Grimes compose poi la musica per il balletto Music For Egon Schiele (Quarterstick, 1995). Lo stile si e` fatto ancor piu` austero, con il pianoforte relegato a parti di nervoso e impressionista sottofondo e accentuando la componente spettrale e onirica della loro musica, con sonorità possibilmente ancora più intimiste e oscure di quelle del disco precedente. Al centro dell'opera e` una Promenade di una compostezza quasi funebre. Il tono del disco e` pero` forse propiziato soprattutto dal metodo di First Self e Second Self, due pezzi programmatici in cui la melodia della viola si distende sul brusio a dirotto del pianoforte. Nell'ambito di questa musica da camera psicanalitica si situano l'assorta trance di Family Portrait, il valzer zoppicante di Egon & Edith, il languore decadente del dolente trascinarsi di Wally Egon & Models, tutti contrassegnati da leggiadri incubi e immobili allucinazioni.
Emblema della pittura espressionista mitteleuropea di inizio '900, Egon Schiele è stato un personaggio affascinante e misterioso e questo disco, a mio parere molto sottovalutato rimane come un sincero ed incondizionato atto d'amore nei confronti del grande pittore austriaco. La dilaniante ricerca psicologica che in Schiele scavava nei personaggi fino a rivelarne la più recondita essenza, viene splendidamente trasposta dai Rachel's a livello sonoro e musematico, ancor prima che musicale: perchè prima dei fraseggi melodici e delle più complesse armonie del disco, sono i timbri e i modi d'esecuzione strumentale a riflettere di Schiele le stesse nevrosi, la stessa fragilità, lo stesso tratto ora più dolce e malinconico: Music For Egon Schiele è prima di tutto la trasposizione acustica della sua esistenza, dei suoi incontri, e del rapporto con le persone che hanno scandito le tappe della sua breve vita (morì a 28 anni di febbre spagnola): a un pianoforte, un violoncello e una viola la responsabilità di narrarla.
Music For Egon Schiele definisce anche un imprescindibile particolare che va a distinguere la musica dei Rachel's dagli altri interpreti di tale tendenza: ovvero la cura (tipica dei musicisti classici) con cui gli arrangiamenti e, soprattutto, le parti soliste vengono ideate e realizzate, oltre che la precisione di un'impostazione strumentale che, sebbene sconfini spesso nel drammatico e ben educato minimalismo alla Nyman è in grado di spaziare in un mare di modi, timbri, tonalità e atmosfere da brivido.
Sebbene incostante in alcune sue parti a causa di qualche smarrimento melodico di troppo, Music For Egon Schiele è innanzitutto una commovente parentesi nella parabola compositiva dei Rachel's (nè il capolavoro The Sea And The Bells, nè i successivi Selenography e Systems/Layers saranno in grado di toccare tali vette di drammaticità romantica, orientandosi piuttosto verso uno stile più ricercato e contaminato), ed è infine un album al di là del tempo, del giudizio e dell'estetica musicale moderna perchè, anche se potrà risultare di difficile assimilazione per un orecchio poco propenso ad uno stile del genere, si tratta di un'opera estremamente affascinante e splendidamente realizzata, proprio perchè rende attuali le suggestioni emotive di un'era ormai scomparsa oltre che di un personaggio immortale.
Emblema della pittura espressionista mitteleuropea di inizio '900, Egon Schiele è stato un personaggio affascinante e misterioso e questo disco, a mio parere molto sottovalutato rimane come un sincero ed incondizionato atto d'amore nei confronti del grande pittore austriaco. La dilaniante ricerca psicologica che in Schiele scavava nei personaggi fino a rivelarne la più recondita essenza, viene splendidamente trasposta dai Rachel's a livello sonoro e musematico, ancor prima che musicale: perchè prima dei fraseggi melodici e delle più complesse armonie del disco, sono i timbri e i modi d'esecuzione strumentale a riflettere di Schiele le stesse nevrosi, la stessa fragilità, lo stesso tratto ora più dolce e malinconico: Music For Egon Schiele è prima di tutto la trasposizione acustica della sua esistenza, dei suoi incontri, e del rapporto con le persone che hanno scandito le tappe della sua breve vita (morì a 28 anni di febbre spagnola): a un pianoforte, un violoncello e una viola la responsabilità di narrarla.
Music For Egon Schiele definisce anche un imprescindibile particolare che va a distinguere la musica dei Rachel's dagli altri interpreti di tale tendenza: ovvero la cura (tipica dei musicisti classici) con cui gli arrangiamenti e, soprattutto, le parti soliste vengono ideate e realizzate, oltre che la precisione di un'impostazione strumentale che, sebbene sconfini spesso nel drammatico e ben educato minimalismo alla Nyman è in grado di spaziare in un mare di modi, timbri, tonalità e atmosfere da brivido.
Sebbene incostante in alcune sue parti a causa di qualche smarrimento melodico di troppo, Music For Egon Schiele è innanzitutto una commovente parentesi nella parabola compositiva dei Rachel's (nè il capolavoro The Sea And The Bells, nè i successivi Selenography e Systems/Layers saranno in grado di toccare tali vette di drammaticità romantica, orientandosi piuttosto verso uno stile più ricercato e contaminato), ed è infine un album al di là del tempo, del giudizio e dell'estetica musicale moderna perchè, anche se potrà risultare di difficile assimilazione per un orecchio poco propenso ad uno stile del genere, si tratta di un'opera estremamente affascinante e splendidamente realizzata, proprio perchè rende attuali le suggestioni emotive di un'era ormai scomparsa oltre che di un personaggio immortale.
Nessun commento:
Posta un commento