mercoledì 3 dicembre 2008

Sonambient di Empedocle70

Nel 1953 Bertoia prese la decisione di abbandonare la collaborazione con la Knoll per dedicarsi a tempo pieno alla scultura nel suo studio di Bally in Pennsylvania. Da quell’anno iniziò la realizzazione di imponenti opere scultoree da inserire in contesti architettonici in importanti sedi istituzionali.
Grandi opere di Bertoia sono visibili in varie università americane come quella del Massachusetts, New Jersey, Pennsylvania, West Virginia, New York e in moltissimi edifici pubblici.
Caratteristiche fondanti della sua ricerca artistica sono le attenzioni rivolte alle potenzialità e alle caratteristiche dei metalli con cui opera, costantemente relazionate allo spazio circostante, al colore, al movimento e alla dimensione del suono. Una ricerca estremamente sofisticata resa possibile da profonde competenze tecniche ed artigianali e da un’innegabile talento artistico.
Sembra che sia stata la rottura di un filo di berilio, generante un suono misterioso ad innestare un processo creativo infaticabile volto a combinare scultura e suono, senza eguali nella storia dell’arte contemporanea applicata al suono.

Video: sonambient



La lunga carriera prende avvio con le prime sculture degli anni quaranta, composizioni lineari, molto spesso prosecuzioni dei sui precedenti disegni (line and platform) e da sculture sviluppate prevalentemente in due dimensioni, composte dall’assemblaggio di centinaia di piccole sagome di metallo (panels and screens).
Nel 1955 in occasione del lavoro commissionatogli dall’aeroporto Lambert Field di St. Louis, Bertoia introdusse l’elemento del colore in un dialogo costante con le dimensioni e le forme delle singole parti delle sue sculture. Realizzazioni quest’ultime che in parte anticiparono gli interessi sul movimento e sulle relazioni colore-forme e le relative opere di Alexander Calder.
Sono tre le tipologie principali delle sue sounding sculptures, che variano nelle dimensioni e nelle leghe di metallo usate per ottenere diversi effetti di risonanza.
1) sculture realizzate con una serie di fili metallici di diametro di circa 2 centimetri e lunghezza variabile tra i 20 cm e i 2 metri, che si innalzano verticalmente da una base e alla cui sommità è spesso posto un cilindro di diametro maggiore.





2) singing bars: due barre di metallo con diametro di circa 2 cm e lunghezza dai 30 agli 80 cm, pendenti da una corda fissata al soffitto e disposte ad x che producono suoni scontrandosi

3) gong: composti da lamine circolari forate al centro per consentirne l’incastro con il supporto cilindrico posto a terra, da percuotere o strofinare con bacchette.
La sua evoluzione artistica continuò con la serie dei “Dandelions”, sculture-sfere composte da sottili fili che si radiavano da un centro. Opere di questo periodo vennero esposte nel padiglione americano in occasione dell’Expo di Bruxelles del 1958 assieme ad opere di Alexander Calder, Isamu Noguchi, M Callery e Jose de Rivera.

In seguito realizzò la serie “pressure melting” che traeva origine da processi lavorativi del campo della gioelleria, “spill castings” dove si combinava bronzo e rame, “Bundled wires” dove bastoncini di acciaio venivano combinati assieme creando forme simili a cespugli e salici.
Un’importante fase del suo lavoro è quella delle sculture sonore sviluppate negli anni sessanta e nate casualmente quando nella lavorazione di un materiale si generò un suono che impressionò profondamente Harry Bertoia. Iniziò così, attraverso profondi studi sui materiali e sulle loro caratteristiche, la realizzazione di sculture che fossero in grado di generare suoni attraverso sollecitazioni esterne. Queste sculture composte da fili di rame fissati ortogonalmente ad una base di metallo, se toccati o sollecitati da forze naturali come il vento erano in grado .di generare suoni. Fra il 1968 e il 1969 utilizzando tali suoni vennero realizzati e registrati 11 album all’interno del progetto Sonambient.
Con gli anni realizzò sculture-fontana per il Centro Civico di Philadelfia del 1967, per il Manufacturer’s and Traders Trust Company di Buffalo, e per la Marshall University , West Virginia.
Importante non trascurare che l’opera, il lavoro e il pensiero di Harry Bertoia si è costantemente alimentato ed arricchito del rapporto diretto con i principali artisti americani del suo tempo.

Musei che includono, all’interno delle loro collezioni, opere di Bertoia sono il Hirschhorn Museum di Washington, The Virginia Museum of Fine Arts di Richmond, il Solomon R. Guggenheim Museum e il Museum od Modern Art di New York.

Empedocle70

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