetti parve un po’ il “dittatore artistico” del movimento da lui fondato, e molti aderirono forse unicamente per farsi conoscere dal pubblico, dato che quella era la maggiore avanguardia (in Italia) e non parteciparvi avrebbe significato essere escluso dalla vita culturale del paese. Molti compositori presero parte a serate futuriste ed ebbero applicata, più o meno sovente, quell’etichetta, pur non aderendo esplicitamente al movimento (per esempio, Casella, Malipiero, Respighi o addirittura Bartok). Tuttavia ci furono, tra i compositori, anche marinettisti convinti: Silvio Mix e Luigi Russolo, per indicare i più importanti. Luigi Russolo è l’inventore degli intonarumori e teorico della musica rumorista. Lo stesso Pratella utilizzò in alcune composizioni questi nuovi strumenti, per esempio nel brano che rappresenta il volo e la caduta del protagonista in L’aviatore Dro, in cui si nota la contrapposizione tra «un gruppo di intonarumori» e «la massa formata dagli altri strumenti musicali. Scoppiatori e Ronzatori con parte scritta con chiarezza e precisione sia per la durata e sia per le altezze e varietà d’intonazione relative a ciascun intonarumore. (…) Il loro timbro non si unisce agli altri elementi sonori come materia eterogenea, ma vi si unisce come un nuovo elemento sonoro, emotivo ed essenzialmente musicale» (così Pratella presentava sulla rivista Lacerba la sua composizione al pubblico). Gli intonarumori coprivano un intervallo di circa una decima e avevano alcune tacche sulla parte superiore che indicavano, in linea di massima, l’intonazione dello strumento. Essi passavano da un tono all’altro glissando. Il primo di questi strumenti, costruito da Luigi Russolo e Ugo Piatti venne presentato al Teatro Storchi di Modena il 2 giugno 1913 per poi giungere a Genova e a Londra.
Luigi Russolo pubblicò nel 1913 il manifesto L’arte dei rumori, scritto in forma di lettera indirizzata a Pratella. «La vita antica fu tutta silenzio. Nel diciannovesimo secolo, coll’invenzione delle macchine, nacque il rumore. Oggi, il Rumore trionfa e domina sovrano sulla sensibilità degli uomini». Per Russolo «il suono musicale è anche troppo limitato nella varietà qualitativa dei timbri. Le più complicate orchestre si riducono a quattro o cinque classi di strumenti, differenti nel timbro del suono: strumenti ad arco, a pizzico, a fiato in metallo, a fiato in legno, a percussione. Cosicché la musica moderna si dibatte in questo piccolo cerchio, sforzandosi vanamente di creare nuove varietà di timbri. Bisogna rompere questo cerchio ristretto di suoni puri e conquistare la varietà dei “suoni-rumori”». E si spinge, da buon futurista, a “rinnegare” il passato affermando che «Beethoven e Wagner ci hanno squassato i nervi e il cuore per molti anni. Ora ne siamo sazi e godiamo molto più nel combinare idealmente i rumori di tram, di motori a scoppio, di carrozze e di folle vocianti, che nel riudire, per esempio, l’”Eroica” e o la “Pastorale”». Russolo definisce i luoghi da concerto tradizionali – riporto questa frase anche se non così importante, perché bellissima - «ospedali di suoni anemici» in cui «si opera una miscela ripugnante formata dalla monotonia delle sensazioni e dalla cretinesca commozione religiosa degli ascoltatori buddisticamente ebbri di ripetere per la millesima volta la loro estasi più o meno snobistica ed imparata».
Questi intonarumori si differenziarono poi in: ronzatori, ululatori, rombatori, crepitatori, stropicciatori, scoppiatori, gorgogliatori e sibilatori e ciascuno di questi poteva avere un’ estensione nel registro grave, medio o acuto. A Milano, a casa di Martinetti, vennero presentati questi strumenti alla presenza di Stravinskij, Profof’ev e del coreografo Diaghilev. E’ noto a tutti, tuttavia, che gli intonarumori ebbero breve vita, né i grandi russi sopracitati li utilizzarono mai, anche se Prokof’ev, in un suo articolo apparso sulla rivista “Muzyka”, parla diffusamente e con tono favorevole degli intonarumori di Russolo. Diaghilev collaborò con artisti futuristi alla realizzazione di alcuni balletti, in particolare con Fortunato Depero e Giacomo Balla (con quest’ultimo realizzò Feu d’artifice con scenografia plastica e musica di Stravinskij). Depero, invece, che avrebbe dovuto realizzare con Diaghilev Le chant du rossignol (sempre di Stravinskij), finì per abbandonare il progetto per dedicarsi ai suoi “balli plastici”, in cui al posto di ballerini e ballerine venivano usate marionette, e si trovò così a collaborare con Casella, Malipiero e Chemenon (pseudonimo quasi certamente di Bela Bartok). I balli plastici non ebbero però un grande successo.



segue...

mercoledì 13 maggio 2009

“Un Futuribile Pomeriggio di Inizio Estate”


Sabato 16 Maggio 2009 - ore 17.30 - Spazio Eventi/Libreria Mondadori -- San Marco/Venezia
LAVERNA NET LABEL PRESENTA
“Un Futuribile Pomeriggio di Inizio Estate”
interazioni immersive dentro l'immaginario elettronico
Un evento ideato da Laverna Net Label, etichetta indipendente italiana che opera esclusivamente nel web usando la licenza Creative Commons nella produzione e distribuzione dei suoi lavori. L'evento prevede una rappresentazione dal vivo comprendente live electronics, reading, interazione in tempo reale con la Rete attraverso la WEBTV Openstream.tv e la piattaforma di realtà 3D Second Life.
LIVE ELECTRONICS
Mario “Molven” Marino (Laverna coordinator/Red Planet)
Gigi Masin (Subrosa/Divergo/Ants/Laverna)
Enrico Coniglio (Psychonavigation/Glacial Movements/Laverna)
Giampaolo “Halo XVI” Diacci (Res Rec./Laverna)
Giorgio Ricci (Dynamica/SubMission/Decadance/Sottomondo/Laverna)
Massimo Berizzi (Suoni di Sera/Laverna)
READING
Mirco Salvadori (Rockerilla Music Magazine/Laverna
producer/Nocturnal Emission Free Zone)
Lettura di “Yu ken elp yu? “: racconto post-chimico in una Venezia futuribilmente di inizio estate.
WEB ORGANIZATION
Lorenzo Isacco (social web marketing/3D platoform coordinator/ Laverna Web Marketing coordinator /events organisation)
VIDEO ART
Francesca Coniglio / Donato Gagliano / Tommy Meduri
LINK: http://www.laverna.net/
http://www.openstream.tv/
http://www.creativecommons.org/
http://www.myspace.com/molven....o
www.myspace.com/gigimasin
http://www.enricoconiglio.com/
http://www.myspace.com/Ha
www.myspace.com/temple1201
www.myspace.com/suonidisera
www.myspace.com/micromixo
www.myspace.com/lorenzoisacco

BANNER EVENTO: http://www.laverna.net/images/flyer/venezia_16maggio_banner1.jpg

Recensione di Serenado di Lou Harrison (David Tanenbaum) New Albion 2003


Eccoci alle prese con disco sotto diversi aspetti particolare. Uscito nel 2003 dopo la scomparsa del compositore americano ne rappresenta una summa delle sue opere per chitarra con un excursus temporale di quasi 50 anni: si va da "Serenado por Gitaro", un pezzo dal titolo in esperanto incluso in una lettera scritta a Frank Wigglesworth datata 12 febbraio 1952, rimasto per anni inedito e circolato tra i chitarristi come fotocopia della partitura originale, alla Serenade del 1978 in cinque movimenti, unica rimasta di un progetto iniziale che prevedeva cinque suite per chitarra, ciascuna con un'intonazione diversa, a un’altra piccola serie di composizioni uscite dopo altri venticinque anni.
La musica, qui suonata con rara abilità da David Tanenbaum (chitarra) e William Winant (percussioni) affiancati da Joel Davel e Scott Evans (percussioni) e Gyan Riley (chitarra), riflette influenze indiane ed asiatiche e rappresenta la risposta californiana al modernismo prevalente in quel periodo a New York e sulla costa est.
“I don’t think increasing complexity is the answer to anything” ribadisce Harrison dalle note del libretto del cd scritte dallo stesso Tanenbaum, che aggiunge “I don’t think significance is opposed to beauty”. Ed è proprio la bellezza, la dolce serenità che traspare da queste musiche che colpisce immediatamente al primo ascolto: diversamente da tanta musica contemporanea qui l’ascolto non viene forzato da nessuna considerazione intellettuale o dalle difficoltà che chiunque può riscontrare quando cerca di avvicinarsi alla musica seriale o dodecafonica.
Melodie, ampi paesaggi sonori, colori di tramonti su vaste praterie, una musica che è allo stesso tempo rilassante, serena e giocosa scorre veloce facendo dimenticare l’impeccabile virtuosismo degli interpreti. Tanenbaum è chitarrista e musicista di razza, con una tecnica perfetta e una capacità di emozionare fuori dal comune. Serenado rappresenta un’appassionato tributo a uno dei più stimati compositori contemporanei, non ve ne pentirete.

Empedocle70