lunedì 7 novembre 2011

Recensione di Il grande sogno inglese di Jon Savage


Che ci fa un libro che parla di punk music in un blog dedicato principalmente alla musica contemporanea? Apparentemente niente e quindi non dovrebbe trovarsi qui. Ma questa seconda edizione del libro di Jon Savage è una vera delizia. E' un libro fantastico, splendidamente scritto, aggiornato, annotato. Questa edizione poi è quasi di 1000 pagine, è stata aggiunta una corposa seconda parte, contenente la trascrizione integrale delle interviste che avevano fornito la documentazione per il testo originario. E' una occasione perfetta per riscoprire un'opera ancora oggi insuperata, e lo sforzo di Jon Savage è evidente: mai letto un libro così ben dettagliato, informato e con tanto sense of humor. Quasi settanta pagine di discografia, note e bibliografia questo libro rappresenta un ottimo veicolo di approfondimento per quel fenomeno chiamato Punk, un fatto di costume, arte, atteggiamento, moda, musica e business che si consuma nell’arco di un paio d’anni ma con ripercussioni ad ampio raggio sulla popular music di quel periodo fino ai tempi attuali.
Savage è eccezionale sia nel trasmettere quel senso di inquietudine e di voglia di cambiamento che animava quel periodo, quanto i suoi limiti concettuali e umani. Le interviste sono interessantissime e contribuiscono a definire bene lo spirito dell'epoca. Il tutto dipingendo il contesto sociale dell’Inghilterra degli anni 70. Anche in questo caso, come accadde con il r’n’r’ anni ’50, poi la contestazione negli anni ’60, sono i fruitori di un nuovo genere e la loro immagine provocatoria a subire le accuse di un degrado sociale e di corruzione morale diffuso che ha ben altre origini, sia politiche che economiche, un’impronta così indelebile in tantissime direzioni: musicale, artistica, culturale, sociale. La bellezza del punk per me risiede nel fatto che nessun altro movimento, nato da una effettiva urgenza sociale, da una controcultura esplosiva, si sia riflettuto così prepotentemente nella moda, nel costume, nel gergo, nell’iconografia giovanile. E non solo quella del suo tempo. Ad oggi la punk culture , ancor oggi, un riferimento culturale (non più di tanto musicale) vivo e pulsante. Quaranta euro valgono bene questo libro che vi terrà occupati per almeno un paio di mesetti.

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