domenica 14 febbraio 2010

Ipazia, quarta puntata: John Zorn, The Book of Heads

"La quantità di cose che si potevano leggere in un pezzetto di legno liscio e vuoto sommergeva Kublai; già Polo era venuto a parlare dei boschi d'ebano, delle zattere di tronchi che discendono i fiumi, degli approdi, delle donne alle finestre..."



Italo Calvino: Le Città Invisibili




Quarta puntata di Ipazia dedicata a un disco molto particolare: The Book of Heads di John Zorn!

Questa formidabile opera venne composta da Zorn nel 1978 e da lui dedicata all'amico Eugene Chadbourne. Il progetto cadde e rimase nel buio fino al 1995, quando il nostro propose di registrare il disco assieme a Marc Ribot (già incontrato nei “Filmworks” o in “Kristallnacht”): questa sarà la sua prima grande collaborazione nella discografia di Zorn, alla quale ne seguiranno moltissime altre.
“The Book Of Heads” è un insieme più di 80 componimenti, condensati in 35 studi per chitarra solista: essi prevedono l'uso sfrenato di particolari tecniche di virtuosismo al limite dell'assurdo. L'intento di Zorn era quello di sperimentare più suoni possibili all'interno di questi 56 minuti, e non si può dire che non ci sia riuscito.
Ribot dispone quindi di una miriade di strumenti per modificare il suono della sua chitarra: lo vedremo quindi ricorrere ad armonici prolungati, archetti da violino, matite, palloncini (scivolati sulle corde fino alla scoppio), colpi alla cassa dello strumento, riso e quant'altro. Quasi tutto ciò che potete ottenere da una chitarra, molto probabilmente lo troverete qui.
Registrato in un solo giorno, questo album gode della allucinante precisione di Ribot e di un'ispirazione pressoché irripetibile nella carriera di Zorn; “The Book Of Heads” può essere considerato un vero e proprio manuale per chitarristi, perlomeno quelli che amano la sperimentazione. Grandioso.

“Composed in the summer of 1978 at a time when I was spending almost every day at the Metropolitan Museum of Art in search of inspiration, this music was originally written for and is dedicated to guitarist Eugene Chadbourne. Meant to GAS him, and to stretch his already prodigious virtuosity to even wilder extremes, many of the extended techniques used here (toy balloons, talking dolls, mbira keys, wet finger whoops) were learned from him and were an integral part of his improvisational language at that time. Others are standard to contemporary classical guitar notation (body knocks, whisks, bowing, multiple harmonics) and still others were the product of my own sick imagination (playing with pencils, rice, pulling strings out of the bridge notch). Marc Ribot tackles all of these effects with unusual precision and an astouding virtuosity, adding his own personal touches to make the music even more beautiful than I could have imagined.” - John Zorn

Playlist:




1. Étude 1

2. Étude 2
3. Étude 3
4. Étude 4
5. Étude 5
6. Étude 6
7. Étude 7
8. Étude 8
9. Étude 9
10. Étude 10



Musica in sottofondo:



Molven: Back to Originary Landscape Laverna realise n. 28
Da oggi è disponibile il download tramite podcast della terza puntata di Ipazia dedicata a Arturo Tallini.

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