LA FINESTRA DI FRONTE - UNA GIORNATA PARTICOLARE.
Due finestre, due donne, una storia.
di Angela Cingottini
Il film di Ferzan Ozpetek ci riconduce a quello di Scola nella scelta di alcune tematiche fondamentali, ma sono soprattutto le scene in cui la macchina da presa indugia sui grandi condomini romani, sui cortili interni e, naturalmente ,sulle finestre che si aprono verso altre finestre ed esistenze, a dare l’input ai paralleli più immediati, appunto quelli di ordine scenico e,comunque, visivo.
Osserviamo ora però ,più da vicino, le tematiche . A trent’anni di distanza Ozpetek comincia il suo film là dove Scola lo ha finito. Ancora la Roma del nazifascismo: in Scola la collaborazione Mussolini -Hitler è agli inizi, in Ozpetek il fascismo è già fuorilegge e i nazisti imperversano su Roma con retate in tutte le direzioni. Nel primo film è Gabriele, colpevole di essere diverso,’ né marito, né padre,né soldato’ la vittima più diretta .Prelevato di notte da casa verrà, nella migliore delle ipotesi,mandato al confino. In Ozpetek il protagonista eredita la colpa di Gabriele e in più è anche ebreo Ma qui Davide, la vittima, sembra riscattarsi. Lo rivediamo anziano, la figura rispettabile,una buona posizione economica. Apprendiamo che ha avuto onorificenze per aver salvato molte persone dalle retate naziste,ma in realtà lui stesso ammette il suo fallimento perché, per rendere se stesso e la sua diversità accettabile agli altri ,non ha salvato per tempo la persona che amava,perdendola per sempre.
Un’analisi attenta necessitano le protagoniste femminili dei due film :entrambe a proprio modo vittime più o meno consapevoli delle loro situazioni famigliari .Dalle rispettive finestre tutte e due vedono, attraverso la finestra dell’appartamento di fronte ,un diverso modo di vivere ed una possibilità di evasione dalla propria condizione .Per Antonietta questo avviene per gradi e solo al termine di una giornata trascorsa insieme a Gabriele riconosce e ammette la sua insoddisfazione, mettendo in discussione tutta la sicurezza di madre,moglie e buona fascista ostentata fino a quel momento. Il segreto del rapporto nuovo con Gabriele le dà forza per cominciare a ritagliarsi uno spazio di esistenza veramente suo – sedersi in cucina a leggere un libro quando il marito è già andato a letto - . Ma dalla finestra Antonietta assiste anche al prelevamento di Gabriele dal suo appartamento e questo fatto determina la fine del suo tentativo di emancipazione:il libro da poco iniziato viene chiuso e riposto nella credenza, Antonietta se ne va stancamente a letto . Anche Giovanna,nel film di Ozpetek , ha sulle spalle una situazione pesante:non solo il ménage casalingo, ma anche il mantenimento della famiglia dipende in massima parte dal suo lavoro. Un lavoro che,oltretutto,non le piace. Ma non sembra avere altra scelta .Anche per lei,come per Antonietta,l’occasione al riscatto viene dall’inquilino dell’appartamento di fronte,ma mentre Antonietta ha bisogno delle sollecitazioni di Gabriele per arrivare a mettere in discussione la sua realtà , avendone avvertito tutta insieme la pesantezza e l’ingiustizia, Giovanna sente già distintamente di avere diritto ad una esistenza diversa . Una conoscenza incidentale,una giornata trascorsa insieme a Lorenzo in una sorta di indagine alla ricerca del presente e del passato di Davide, crea una complicità che sta per convincerla a iniziare un’altra vita partendo con Lorenzo. Non averlo fatto sembra un’altra sconfitta,ma è in realtà un inizio per la presa di coscienza di sé e per il riscatto:Giovanna lascia il lavoro sicuro, che non le piace e va come apprendista in una pasticceria iniziando così veramente un processo verso quella emancipazione che non potrà venirle né dall’indipendenza economica , né dal cambio di partner,ma solo dalla realizzazione di se stessa e dallo sviluppo delle proprie capacità..
Gli esiti diversi delle vicende che accomunano le due donne sono da ricondursi al realismo con cui entrambi i registi affrontano e propongono le due storie: sia Antonietta che Giovanna sono figlie e, contemporaneamente , emblemi del proprio tempo .Lo schema delle loro storie è quello comune a tantissime altre donne e sono semmai proprio gli esiti a farle apparire diverse, ognuna con una sua sorta di eroicità , ognuna vissuta all’interno della propria epoca.
Osserviamo da ultimo proprio l’affresco epocale in cui si muovono le due protagoniste: per Antonietta è la Roma delle parate fasciste e una gran massa di persone che si sposta tra il grande condominio e via dei Fori Imperiali , una famiglia numerosa, la portiera che sa tutto di tutti e che dispensa consigli comportamentali .La radio a tutto volume che trasmette la cronaca della sfilata e musiche di regime, impedendo l’ascolto di qualsiasi altro tipo di musica, è contemporaneamente realtà e metafora. Anche per Giovanna c’è un grande condominio di Roma; al posto delle sfilate fasciste il lavoro nella polleria industriale, la corsa al supermercato il fine settimana e la cena in pizzeria la sera con marito e figli, fra tanti altri che vanno in pizzeria dopo esser stati al supermercato. Non c’è più la portiera, ma c’è una simpatica amica lavoratrice immigrata che, anche lei, dispensa consigli, ovviamente diversi da quelli che la portiera dà ad Antonietta. La presenza dei lavoratori immigrati data con realismo questa storia degli anni 2000,così come le divise indossate dalla popolazione civile costituiscono l’elemento di più immediata identificazione epocale di Una giornata particolare . Le musiche, anche qui scelte in maniera appropriata ed elemento reale dell’azione identificano i periodi storici , mentre l’ultima canzone,Gocce di memoria,è l’espressione del monologo interno che la protagonista rivolge all’anziano Davide ormai morto. Questo monologo, che nel suo sviluppo e nel senso ricorda molto da vicino un passo da ‘Una donna’ di Sibilla Aleramo (1) , è l’elemento veramente nuovo presente in La finestra di fronte costituendone l’esito,in questo caso il superamento della condizione che faceva di Giovanna una vittima . Prendere coscienza di sé e avviarsi ,sia pure a piccoli passi ,verso una autorealizzazione le fa assumere atteggiamenti relazionali diversi e fa emergere un mondo di sentimenti che sembrava non aver spazio nella sua vita.
nota 1:
Per un opportuno raffronto si trascrivono i due testi:
‘…all’improvviso sento i tuoi gesti nei miei,ti riconosco nelle mie parole .Tutti quelli che se ne vanno ci lasciano sempre addosso un po’ di sé .E’questo il segreto della memoria?se è così,allora,mi sento più sicura. Perché so che non sarò mai sola.’(La finestra di fronte)
‘Le ore passate accanto alle spoglie di chi amammo non ci fanno veggenti;ma neppure ci prostrano,né ci tolgono il senso dell’esistenza che in noi continua .Sembra in quel punto di ereditare,coi doveri,anche le qualità di chi ci ha lasciati;ci si trova più ricchi,o di energia o di idealità o di amore. Ci si sente solidali coi vivi oltre che coi morti.’ S.Aleramo,Una donna.
Cit. da: Feltrinelli 2003,pp.135-136.
Pubblicato in: Carte di Cinema,n.15,p.60-61
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