domenica 19 ottobre 2008

Suonare mondi possibili.Intervista di Arturo Tallini parte terza di Empedocle70

E.: Lei ha suonato e inciso dischi anche con due trii il Trio Concentus con cui ha inciso il cd dedicato alla musiche di Musorsky e di Ravel e il Trio Chitarristico di Roma con cui ha inciso i cd “Recital” e “Rara”, come la scelta del trio, un po’ inusuale per la chitarra classica e soprattutto tornerete a suonare assieme?

A.T.: Gli anni dei 2 trii sono ormai lontani…sono state due esperienze diverse fra loro: il Trio Chitarristico di Roma lavorava sempre attorno ad un’idea di ricerca, un progetto preciso, un’idea artistica che poi diventava disco, concerto; il Trio Concentus ha lavorato sempre attorno all’idea di superare il concetto stesso del trio di chitarre: il lavoro fatto sulle ouvertures di Rossini, o su Musorgsky e Ravel ha come idea di base sempre quella di oltrepassare i limiti di questo ensemble: non a caso usavamo 4 chitarre e non tre e io passavo continuamente da una chitarra normale ad una bassa accordata una quinta sotto; c’era poi un lavoro direi ossessivo sul timbro, sull’evocazione dei colori, sulla ricreazione delle masse orchestrali. Insomma era un lavoro di orchestrazione e di concertazione continua.
Poi, per varie vicissitudini il Trio Concentus (che è venuto dopo il Trio Chitarristico di Roma) ha cessato la sua attività.

E.: So che lei ha effettuato delle registrazioni per un nuovo programma radiofonico della Rai, di che si tratta? Si parlerà di chitarra classica? Quando andrà in onda?

A.T.: In realtà ho varie volte partecipato a trasmissioni radiofoniche: citerei quella su Turina, che feci a radio vaticana in occasione del centenario della nascita, quella su Castelnuovo-Tedesco, in occasione del mio CD sul compositore fiorentino; e poi senz’altro il ciclo di 8 trasmissioni, sempre su radio Vaticana, dal titolo La Chitarra, strumento dell’Umano Sentire. È stata un’esperienza molto bella, in cui ho fra l'altro intervistato Oscar Ghiglia, Rolf Lieslevand, parlato di varie problematiche sulla chitarra, presentato pezzi in prima assoluta; magari potremmo pubblicarle sul vostro blog….
Per quanto riguarda l’ultima, è stata la proposta da parte mia alla RAI di un ciclo di trasmissioni aventi come centro la favola di Amore e Psiche, in cui la chitarra sia rappresentata da Psiche, sempre in rapporto con lo sconosciuto, cioè con uno strumento ogni volta diverso; in effetti la puntata pilota, come viene chiamata in gergo, è stata incentrata su un brano, scritto per l’occasione, da Matteo D’Amico per Flauto e Chitarra, che io ho suonato con Manuel Zurria. Adesso vedremo cosa la RAI deciderà: può darsi che il ciclo che ho proposto si realizzi oppure no; in attesa, mi tengo la soddisfazione di questa nuova esperienza radiofonica.

E.: Quale significato ha l’improvvisazione nella sua ricerca musicale? Si può tornare a parlare di improvvisazione in un repertorio così codificato come quello classico o bisogna per forza uscirne e rivolgersi ad altri repertori, jazz, contemporanea, etc? O forse nell’ambito della musica contemporanea è preferibile parlare di improvvisazione aleatoria?

A.T.: Parto intanto dall’ultima domanda: quando parliamo di opere artistiche improvvisate che provengono dall’ascolto di sé e di quello che succede, non si può mai parlare di aleatorietà: l’alea vera è quella legata al caso, un dado tirato sul tavolo, una macchina che passa per strada, una foglia che cade dall’albero in un determinato momento e non in un altro…Mi viene in mente Spiral di K. Stockhausen in cui l’interprete dialoga, improvvisando, con un ricevitore radio a onde corte che gli trasmette suoni imprevisti e casuali: e questa è la parte aleatoria, poi però c’è la reazione umana che risponde con l’ascolto a ciò che succede, e qui l’alea finisce e inizia quell’istintività musicale, chiamiamola così, per cui a un certo suono si reagisce con un certo gesto musicale. E va detto che, ovviamente, se dovesse capitare lo stesso suono da parte del ricevitore, la reazione umana sarebbe diversa di volta in volta…

Detto questo, l’improvvisazione per me ha un significato enorme: e' gioco, esplorazione, suoni, mani...tutti elementi che in un feedback continuo e vicendevole creano mondi sonori irripetibil.
Mi viene da dire che essa e' una risposta all'angoscia umana della morte, della finitezza delle cose che spesso cerchiamo di calmare con opere che 'resteranno per sempre': il rifiuto di fermare un atto artistico da poter poi ripetere a piacimento, e' l'estrema affermazione di una creativita' che non teme di finire nel momenio stesso in cui nasce. D’altra parte l’aspetto improvvisativo che, sebbene cristallizzato, c’è sempre nella musica scritta, viene recuperato proprio nell’esecuzione: come non pensare ad una esecuzione dell’Adagio di Aranjuez senza sentirlo come se fosse un’improvvisazione?


E.: Al di fuori della musica classica e per chitarra classica ascolta altri generi musicali?

A.T.: Quasi esclusivamente jazz: Miles Davis, Chet Baker, Coltrane; ma ascolto volentieri anche gli Area i Weather Reaport, Mahavishnu Orchestra e infine Paolo Conte, Guccini, de Andrè. Ascolto pochissimi dischi di chitarra classica…

E.: Come vede la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?

A.T.: Credo che quella attuale dell’mp3 sia una delle tante evoluzioni cui la nostra società ci sottopone: l’altro ieri c’era il 33 giri, poi c’è stato il cd ora l’mp3 e domani non lo sappiamo: si tratta, da parte del mondo della musica professionale, di cogliere le novità, intuire dove si sta andando ed essere disposti ad andarci, cambiando delle abitudini e delle mentalità.

E.: Ci consigli cinque dischi per lei indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta …

A.T.:La Passione Secondo Matteo di J. S. Bach di Klemperer; lo so che e' molto romantica e per niente filologica, ma mi piace molto il senso di grandezza a volte un po' oscura che riesce a dare
2. Il disco di Boulez sui capolavori orchestrali di Debussy, Ravel e Bartok
3. Le esecuzioni di Chopin fatte da Pollini
4. La quarta di Brahms diretta da Kleiber
5. I quattro pezzi per orchestra ciascuno su una nota sola e i Canti del Capricorno per voce sola di G. Scelsi

E.: Quali sono invece i suoi cinque spartiti indispensabili?

A.T.: 1. la Ciaccona di Bach (sia nella versione originale sia in quella di Busoni)
2. Le bagatelle di Walton
3. Il Nocturnal di Britten
4. La Serenata per un satellite di Maderna
5. Un quaderno di pentagrammi vuoti per annotarci le mie idee musicali e per annotare le improvvisazioni meglio riuscite…


E.: il Blog ha aperto di recente una nuova rubrica dedicata ai giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli si sente di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?

A.T.: Studiare tanto, non solo la chitarra
Ascoltare molta musica, non solo per chitarra
Frequentare molti strumentisti non-chitarristi
· Non andare mai ad un concorso dicendosi che l’importante è partecipare:
no, l’importante è vincere, e se non si vince è importante capire cosa potevamo fare di meglio e saper riconoscere se c'era qualcuno piu' bravo di noi
Imparare da subito a non considerare per oro colato ciò che dice l’insegnante: anche il migliore di tutti può dire cose che non ci corrispondono e comunque egli esprime la sua visione, la sua storia, la sua modalità e mai verita' assolute
Imparare a concepire la musica come possibilita' che ogni giorno si realizzano, aggiungendo ad ogni esecuzione una piccola nuova scoperta

E.: Con chi le piacerebbe suonare?

A.T.: non in ordine di preferenza…: Rolf Lieslevand, Paolo Conte,Edin Karamazov, Placido Domingo, Wayne Shorter; e poi con tutti quegli artisti che quando suonano ti fanno sentire una presenza, un’identità, che ti fanno capire che tutta la loro vita è lì, sta avvenendo in quell’esecuzione.

E.: Quali sono i suoi prossimi progetti?

A.T.:· Un progetto anche discografico sul filo della Ciaccona di Bach e dell’improvvisazione con brani di Maderna, Pisati, Brouwer. Sono infatti convinto che la Ciaccona abbia un legame strettissimo con l’improvvisazione e che possa essere quindi una valida cerniera all’interno di una serie di proposte improvvisative.In questo progetto è anche coinvolto il compositore Maurizio Pisati, che stimo molto per il senso del gesto musicale e la grande intelligenza costruttiva: la sua musica e' musica in ogni momento, non diventa mai gesto astratto. Stiamo elaborando un progetto che terrà presente la Ciaccona di Bach come mondo di riferimento…credo che ne uscirà una cosa originale e intrigante.
· Lo sviluppo di Intuendo, che sta crescendo tantissimo e che sono sicuro esploderà grazie ad una incessante ricerca sia mia sia di Marilena Paradisi nel campo dell’improvvisazione.
· Nuovi pezzi scritti per me: Guido Boselli ha già scritto per me treperuno pezzo che, su mia richiesta, sfrutta non solo la chitarra ma il chitarrista, trasformandolo in essere risonante che usa molte delle risorse sonore a sua disposizione; e poi il pezzo di Pisati.
· E poi altri concerti in Inghilterra, Spagna, Norvegia, in Italia (il prossimo a Novara il 19 ottobre per il Conservatorio), in Messico e una nuova tournee negli USA nell’Aprile 2009
· La nuova edizione di Fondamenti di Chitarra, scritto con Fernando Lepri 20 anni fa e adesso in procinto di essere ripubblicato sempre per Rugginenti.
Stiamo cambiando diverse cose dell’impianto, aggiungendo qualche esperienza di musica non tradizionale (si, insomma, contemporanea); e, naturalmente, abbiamo reso la grafica un po’ più moderna: quella di 20 anni fa, scritta senza computer ma con una eroica macchina per scrivere a testina rotante fa oggi un po’ tenerezza oltre ad essere inadatta al mercato attuale.
· Proseguire nel lavoro appena ïniziato nel Conservatorio di Santa Cecilia creando una classe in cui la musica, la consapevolezza del gesto musicale e l'ascolto siano la chiave del lavoro.
· Nell’immediato….andare a fumare il narghilè sulla mia amaca!

Giuliani Concerto op. 30 III movimentoRoma 2000 Orchestra del Gonfalone, Michele Gasbarro direttore

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Petrassi Suoni Notturni Miami 2008
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