lunedì 12 gennaio 2009

Tellus su UbuWeb di Empedocle70



Di UbuWeb, il mitologico archi­vio database avantgarde, abbiamo già parlato. Di recente però la mia attenzione si è concentrata sulla pubblicazione on line, da parte dello stesso UbuWeb, dell'intero, o quasi, catalogo Tellus, audio magazine in cassetta che in un decennio esatto, tra il 1983 e il 1993, sfornò un totale di 27 uscite (in realtà gli ultimi tre numeri videro la luce in cd). In termini di singoli brani, questo si traduce in circa 400 mp3 liberamente scaricabili dal sito, ed è veramente un tesoro che vale la pena approfondire. Ma, al di là dell'innegabile valore sia storico che prettamente qualitativo della proposta, il ritorno di Tellus ha contribuito a rinfocolare il dibattito sugli antenati reali o presunti di quelle pratiche di condivisione/scambio tipiche dell'Era della Rete che, a parere di molti, furono di fatto anticipa te dal tape network anni '80.
Tellus è un progetto ideato da Joseph Nechvatal come una vetrina dell’avanguardia newyorkese, nato in quel clima tipico degli inizi anni 80 in cui confluirono la tradizione avant e gli ultimi fuochi no wave secondo una tradizione già consolidata negli anni 70 . A partire dal numero 5 del 1984 ad ogni uscita corrispose un tema specifico (Audio VisuaI> The Sound'of Radio, just Intonation, Power Electronics, persino Tango, ecc), in generale ogni nastro era un piccolo riassunto delle tendenze che animavano un sottobosco newyorchese perennemente in bilico tra rock, sperimentazione multimediale, sound-poetry, retaggi minimal, esaltazioni, eccetera. Tra i protagonisti della serie troviamo nomi quali Sonic Youth, Uve Skull, Michael Gira, Liquid Liquid, Rhys Chatham, Glenn Branca, Christian Marclay, John Zorn. Tellus nasce all’interno di un fenomeno, quello della cassette culture e del succitato tape network, le cui fondamenta poggiavano su due elementi base: prima di tutto la scelta di un supporto audio la cassetta a nastro senza dubbio amatoriale, ma economico e facilmente duplicabile da chiunque avesse a disposizione una piastra. In secondo luogo l'esistenza di una rete fatta di fanzine, newsletter, indirizzari ecc in cui era possibile scambiare i materiali principalmente via posta, secondo una prassi esplicitamente "orizzontale". Se una descrizione del genere vi fa pensare a un versione primitiva della masterizzazione dei cdr o del file sharing non è un caso. Sono in molti a ritenere che la cosidetta economia del dono risieda proprio in quel circuito i cui protagonisti andranno anni dopo a ingrossre le file del movimento no-copyrighyt. All’epoca l’industria discografica reagì, con uno slogan "Home Taping is Killing Music" che non può che far pensare alle crociate antipirateria dei giorni nostri. Tellus però vantava una singolare caratteristica che, per quanto apparentemente secondaria, non è da sottostimare. La scelta del supporto nastro era considerata in sé un gesto, più che politico, artistico. Il formato in questione veniva caricato da tutta una serie di valori che, lungi dall'assecondare il grido di battaglia dei pirati del nastro, ne ingigantiva semmai l'aura di feticcio, così da invogliare il pubblico al possesso, più che allo scambio, della copia. Gran parte della cassette culture dell'epoca si nutriva di questa come di altre ambiguità, e la propensione per i packaging ufficiosi, le edizioni limitate, le copie firmate ecc, finiva, anziché distruggere il mercato, per crearne uno nuovo, certo sotterraneo, certo di nicchia, certo parallelo, ma pur sempre un mercato. D'altronde non è un caso che quella stessa cassette culture così come la vynil culture sia rinata negli ultimi anni fino ad essere celebrata presso musei, pubblicazioni e retrospettive varie. Al di là dello sguardo storico su un fenomeno oramai concluso, è proprio la famigerata nuova generazione di tape label che nasce non per alimentare, ma per difendersi dalle scorrerie corsare. Persino Wikipedia recita: "la facilità, spesso indesiderata, con cui i contenuti di cd e cdrfiniscono nei programmi di file sharing, può essere una delle ragioni che ha portato al ritorno della cassetta". Come a dire: trasformare in mp3 una traccia del cd di turno ci vuole poco, ma se di mezzo c'è un nastro... be', come minimo vi servono un paio di cavi e un programma di editing audio. I corsi e ricorsi della storia. Il nastro grigio magnetico che tanto spaventava l'industria si è trasformato in una specie di riserva contro i danni da lui stesso, se non causati, quantomeno aniticipati. Meditate, gente, meditate... tanto su UbuWeb ci torneremo ancora!

p.s. ascoltate la Tellus nro 10 All Guitars! 1985 (curated by Live Skull founding member Tom Paine, incl. Lee Ranaldo, Glenn Branca, The Magnum Band, Blixa Bargeld with Arto Lindsay and Marc Cunningham, Mark C. and Marnie Greenholz from Live Skull)

Empedocle70

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