mercoledì 21 gennaio 2009

Recensione di Tessuti di Paolo Angeli di Empedocle70


Per citare il William Gibson di “Neuromante” … “ragazzi, questa è la cosa più calda dal tempo delle fette biscottate!”. E non mi preoccupo di usare la parola CAPOLAVORO per definirlo, siamo sicuramente davanti a uno dei più bei dischi usciti nel 2007 ed è un disco che non deve mancare nella discoteca di nessun appassionato di avanguardie contemporanee. Questo disco è un mondo, un piccolo universo di suoni, perfettamente autosufficienti, integrati, calibrati, sapientemente miscelati, metafisicamente armonizzati, logicamente e creativamente armonizzati tra loro.
Paolo Angeli ci regala un grande disco, registrato con il coraggio che lo contraddistingue, rigorosamente in presa diretta con solo piccoli interventi di sovraincisione, a dimostrazione che la musica, la sua musica, questa musica era già da tempo un fatto ben metabolizzato e definito, tanto puliti sono i suoni e le atmosfere che evoca.
Sono Tessuti, Tessuti sonori quelli messi in mostra in questo disco, dove le dita di Angeli rivelano storie sfiorate, discrete come i sapienti tocchi delle dita stesse e dell’archetto sulla sua chitarra sarda preparata, i giochi d'inseguimento tra i suoni che si arrampicano sulla chitarra che diventa un polistrumento: pianoforte, violoncello, batteria, ghironda. Il disco è un atto di amore verso la musica, attraversato con maturità, intelligenza e una buona dose di umiltà. Si rende omaggio a Fred Frith, nume tutelare di Paolo Angeli e a Bjork, folletto islandese, tra le musiciste più amate dal sottoscritto. Angeli crea un percorso emozionante arrangiando i brani dei due musicisti, scegliendo dei pezzi di non facile interpretazione, riuscendo nella difficilissima operazione di farli propri senza stravolgerli e allo stesso tempo senza portarsi dietro la personalità degli autori.
Cito a memoria le meravigliose Ahead in the sand e Lelekovice di Frith, The Hand that Bites del trio Skeleton Crew (sono sicuro che Tom Cora avrebbe goduto nel sentire questa versione), Unravel, Desired Constellation e HyperBallad di Bjork (per quest’ultima basti dire che la versione di Angeli riesce a cancellare la cover fatta dal Brodsky Quartet incisa in Telegram). Molto belle anche le sei tracce originali, a dimostrazione delle capacità non solo strumentali ma anche compositive di Paolo Angeli che si conferma una delle personalità più espressive e fantasiose del panorama contemporaneo. Messaggio per Fred Frith e Zeena Parkins … rifondare gli Skeleton Crew con Paolo Angeli? :-D

Empedocle70

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