martedì 13 ottobre 2009

Speciale Laverna.net: intervista con Empedocle70 parte seconda


Empedocle70: Quali sono i titoli che hanno funzionato meglio in termini di download?

MIRCO SALVADORI: Ovviamente è Mario che ti darà una risposta esaustiva, posso però dirti che l'exploit impressionante di Gigi Masin con il suo 'The Last dj' è stato qualcosa che ci ha assolutamente commosso. Vedere come da più parti del globo arrivassero messaggi di pura esultanza da persone con culture musicali magari diverse da quella che potrebbe esser una cultura elettronica tout court...impressionante!

MARIO MARINO: Beh su tutti lo splendido album di Gigi Masin che è letteralmente volato oltre quota 3.000 .. E' il lavoro che ha avuto più download in rapporto alla sua pubblicazione relativamente recente. Una gemma di pura poesia ambientale..
E poi la bellissima raccolta Nocturnal Emission curata da Mirco, (circa 6.000) e la vecchia raccolta degli inizi "Red Planet vol.1" (oltre 13.000).

Empedocle70: Quali musiche vi pentite di aver fatto e quali invece avreste voluto e non siete riuscite a realizzare?



LORENZO ISACCO: Finora nessun pentimento: tutto quello che abbiamo pubblicato era il meglio che avevamo a disposizione nel momento in cui lo abbiamo pubblicato: mai abbiamo preteso né mai rimpianto, e penso che questo spirito sia stato finora molto apprezzato da tutti gli artisti che in qualche modo hanno deciso di collaborare con Laverna.net. Mentre quello che non siamo riusciti a realizzare.. c’è ancora tanto tempo davanti a noi..

MIRCO SALVADORI: Come dice il buon Lorenzo, assolutamente nessun pentimento, il futuro è davanti a noi e l'Oceano del Suono deve 'farsi navigare' per molto ancora...

MARIO MARINO: L'inizio dell'etichetta come contenitore di cose diverse provenienti dalla scena locale, ci è servito per partire. Non ha senso un'etichetta senza una linea estetica, senza un progetto sonoro.. Ma forse senza quelle prime sperimentazioni non ci sarebbe potuto essere lo sviluppo di cui stiamo parlando..


Empedocle70: Il fenomeno delle etichette indipendenti sembra essere una cosa relativamente recente in Italia e comunque legata più all’indie rock o al punk, la mia sensazione è che comunque sia le indipendenti che le major cerchino di dare all’ascoltatore consumatore ciò che vuole, da parte delle label indipendenti forse c’è la possibilità di un rapporto più fidelizzato col proprio mercato, basato sulla qualità e la propria reputazione. Alla fine non credo che abbia importanza la vastità del mercato ma quello che si fa … alla fine che differenza c’è tra un cdr da 30 copie e . l’ultimo disco di Madonna?

LORENZO ISACCO: Beh, direi la qualità di incisione, alle volte, ma non sempre. E la popolarità del disco, che però non è PER NULLA sinonimo di qualità del prodotto.
Le etichette indipendenti, come possono tranquillamente essere identificate le NET LABELS, possono dare spazio alla qualità e soprattutto a cioè che si ama. Non mi permetto di dire che l’ultimo disco di Madonna (che tra l’altro mi piace tantissimo) non sia un bel disco o non sia di qualità. Però posso tranquillamente affermare che noi produciamo solo ciò che ci colpisce, che ci piace veramente. Il resto non lo pubblichiamo, e in un mondo come quello tecnologicamente avanzato, dalle mille opportunità date dalla rete, ci piace affermare che grazie alla rete possiamo pubblicare il lavoro di chiunque, e che chiunque si può pubblicare da solo i proprio lavoro. La differenza sta nel lavoro di grande passione che svolgiamo nel selezionare, consigliare, presentare e diffondere, in varie forme, ed anche annoverando tra le nostre fila personaggi di qualifiche notevoli (redattori di Rockerilla, speaker radiofonici, artisti di fama internazionale..). Quindi concordo con te, si, certo: è un fenomeno relativamente giovane (e non solo in Italia) e soprattutto il movimento dovuto alle possibilità tecnologiche imperanti e prorompenti, ha dato una spinta in avanti notevolissima, ma la differenza non sta quasi mai nella qualità del prodotto, ma nella passione con la quale si desidera fare bene il proprio mestiere (a nostro vantaggio) e l’impatto economico sviluppabile ai fini distributivi (a vantaggio delle cosiddette major).

MIRCO SALVADORI: che differenza c'è tra il vino confinato dentro un contenitore tetrapack e venduto attraverso la grossa distribuzione ed un rosso d'annata?.....

MARIO MARINO: per le Netlabel la cosa è un po' differente rispetto alle etichette indipendenti. Sembrerebbe che l'immaginario elettronico in Rete trovasse il proprio terreno naturale. La gran parte delle netlabel delle origini, ma anche di oggi, sono orientate tra le miriadi di filoni differenti dell'elettronica. E' come se si fosse creato un cortocircuito tra la cameretta, luogo principe delle (auto)produzioni del musicista elettronico e il canale di diffusione delle stesse divenuto oggi la Rete (guarda caso sempre dalla stessa cameretta...).

Ogni passaggio intermedio viene azzerato. Ci sono anche dei "contro" certo, ma io adoro questa dimensione orizzontale che scavalca il mercato e collega direttamente musicista e fruitore.. e anche se crea difficoltà contingenti al musicista, questa sorta di liberazione dell'arte, secondo me alla lunga porterà soprattutto benefici per i VERI musicisti.
Non credete a chi dice che la musica morirà. Forse perderà spazio la produzione discografica e riprenderanno la centralità perduta le esibizioni dal vivo..


Empedocle70: Che rapporti avete con i vostri musicisti? Come scegliete gli esordienti da promuovere con la vostra etichetta?

LORENZO ISACCO: I rapporti sono i più disparati: essendo possibile inviare materiale da un capo all’altro del mono, i rapporti possono essere molto cordiali, quasi amicali, ma pur sempre distaccati quando si pubblicano dei lavori di artisti stranieri, mentre per tutti, essendo noi tutti profondi appassionati, la cosa fondamentale, quando possibile, è un contatto diretto, una forma di amicizia nei confronti degli artisti italiani e magari anche quelli più vicini a noi. E’ così che sta evolvendo sempre più Laverna: è un punto di incontro, una crew nel vero senso della parola. Una comunità di amici, che prediligono il contatto umano, a contrasto con l’alta tecnologizzazione che la vita ci offre (e che Laverna sfrutta a proprio vantaggio).
Un giorno, qualcuno che ben rappresenta il suono ambient e non solo a livello italiano e che, vivendo vicino a noi è diventato pilastro umano del progetto, ha detto una cosa che spiega appieno cos’è, oltre che una net label, Laverna.net: “[..] si è trattata di una splendida esperienza umana [..]”. E se non ci credete, potete andare ad ascoltarlo qui:
http://www.laverna.net/VIDEO/OSplayer.swf?file=event09/1.flv

MARIO MARINO: Due vie, solitamente. Arrivano dei demo sotto forma di link a file audio. Le cose più diverse. E poi dall'iterazione diretta con musicisti con cui collaboriamo e che conosciamo personalmente. Il bello è che in entrambi i casi è la vicinanza del progetto sonoro a determinare la reciproca scelta.




continua domani..

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