sabato 28 febbraio 2009

"Premio alla Produzione Artistica al Femminile" VIII edizione 8 Marzo 2009

L' Associazione Musicale Rosaspina informa che l'8 Marzo 2009 nell'occasione della VIII edizione del"Premio alla Produzione Artistica al Femminile " premierà Maria Giovanna Predassi in arte Gianna Preda
In occasione la mostra fotografica di Beatrice Giorgi dal titolo "Verso una nuova vita...".2009
Il comitato organizzatore del Premio alla Produzione artistica al femminile segnala di aver scelto come libro del 8 Marzo 2009" Il Coraggio della farfalla " di Virginie Ollagnier

Cerimonia di premiazione

Si premia alla memoria

Maria Giovanna Predassi

( Coriano 11 Febbraio 1921 – Ronciglione 1981 )

Testimoni

PAOLO ZAGHINI, direttore della Biblioteca Comunale "G.Battarra" di Coriano"Gianna Preda, giornalista e donna di cultura"

FERRUCCIO FARINA, giornalista e scrittore"Il Duce fra Rimini, Riccione e Coriano nel libro della Gianna Preda 'Fiori per 'io'"


Per l'ottavo anno consecutivo si rinnova presso il Teatro Francesco Rosaspina di Montescudo il Concerto dei Festeggiamementi e la cerimonia di consegna del Premio alla Produzione Artistica al Femminile. Il Premio alla Produzione Artistica al Femminile ideato dal M°Aldo Vianello viene consegnato ogni anno nella giornata del 8 Marzo ad artiste della Regione Emilia Romagna che si siano particolarmente distinte nei ruoli delle arti.La serata di festeggiamento comprende un concerto in onore della premiata e la consegna da parte delle autorità politiche delle targhe inviate dalla Regione Emilia Romagna.

La manifestazione è patrocinata dalla Provincia di Rimini( segnalata come manifestazione d'eccellenza) e dalla Regione Emilia Romagna Domenica 8 Marzo 2009

Teatro Francesco Rosaspina di Montescudo

Sala Mostre " Verso una nuova vita..."da un reportage fotografico di Beatrice Giorgi

Teatro Ore 21


Invito Al Ballo

Musiche , gesti e voci italiane tra fine ottocento e inizio novecento

Aldo Vianello mandolino , mandola , voci e passi Davide Fabbri chitarra


Giovanni Pascoli I due Girovaghi 1902
San Mauro di Romagna 1855 – Bologna 1912
Niccolò Paganini Serenata per L’Amandolino per mandolino e chitarra francese
Genova 1782 – 1840 Larghetto – Andantino

Giovanni Pascoli Il Gelsomino Notturno 21 luglio 1901
Luigi Mozzani Aù Crepuscule ( Reverie)
Faenza 1869 – 1943
Giovanni Pascoli La Nonna febbraio 1898
Raffaele Calace Balletto della Nonna
Giuseppe Bellenghi Leontina Mazurka
Faenza 1847 - Firenze.1902
Giacomo Sartori Ai Bagni Valzer
Ala 1860 - Trento1946
Ignazio Bitelli Acquario Polka Variata
Fusignano, XIX
Giovanni Pascoli La Voce marzo 1902
Luigi Mozzani Colpo di Remo
Enrico Marucelli Valtzer Fantastico
Firenze 1873- ivi 1901
Giovanni D’Anzi Finestra Chiusa Tango Serenata
Milano 1906 – Santa Margherita Ligure 1974
Ernesto Becucci Amulettes Valse Lente op.290
1845-1905
G.B.La Scala Tarantella



Aldo Vianello alla Mandola

Invito Al Ballo

Musiche , gesti , passi e voci italiane tra fine ottocento e inizio novecento Due girovaghi, usciti dalla poesia del Pascoli, incontrano le musiche caratteristiche del periodo coevo. Le immagini sonore si contendono il passaggio dalla fine dell'ottocento ai primi decenni del novecento. Ecco riscoprire i due strumenti titolari della Serenata , il mandolino e la chitarra , originali interpreti della tradizione più impegnata della musica da ballo. Non certo una musica da ballo che si serviva della tecnologia moderna ma realizzata con strumenti veri , di legno e di corde , imprevedibili nella loro resa e protagonisti dell'eccitazione della comunità alla Veglia .Nella notte infatti si svolge il tutto , durante la Veglia voluta e dovuta, ed è per questo che ancora una volta la personalità notturna della famiglia degli strumenti a pizzico e dei plettri si rivela . Dalla lontana opera giovanile di Paganini , Serenata per l'Amandolino , si attraversa la crepuscolare tradizione italiana della parola che è suono e del suono quasi parola incontrando le movenze dei balli popolari scesi in Italia dalle corti europee.E'ancora il risonante verso Pascoliano che rima il passo degli incontri : il crepuscolo del romagnolo Mozzani si specchia nel Gelsomino Notturno , il Balletto della Nonna del napoletano Calace nei versi struggenti della Nonna ma è ora del ballo...l'invito è maturo ed ecco.....Valzer , Polka , Mazurka , i tre balli caratteristici della tradizione italiana e particolarmente romagnola di fine ottocento, accendere il cuore del viaggio che si allunga toccando le danze più rappresentative delle sale da ballo del primo novecento. Ritorna ancora La Voce del Pascoli , Zvanì , a richiamarci alla danza interiore della memoria mentre si preparano i balli più arditi del nuovo secolo. Dal virtuosismo gestuale del fiorentino Enrico Marucelli , uomo di mondo e di capitali , emergono le immagini più consolidate della capitale europea del Valzer : Vienna. Ma è il suspense del Valse Lente di Ernesto Becucci intitolato Amuleti , stregoneria del passo del Valzer Lento , trasformandosi in una frenetica Tarantella partenopea a chiudere i giochi e I SOGNI.

http://www.musicavianello.it/ nella foto Aldo Vianello alla Mandola

Video al Teatro Fondamenta Nuove: RICHARD YOUNGS

Speciale Teatro Fondamenta Nuove: le foto











giovedì 26 febbraio 2009

Speciale Teatro Fondamenta Nuove: Intervista con Enrico Bettinello di Empedocle70 parte seconda

Empedocle70: Quali sono le vostre proposte previste per il 2009?

Enrico Bettinello: A Marzo parte la seconda parte di stagione, rimando al sito http://www.teatrofondamentanuove.it/ o al nostro Facebook per aggiornamenti sempre freschi, ma posso già anticiparti che per "Risonanze" avremo un alternarsi di jazz d’avanguardia e elettronica, con nomi come Fennesz, Vladislav Delay e Steve Beresford, ma anche molti altri… Anche "Movimenti" avrà nuovi appuntamenti, che coinvolgeranno alcune tra le più interessanti compagnie di teatro di sperimentazione.

E.: Come pensi che questa crisi economica mondiale impatterà con la programmazione del Teatro? Ci sono segnali negativi dagli sponsor?

E.B.: La situazione è difficile in ogni settore e la cultura tra quelli che ne risentono maggiormente, anche se paradossalmente sarebbe proprio questo il momento di spingere, perché solo dalla cultura possono venire gli spunti per cambiare, crescere, confrontarsi. L’Assessorato alla Produzione Culturale del Comune, così come quello della Provincia, hanno dimostrato negli anni una grande sensibilità nel sostenere il nostro lavoro: chiaramente la crisi colpisce fortemente gli enti locali, ma spero che nel dialogo costante con questi nostri interlocutori, riusciremo assieme a trovare le modalità per non far scendere qualità e numero di progetti.

E.: Come vedi la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?

E.B.: È una domanda che richiederebbe risposte molto lunghe e non facili: diciamo che oggi la crisi mi appare come inevitabile e forse ce ne saremmo potuti accorgere tutti anche prima. Diciamo che basta farsi una chiacchierata con un ragazzo di 18 anni per vedere sgretolare anni di convinzioni: la musica per come l’abbiamo concepita noi, in termini di oggetto, di mito, di culto, di argomento, non esiste più e non esisterà più. Le nuove tecnologie, così come è stato in passato con altre rivoluzioni, sono sempre una sfida e io sono ansioso di immergermi in quello che porterà. Il mercato del cd, così come quello del vinile, verrà progressivamente e rapidamente marginalizzato, ma non eliminato. La musica ha comunque bisogno di togliersi da una serie di cronicità – di buona e cattiva fede – che la affliggono e qualche scossone non farà male.

E.: Come deve fare un artista che vorrebbe venire a suonare da voi per proporsi? Che cosa chiedete agli artisti?

E.B.:Ci arrivano mediamente decine di proposte ogni settimana, di tutti i tipi, dalla più irraggiungibile rockstar all’improbabile cantautore di condominio! Abbiamo ovviamente negli anni sviluppato una rete di rapporti di grande fiducia e qualità, nonché una nostra linea artistica, ma siamo sempre curiosi di sentire nuove cose. Chi è interessato può mandare un cd al nostro indirizzo che trova sul web. Dagli artisti io attendo sempre di venire sorpreso, non amo molto chi non si prende dei rischi e questo capita ahimè molto più spesso di quanto si creda, anche nei musicisti più talentuosi.

E.: Ultima domanda .. qual’è per te il disco migliore di un chitarrista uscito nel 2008?

E.B.: Accidenti, dovrei andare a ripescare nella memoria di un anno che non mi è sembrato proprio indimenticabile, come dischi. Mi limito quindi a segnalare Paolo Angeli e Enrico Terragnoli come chitarristi, quest’ultimo troppo sottovalutato.

mercoledì 25 febbraio 2009

Tango Très: Le donne del tango MUSEO CARLO ZAULI Domenica 1 marzo ore 18,00


MUSEO CARLO ZAULI
Domenica 1 marzo ore 18,00
Tango Très: Le donne del tango
ingresso gratuito


Domenica 1 marzo alle ore 18,00 presso il Museo Carlo Zauli di Faenza prosegue la rassegna dei concerti aperitivo organizzati in collaborazione con il Museo Internazionale delle Ceramiche con il quarto appuntamento pomeridiano: Silvio Zalambani e Tango Tres presentano il tour in Argentina.Il sassofonista e compositore Silvio Zalambani, insieme ai suoi progetti Tango Tres e Grupo Candombe è stato invitato per la terza volta consecutiva a rappresentare l'Italia (come città di Faenza e Regione Emilia-Romagna) al "Vertice Mondiale del Tango", che si terrà a S.Carlos de Bariloche (Argentina) dal 5 al 14 marzo 2009. Nel programma di questo festival internazionale che si tiene con cadenza biennale ed è una vera vetrina a livello mondiale nel suo genere, Silvio Zalambani ed i suoi gruppi si esibiranno in 2 concerti. Il primo il 12 marzo nel teatro di Bariloche insieme alla compagnia Mimulus Dança di Belo Horizonte (Brasile) ed il secondo il 13 marzo a Cerro Otto, il più importante centro sciistico della località andina. Grazie al patrocinio della Consulta per l'Emigrazione della Regione Emilia-Romagna ed all'Assessorato alla Cultura del Comune di Faenza, i musicisti romagnoli si esibiranno anche a S.Martin de los Andes, al confine col Cile, all'interno di uno scambio culturale con la numerosa comunità di origine emiliano-romagnola presente in quella cittadina. Inoltre, durante lo stesso tour effettueranno altri concerti a Buenos Aires nei noti club "El Vesuvio" sito in prossimità dell'Obelisco nella Avenida 9 de Julio e Los Portenitos, locali per veri cultori del tango. Silvio Zalambani ed i suoi gruppi saranno ospiti anche alla Radio Nazionale Argentina e a Radio Palermo. I musicisti che parteciperanno al tour sono: Silvio Zalambani (sax soprano, musiche e arrangiamenti); Vittorio Veroli (violino); Donato D’Antonio (chitarra); Tiziano Negrello (contrabbasso); Rubén Andrés Costanzo (narratore).


per ulteriori informazioni:



Speciale su Donanto D'Antonio prossimamente sul Blog

Speciale Teatro Fondamenta Nuove: Intervista con Enrico Bettinello di Empedocle70 parte prima

Empedocle70: Qual‘è la storia di questo Teatro? Da quanto è “operativo” nell’ambito delle manifestazioni culturali veneziane?

Enrico Bettinello: Il Teatro è attivo dalla prima metà degli anni Novanta e "nasce" come palcoscenico per la danza, ma poi negli anni si è connotato sempre più come "luogo" della contemporaneità in una città che, Biennale esclusa, sulle arti sceniche contemporanee non ha poi così tante occasioni di confronto.
Dopo avere organizzato al Teatro alcuni concerti molto seguiti, dal 2003 l’Associazione Vortice gestisce direttamente la struttura e si è ritagliata in questi anni un ruolo di centralità nel panorama culturale veneziano.


E: Quali sono le sue caratteristiche tecniche? Cosa mettete a disposizione degli artisti, siano essi impegnati nella danza, teatro, musica o multimedialità?

E.B.: Il Teatro ha una struttura molto semplice e "postindustriale", con una pianta rettangolare e un grande palcoscenico: la sua caratteristica sono i muri in mattoni, che spesso affascinano compagnie e artisti, che ne fanno una scenografia semplice e di grande impatto emozionale.
Il reparto tecnico, gestito da uno staff di assoluta qualità, ha a disposizione una scheda tecnica ampia [la si trova nel nostro sito web] e ovviamente consente agli artisti di disporre di possibilità tecniche molto varie, anche se – come è evidente – compatibili con lo spazio.


E.: Quante persone occupa l’organizzazione del teatro?
E.B.: C’è uno staff organizzativo di quattro persone, cui si aggiungono tirocinanti e collaboratori esterni, mentre il reparto tecnico conta, oltre ai responsabili, un numero variabile di persone di differente competenza [luci, audio, scenografia, macchinisti…]
E.: Come è composta la vostra programmazione? A cosa date maggiore importanza?
E.B.:Originariamente sia Massimo Ongaro – che è stato direttore fino alla primavera del 2008 – che io, proveniamo da interessi e ambiti professionali legati alla musica e il lavoro di Vortice è nato con la rassegna "Risonanze", che è ancora il fiore all’occhiello della nostra programmazione. Negli anni poi l’indagine si è allargata anche alla danza e al teatro contemporaneo, creando un programma nel quale le varie proposte costituiscono un affascinante viaggio nella contemporaneità. Attualmente la stagione è composta, oltre che da "Risonanze", da "danzedautunno" – in collaborazione con Arteven – e da "Movimenti – gesti di teatro necessario", in collaborazione con OperaEstate Festival di Bassano, ma anche da appuntamenti come "Resi/dance" "Happy New Ears" a Capodanno e via dicendo. Negli anni l’importanza viene assunta sempre più dall’integrazione fra questi percorsi, alle possibilità di residenza e di network che la presenza degli artisti crea.
E.: Il pubblico come reagisce alle manifestazioni? Io personalmente ho assistito a diversi concerti qui nel corso degli anni e ho sempre trovato il Teatro pieno, anche se le proposte non erano ..semplici.

E.B.: Per quanto riguarda la musica, abbiamo costruito un pubblico negli anni e posso dire con orgoglio che "Risonanze" è una rassegna che ha dimensione europea [ne parla Wire, etc.]: chi viene nel nostro Teatro sa che trova qualità massima, che nella contemporaneità è molto importante. Abbiamo poi, accanto agli appassionati della danza e del teatro contemporaneo, un vasto pubblico universitario curioso di confrontarsi con esperienze linguistiche e espressive sempre nuove. Diciamo che il pubblico reagisce in modi sempre vari, certamente è molto attento e rispettoso, anche se poi riesce a sviluppare una propria opinione e questo è per noi un grande risultato, in un’epoca di menefreghismo o di adesione cieca e entusiasta a qualsiasi cosa venga spacciata per "cult".
E.: Dal 2003 le rassegne Risonanze e La Costruzione del Suono sono confluite nel Teatro ci vuoi parlare di queste due rassegne storiche? Ero ancora studente universitario quando andavo a sentire le loro proposte allo IUAV ed erano sempre delle belle esperienze ….anzi forse ci siamo conosciuti proprio in una di quelle occasioni…

E.B.: Come accennavo, "Risonanze" è nata prima che gestissimo il teatro, in seno allo IUAV e ci è sembrato naturale trovarle una "casa" che garantisse continuità e sviluppo. Per quanto riguarda La Costruzione del Suono, che sviluppava un percorso laboratoriale e artistico su musica e nuove tecnologie, era legata al Centro Culturale Candiani e ha avuto, a dispetto di quanto forse viene percepito oggi [forse perché il luogo non godeva all’epoca di un gran favore di pubblico] un grande successo, con i concerti di artisti come Mouse on Mars o Otomo Yoshihide, ma anche con seminari che hanno chiamato allievi da tutta Europa. Non c’è dubbio che in molte proposte di "Risonanze" siano confluite anche le tensioni e le riflessioni di quell’esperienza.

martedì 24 febbraio 2009

IL TORCHIOvi invita alla PELIGROSA MILONGA


IL TORCHIO

vi invita alla:

PELIGROSA MILONGA
Musicalizador: Peppe di Gennaro
Venerdì 27 febbraio 2009 h. 22.30

Info: 3337537731 - 3207159944

Per prenotazione tavoli entro e non oltre le h. 18.00
presso:

Spazio "Torchio"Via Colonnello Aliperta (Parco degli Aromi)

Somma Vesuviana (NA)

Franco Morone e Raffaella Luna - Songs we love Rovereto 4 aprile


SALA FILARMONICA di ROVERETO
SABATO 4 APRILE
ORE 20.45
INGRESSO LIBERO
Serata proposta dalla onlus
Associazione Trentina Meninos de Rua

Video al Teatro Fondamenta Nuove: Elena Càsoli - Scenario di Michele Tadini

Speciale Teatro Fondamenta Nuove: Scheda Tecnica




SCHEDA TECNICA


CapienzaPalco 8 metri 150 pax
PalcoscenicoSuperficie di legnoProfondità mt. 8Larghezza mt. 10Altezza mt. 0.90
GraticcioTiri fissi con rocchetti a mt. 6,30 dal palco e mt. 0,25 di interasseballatoi laterali lungo i muri a mt. 4,10 dal palcoPasserelle superiori a mt. 7,40 dal palco
Impianto elettrico40 ritorni elettrici dai ballatoi alla cabina dimmer10 ritorni elettrici dal palco alla cabina dimmer4 ritorni-diretta 230V 16A 2P+T 2 ritorni 400V 16A 3P+N+TCarico massimo 32 kilowatt 32 A 3P+N+TQuadro principale: 8 prese 32A 3P+N+T



MATERIALI DISPONIBILI A NOLEGGIO


Illuminotecnica10 proiettori da 500 watt (spotlight) + bandiere + telagel *36 proiettori da 1000 watt (spotlight) + bandiere + telagel *6 asimmetrici lineare (spotlight) + telagel *10 Par64 lampade cp60 o 628 sagomatori (spotlight) 13-65 da 1000 watt *2 sagomatori (spotlight) 24-50 da 1000 watt *8 ETC 50°2 ETC 36°2 ETC zoom 23.50°2 iridi (ETC)8 portagobos (ETC)1 Neon wood
24 canali dimmer 4 X ADB Eurorack 6x3Kw *1 console MA Lightcomander 24/48 *
Impianto audio1 Mixer yamaha DM 1000 + scheda ADAT 16 in/out1 Alesis HD24 hard disk recording 24 tracce4 Celestion Cxi 821 (top) *2 Celestion Cxi 1812 (sub)2 Yamaha MSR 100 Active speaker 100 W2 Energy Active Speaker 400 W1 Multicord 24in 8out 35mt *1 mixer Yamaha GM16 16/2/2 *2 Lettore Cd *2 mic AKG c 414 *2 mic shure sm 582 mic shure sm 57
Impianto video1 schermo fronte proiezione mt. 4,00x3,001 videoproiettore Epson 2500 a.l.1 video proiettore Proxima 2000 a.l. DLP2 dvd player
AllestimentiTappeto danza PVC bianconeroQuinte (varie dimensioni)2 Tulle mt. 6,00 x 6,00 e mt.8,00 x 6,00Fondale PVC mt. 8,00 x 6,00vari velluti rossi
Facilitiescateringproduzionelightdesignsetdesign
* UTILIZZABILI IN CONVENZIONE CON IL COMUNE DI VENEZIA

lunedì 23 febbraio 2009

Deseo de Tango in concerto a Bellinzona il 4 marzo


Musica e molecole
Serata patrocinata da Stelinvest SA di Chiasso

Mercoledì 4 marzo dalle 19:30
L’istituto di ricerca in Biomedicina e la fondazione Science et Cité
vi invitano a vivere la settima serata di musica e molecole.

Introduzione
Thomas Brooks
Direttore Comunicazione IRB

Musica
Deseo de Tango
Gruppo nato nella Hochschule der Kuenste di Berna
Florine Juvet-Henny - Fisarmonica
Christian Baur - Violino
Arancio Virginia - Chitarre
Marija Savicevic - Pianoforte
Simone Schranz - Contrabbasso

Molecole
“Biologia strutturale: Cristalli, magneti e computer”
Luca Varani, IRB - Ricercatore, IRB

Programma
1 Verano Porteño, Astor Piazzolla
2 Milonga del Angel, Astor Piazzolla
3 Memorias y Olvidos, Rodolfo Mederos
4 Nightclub 1960, Astor Piazzolla
5 Tanquimia, Hugo Potenza
6 Contrabajissimo, Astor Piazzolla
7 Soledad, Astor Piazzolla
8 Tanguedia, Astor Piazzolla
9 Concierto para Quintetto, Astor Piazzolla

Per informazione:
email: tom.brooks@irb.unisi.ch
fax: 091 820 0312
Istituto di Ricerca in Biomedicina,
via Vincenzo Vela 6
6500 Bellinzona
Consigliamo di posteggiare
presso l’autosilo Piazza del Sole
(100 metri dall’evento).


Deseo de Tango. Boîte à Musique TSR. Milonga del Angel.

Video al Teatro Fondamenta Nuove: Dirty Three in Venice - Italy - 26.05.2007

Speciale Teatro Fondamenta Nuove


Speciale Teatro Fondamenta Nuove: Il Progetto



Dal 2003 il Teatro Fondamenta Nuove di Venezia è gestito dall'Associazione Culturale Vortice
L'Associazione Vortice è attiva dal 1998 in città, specialmente nell'ambito musicale, organizzando rassegne ormai consolidate come "Risonanze" o "La Costruzione del Suono" e ritagliandosi un ruolo centrale nella proposta di una lettura della contemporaneità che passa attraverso le esperienze sonore più varie, dal jazz al rock d'avanguardia, dalla elettronica al teatro musicale, indagando anche i rapporti con le altre discipline e la multimedialità.
La programmazione musicale, che già in passato ha spesso trovato la sua collocazione nello spazio del Teatro Fondamenta Nuove, costituisce l'ossatura iniziale del progetto di gestione, ma nelle intenzioni dell'Associazione è forte il progetto di fare dello spazio teatrale un "luogo" della produzione e della fruizione che abbracci anche altre forme artistiche, dalla danza [per cui il teatro è stato originariamente concepito con la decennale attività curata da Gennaro Labanca] al teatro, ospitando anche seminari, workshop, conferenze e ponendosi come possibilità di modello culturale per la città e le sue potenzialità creative.
Situato proprio al termine delle Fondamenta Nuove, affacciato sulla laguna nord, il teatro - caratterizzato da una affascinante struttura in cui convivono mattoni e legno - può ospitare fino a 200 spettatori.

domenica 22 febbraio 2009

BACH GUITAR DUO - Florindo Baldissera - Vittorino Nalato in Concerto a Belluno il 7 marzo

Stagione di concerti
"Sabati alla Miari"

organizzazione
Scuola Comunale "Antonio Miari" di Belluno
Dipartimento provinciale del Conservatorio "Pedrollo" di Vicenza

BACH GUITAR DUO
Florindo Baldissera - Vittorino Nalato
chitarre
Concerto in Memoria di Edoardo Gazzera
7 marzo 2009 ore 20.30
Belluno - Sala Centro Giovanni XXIII, piazza Piloni

- ingresso libero -

programma

Johann Sebastian Bach
Preludio BVW 849
Preludio e Fuga BWV 888
Aria BWV 208
Corale Nun freut euch, lieben Christen gmein BWV 734

Friedrich Christian Witt (1660-1716)
Passacaglia in diciotto partite

Anton Diabelli
Andantino op. 139 n. 6

Ludwig van Beethoven
Sei Scozzesi op. 83 (trascrizione di E. Gazzera)

Ferdinando Carulli
Larghetto de Mozart op. 164

Astor Piazzolla
Adiós Nonino

Video: Julian Bream & John Williams Albeniz-Castilla(Seguidillas)

Video: John Williams & Julian Bream - Brahms

sabato 21 febbraio 2009

Video: Julian Bream & John Williams Bajo La Palmera - Albeniz

“La chitarra ed il violino nell’arte paganiniana” Rivisitazione dei manoscritti della Biblioteca Casanatense



Continuando la revisione dei manoscritti di Niccolò Paganini alla Biblioteca Casanatense e la diffusione della musica ottocentesca per chitarra, questo appuntamento è stato arricchito rispetto ai precedenti con una conferenza, un seminario ed una mostra di strumenti originali che si terranno nel Salone Monumentale della Biblioteca Casanatense in Via di Sant'Ignazio, 52-Roma




Giovedì 26, Venerdì 27 e Sabato 28




Mostra di strumenti d'epoca della Collezione Frignania cura del Liutaio Lorenzo Frignani Esposizione al pubblico degli originali autografi di Niccolò Paganinia cura della dr.ssa Anna Alberati

Venerdì 27


alle ore 18,30 Conferenza "Gli strumenti di Paganini"a cura del M° Giovanni Antonioni


alle ore 19,30 Concerto "La musica di Paganini e dei suoi contemporanei”chitarre dell'800 M° Francesco Taranto


Sabato 28


dalle ore 10,00 alle ore 13,00 Seminario sulla musica di Niccolò Paganinia cura del M° Francesco Taranto

Ingresso libero e gratuito a tutti gli appuntamenti

Biblioteca Casanatense Via di S.Ignazio, 52 – 00186 Roma

I Fotografi e la Chitarra Classica

A extensão da música

la musica (Aly)

la musica (Aly)

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music was my first love

mercoledì 18 febbraio 2009

Video: John Williams & Julian Bream: C.Debussy-Clair de Lune

Concerto di Angelo Barricelli a Città della Pieve di Angela Cingottini

Concerto di Angelo Barricelli a Città della Pieve

Sabato 27, nella Sala Grande del cinquecentesco Palazzo Corgna, ha avuto luogo il concerto di Angelo Barricelli a Città della Pieve.

Il Maestro era arrivato nella cittadina umbra insieme alla consorte Maria Grazia il giorno precedente, accolto dal freddo pungente del luogo e dalla calda ospitalità di Gastone Novelli e Antonio Mugnari, i due amici che, nel laboratorio di ebanisteria di Antonio, hanno recentemente realizzato la quarta delle loro chitarre. Angelo era venuto proprio per questo evento, presentare durante un suo concerto il neonato strumento.



L’evento è stato pianificato in pochissimi giorni dall’ ottimo Assessore alla Cultura, la Prof M. Luisa Meo, che ha sempre seguito con grande interesse l’evolversi del progetto di liuteria che da poco più di un anno a questa parte si andava realizzando nella bottega di Antonio. Un progetto nato, per Antonio come una scommessa con se stesso, visto che l’ebanisteria (oltre alla meccanica e alle ferrovie) è la sua grande passione, per Gastone frutto di lunghi e approfonditi studi dettati dall’amore per la chitarra in particolare e, comunque, per la musica e la sua produzione e riproduzione.
Non appena il Maestro Barricelli comunicò la sua disponibilità e interesse a tenere il concerto durante le festività natalizie, tutto il Comune si mise in moto, trovando un degno spazio nel cartellone pievese, già denso di eventi per il periodo, e una degna collocazione proprio nel Palazzo dei Duchi della Corgna , da sempre naturale salotto della città per mostre, presentazione di opere letterarie, convegni e concerti. In questo caso la professoressa Meo ha veramente realizzato un salotto culturale, dal momento che le sale adiacenti ospitavano già da alcuni giorni una affascinante mostra di arte figurativa di Davide Petri , valente pittore che da alcuni anni ha la sua dimora abituale a Città della Pieve e le cui opere sono andate a costituire un continuum al concerto, in una sinestesia di musica e colori.
Il Maestro si è prodotto in una prima parte del concerto con musiche di Dowland, Tarrega, Duarte e Barrios suonando la sua chitarra realizzata da Camillo Perrella. La seconda parte , con musiche di Giuliani, Villa Lobos e Albeniz, è stata eseguita sulla chitarra pievese, che ha retto bene al confronto con l’altro, illustre, strumento.
L’atmosfera era molto bella e il pubblico che gremiva la sala ha dimostrato di apprezzare moltissimo l’esibizione del Maestro e il bel rapporto di colloquio che lui ha saputo creare tra palco e sala, introducendo brevemente i brani , proprio come in un salotto culturale. Tra la prima e la seconda parte la sottoscritta, per la cronaca Angela Cingottini, ha letto alcuni passi di autori del ‘900 sul Natale.
Poi, a conclusione del concerto, richieste di bis e domande al Maestro e ai costruttori.
Nella mattinata una troupe di Rai tre era salita a Città della Pieve ed aveva realizzato un servizio mandato in onda già la sera del concerto, con intervista al Sindaco che si è espresso in maniera positiva sull’esperienza , puntualizzando come essa, inserendosi nella vocazione all’artigianato da sempre presente nella città, potrebbe costituire punto di partenza per una attività da vedersi in una prospettiva futura. Angelo Barricelli ha valorizzato il servizio dando un saggio del suono della chitarra, che ha accompagnato in sottofondo tutte le immagini.

La giornata per Angelo e Maria Grazia è terminata al ristorante La Fonte del Folletto, attorniati da tanti amici per gustare insieme ottime specialità e vino dell’Umbria. E poi, la mattina dopo……sorpresa : una densa nevicata ha favorito la visita al suggestivo presepe che, tra musiche e luci, si snoda negli ambienti della taverna di Palazzo Corgna.
Grazie Angelo e Maria Grazia! Tornate presto a trovarci!


Angela Cingottini

Siena,30 dicembre 2008

lunedì 16 febbraio 2009

Video: Julian Bream & John Williams Suite for 2 guitars - Lawes

Progetto di ricostruzione del tamburo meccanico di Leonardo da Vinci

Nasce dal lavoro manuale di appassionati di musica meccanica un'impresa ambiziosa: dar vita per la prima volta all'idea originale di Leonardo da Vinci di realizzare il tamburo meccanico. Il riferimento ad un disegno che compare sul celeberrimo Codice Atlantico, ma che solo la scoperta, alquanto recente (40 anni fa), del cosiddetto Codice di Madrid è stata in grado di chiarire in qualche suo dettaglio.






L'idea frutto del confronto tra il presidente dell'AMMI Franco Severi ed un appassionato cremonese, Ernestino Marchetti: un'idea nata dal nulla, come accade per le grandi cose, e l'impegno subito deciso di portare a termine l'idea (1).

L'AMMI patrocina il progetto del tamburo meccanico che una volta ultimato verrà ospitato presso una delle sette sale del museo che l'associazione allestirà nella sede di Villa Silvia. Ernestino Marchetti da parte sua ha costituito un folto gruppo di lavoro che si sta occupando da mesi della realizzazione pratica, ormai vicina alla sua ultimazione. Un gruppo che ha l'epicentro nella bassa cremonese, proprio a due passi da Villa Medici del Vascello che ospitò la corte di Cecilia Gallerani, la celebre Dama con l'Ermellino ritratta da Leonardo, in una terra che lambisce il territorio dei Gonzaga, che aveva un ruolo preminente alla fine del '400 nel perfezionamento e nella ricerca degli strumenti musicali.







Ma tale gruppo ha coinvolto pure officine e artigiani di province limitrofe in un crescendo di entusiasmo. Un'impresa, va detto, tutt'altro che facile, ma che con un lavoro certosino che mescola meccanica, tecnica, musica e, perchè no, ingegno, sta per vedere la luce. Un ruolo importante lo riveste l'architetto di Roma Mauro Carpiceci, che direttore scientifico dell'Associazione Culturale di Sion e studioso di Leonardo, autore tra l'altro del libro I meccanismi musicali di Leonardo e quindi profondo conoscitore dell'argomento.

Le radici di quest'opera risalgono ad oltre 500 anni fa: alla fine del Quattrocento Leonardo pensò a come evitare che centinaia di tamburini (coloro che accompagnavano l'esercito col suono ritmato dei tamburi) morissero durante le battaglie. Perchè quindi non realizzare uno strumento meccanico che, trainato da un cavallo o da due uomini, sostituisse almeno una dozzina di tamburi tradizionali? E così ecco che Leonardo immagina un sistema che renda possibile produrre il suono ritmato sia col movimento delle ruote sia con l'utilizzo di una manovella posizionata sull'asse delle ruote stesse. Leonardo da Vinci fu artista, scienziato, tecnologo e architetto, mentre non esiste alcuna sua composizione musicale nè vocale nè strumentale, ma si parla spesso di Leonardo musicista e del contributo che ha dato alla musica, oltre che del suo superar tutti nel suonare la lira. L'architetto Carpiceci ha elaborato il disegno originale che si trova sul Codice Atlantico interpretandolo e mettendolo a disposizione del gruppo di lavoro. Raffigura una specie di carretto in legno che trasporta un grosso tamburo; i battenti sono 5 per ciascuna membrana (sono due, posizionate sulle due facce del tamburo) e sono collegati alle ruote, e attivati attraverso un complicato meccanismo di azionamento (2). Sempre a Roma sono state realizzate le due membrane del tamburo, e l'inizio del 2009 vedrà l'assemblamento dei vari pezzi. L'inaugurazione prevista per l'inizio della prossima primavera, e presto chiunque potrà assistere al funzionamento di quello che si può definire l’antenato della musica meccanica.

Vanni Raineri

(1) http://www.ammi-italia.com/page10/page1/page1.html

(2) questo il modello, opera del costruttore Siriati Alessandro, che si trova nel Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Milano

http://www.museoscienza.org/dipartimenti/catalogo_collezioni/scheda_oggetto.asp?idk_in=ST070-00127&arg=tamburo

domenica 15 febbraio 2009

Speciale Sante Tursi: download musiche

A conclusione di questo speciale il Maestro Sante Tursi ha messo a disposizione delle lettrici e dei lettori del Blog due pezzi di musica contemporanei da lui interpretati e registrati dal vivo:

Caterina Calderoni: Olas - download

Giampaolo Bracali: Sonata - download
- Preludio
- Scherzo
- Adagio e Fuga
- Passacaglia

Un sincero grazie al Maestro Tursi per la sua cortesia e, da parte nostra, i migliori auguri per la sua carriera musicale.

Speciale Sante Tursi: Video M. Castelnuovo Tedesco Guitar Concerto op.99










sabato 14 febbraio 2009

Speciale Sante Tursi: Video Castelnuovo Tedesco Guitar Sonata op. 77






Speciale Sante Tursi: Recensioni


"Sono sicuro che il talento di Sante Tursi, la sua sensibilità musicale, il suo virtuosismo porterà la chitarra ad altissimi livelli.
Sante Tursi ci dimostra oggi un brillante dominio dell'arte chitarristica nelle sue interpretazioni......Possiede personalità musicale, bel suono e ispirazione artistica."
(ALIRIO DIAZ)

"......Sante Tursi ha dato prova di grandissime qualità; abilità tecnica eccezionale, sensibilità e talento nell'elaborare artisticamente la struttura musicale, raggiungendo vette che considero importantissime per lo sviluppo di un concertista."
(OSCAR GHIGLIA)

“... Tursi appare oggi innanzitutto come musicista dotato di una ricchissima e vibrante interiorità.
Le sue interpretazioni che potrebbero affascinare a sufficienza soltanto per il nitore della tecnica, rivelano sempre a monte una mente ed un cuore che accendono suggestivi bagliori nelle note, sempre vissute con sincera partecipazione...
Non ho difficoltà nell’ammettere che l’interpretazione di “Granada” di Albeniz da parte di Sante Tursi mi ha commosso quanto quella del grande Segovia!”
(La Gazzetta del Mezzogiorno)

“... Sante Tursi ha narrato con raffinata eleganza e con adeguato spirito, oltre che con ispirazione, la Sonata “Omaggio a Boccherini” di Castelnuovo-Tedesco...” (La Nazione)

“... La presencia del destacado guitarrista Sante Tursi fue de las màs estimulantes en el XVII Festival Internacional Cervantino...
La Sonata de Alberto Ginastera, el Elogio de la Danza de Leo Brouwer y algunos Estudios de Heitor Villa-Lobos, fueron algunas de las obras que pudieron escucharse con la musicalidad que sòlo el talento y la refinada técnica de un maestro logran...”
(Memoria del Festival Internacional Cervantino)

“... Una vèz màs los amantes de la buena mùsica recibieron un estupendo regalo al escuchar al guitarrista Sante Tursi, quien fungiò como solista de la Orquesta de Càmara de Bellas Artes... el publico asistente, de pie aclamò al artista italiano...”
(Diario de Mèxico)

venerdì 13 febbraio 2009

Speciale Sante Tursi: Intervista di Empedocle70 parte seconda



Empedocle70. Parliamo di marketing. Quanto pensa che sia importante per un musicista moderno? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?

Sante Tursi: Promuovere se stessi e il proprio lavoro, soprattutto in campo musicale, è sempre stato determinante, non solo oggi! Aggiungerei che la qualità del proprio prodotto è la migliore forma di marketing, per dirla in termini commerciali. Indubbiamente sono necessarie anche una certa valutazione del mercato, l'analisi del territorio, una buona capacità di relazione ma, in ultima analisi, la qualità vince (quasi) sempre ;-)

E. Ho notato in questi ultimi anni un progressivo avvicinamento tra due aspetti della musica d’avanguardia, da un lato l’aspetto più accademico e dall’altro quello portato avanti da musicisti ben lontani dai canoni classici e provenienti da aree come il jazz, l’elettronica e il rock estremo come Fred Frith, John Zorn, la scena downtown newyorkese e alcune etichette di musiche elettroniche come la Sub Rosa e la Mille Plateux. Che ne pensa di queste possibili interazioni?

S.T.: Ne penso tutto il bene possibile, l'importante è che siano operazioni intelligenti e di buon gusto. L'interazione, in tutte le sue forme, può essere considerata un tratto distintivo del nostro tempo; l'odierno clima culturale, a parte qualche "rigurgito" repressivo, permette e facilita l'incontro tra le diversità e quindi, a maggior ragione, anche l'avvicinamento e la fusione di correnti musicali anche molto distanti tra di loro.

E. Sembra essersi creata una piccola scena musicale di chitarristi classici dediti a un repertorio innovativo e contemporaneo, oltre a lei mi vengono in mente i nomi di Marco Cappelli, David Tanenbaum, David Starobin, Arturo Tallini, Geoffrey Morris, Magnus Anderson, Elena Càsoli, Emanuele Forni, Marc Ribot con gli studi di John Zorn … si può parlare di una scena musicale? Siete in contatto tra di voi o operate ciascuno in modo indipendente?

S.T.: Credo che si possa parlare di scena musicale, intendendo con questo termine un gruppo di interpreti che si dedica interamente o in parte ad un repertorio innovativo e/o sperimentale. Il contatto tra di noi poi, dipende soprattutto dalle occasioni che si vengono a creare di volta in volta; magari questo blog può contribuire a far nascere un progetto che ci veda tutti coinvolti!

E. Quale significato ha l’improvvisazione nella sua ricerca musicale? Si può tornare a parlare di improvvisazione in un repertorio così codificato come quello classico o bisogna per forza uscirne e rivolgersi ad altri repertori, jazz, contemporanea, etc?

S.T.: L'improvvisazione nella ricerca musicale contemporanea è sicuramente uno di quegli aspetti che contribuisce a liberare le potenzialità creative dell'interprete, come ho detto prima; anzi, direi che è la libertà tout court! E' un tipo di pratica che, utilizzata soprattutto nel passato barocco e classico, è stata ripresa dalle avanguardie del '900 (per non parlare del jazz). La ritengo quindi un aspetto molto importante della formazione di un musicista dei nostri giorni e credo debba essere maggiormente approfondita e studiata anche all'interno di un percorso di studi accademico.

E. Ascoltando la sua musica ho notato la tranquilla serenità con cui lei si approccia allo strumento indipendentemente dal repertorio, da con chi sta suonando, dal compositore, dallo strumento che lei adopera dimostrando sempre un totale controllo sia tecnico che emotivo, quanto è importante il lavoro sulla tecnica per raggiungere a questo livello di “sicurezza”?

S.T.: Il lavoro sulla tecnica è basilare, nel senso che non si dà interpretazione senza questo solido fondamento. Aggiungerei che deve essere anche un lavoro continuo, lungo tutta la vita artistica di un interprete, senza però che diventi un fine ma piuttosto un mezzo per costruire un'esecuzione viva e fantasiosa.

E. Come vede la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?

S.T.: Sono estremamente favorevole alla diffusione più capillare possibile della cultura e dell'arte, con qualsiasi mezzo. Se, seguendo Dostoevskij, "la bellezza salverà il mondo", allora è importante, anzi necessario, che il mondo sia raggiunto da questo messaggio. Internet e le nuove tecnologie offrono in questo senso un mezzo potente e "democratico" di condivisione globale della musica e dell'arte.
Certo, resta la dibattuta questione dei diritti d'autore, ma credo che si possa trovare una soluzione, prima o poi.

E. Ci consigli cinque dischi per lei indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta..

S.T.: Aggiro la domanda proponendo un ventaglio di scelte (non saprei proprio decidere per soli cinque dischi!). Seguendo il mio gusto personale direi: il Mahler di Bernstein, il concerto di Ravel della Argerich, una selezione di arie d'opera interpretate dalle grandi voci del passato, qualsiasi registrazione di Carlos Kleiber, idem per John Coltrane.

E. Quali sono invece i suoi cinque spartiti indispensabili?

S.T.: Se parliamo di chitarra, allora: Chaconne di Bach (lo so, è una trascrizione, ma la porto lo stesso ;-), Nocturnal di Britten, Sonata omaggio a Boccherini di Castelnuovo-Tedesco, Royal Winter Music di Henze, Variazioni sulla "Folia" di Ponce.

E. Il Blog ha aperto di recente una nuova rubrica dedicata ai giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli si sente di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?

S.T.: Soprattutto...tenere duro! ;-) A parte la battuta, credo che il suggerimento migliore sia quello, ovvio, di continuare a studiare con impegno in maniera da farsi trovare sempre preparati; molto spesso la carriera si costruisce a partire da occasioni (partecipazione a concorsi, incontri, etc.) che generano altre occasioni che a loro volta ne generano altre e via seguendo. Una cosa però sento di consigliare caldamente: non bisogna cedere alla tentazione di proporre unicamente programmi dall'approccio "leggero" o "strappa-applausi", perchè alla lunga non generano altro che assuefazione e quindi disinteresse; tra l'altro tale atteggiamento sta allontanando sempre più la chitarra dalle stagioni più importanti, relegandola in una sorta di ghetto musicale. E' importante invece, secondo il mio parere, proporre un repertorio originale e innovativo e che comprenda anche le grandi opere della nostra letteratura.
E. Con chi le piacerebbe suonare e chi le piacerebbe suonare?
S.T.: Mi piacerebbe suonare con chiunque (non necessariamente un chitarrista) abbia una visione della musica aperta al nuovo e una mentalità desiderosa di progresso.
Per quanto riguarda chi suonare, mi piacerebbe davvero se Henze componesse un nuovo pezzo per chitarra!

giovedì 12 febbraio 2009

Speciale Sante Tursi: Intervista di Empedocle70 parte prima


Empedocle70. La prima domanda è sempre quella classica: come è nato il suo amore e interesse per la chitarra? Con quali strumenti suona?

Sante Tursi: Ho cominciato ad interessarmi alla chitarra semplicemente perchè in casa dei miei genitori ne circolava una (un modello piuttosto malandato a dire il vero!); all'inizio ero incuriosito soprattutto dal fatto di poter suonare uno strumento polifonico...trasportabile! Nelle prime lezioni -che presi da un insegnante privato- sviluppai la tecnica del plettro e imparai i più comuni giri armonici. Ben presto però cominciai a cercare dell'altro, anche se non sapevo ancora bene cosa; l'occasione mi si presentò un giorno quando vidi un allievo più grande suonare utilizzando le dita della mano destra; fu allora che decisi di studiare anch'io la tecnica della chitarra classica. Il fatto di poter usare quattro dita invece che un solo plettro mi sembrò in quel momento un progresso enorme che avrebbe significato l'apertura di orizzonti nuovi ed illimitati. Posso dire a posteriori che l'amore per la chitarra scaturì da quel semplice episodio - tra l'altro si trattava di un semplice esercizio sulle corde a vuoto; in quei primi mesi di studio (ero alle soglie dell'adolescenza) ciò che mi affascinava di più era la vera e propria sensazione fisico-tattile di poter produrre dei suoni con le mie mani per mezzo della chitarra.
Per quanto riguarda gli strumenti che suono attualmente, alterno sostanzialmente una Bernabè del 1979 ed una Scandurra del 2001.


E. Lei si è diplomato al Conservatorio di Bari, sua città natale e ha studiato per tre anni come borsista presso l'Accademia Chigiana di Siena ottenendo 3 diplomi di merito con Oscar Ghiglia, che ricordi ha di questo insegnante e della sua scuola?

S.T.: Devo precisare che con Oscar Ghiglia ho studiato ulteriori tre anni frequentando i corsi che impartiva presso la Musik-Akademie di Basilea, dove ho poi conseguito il Solisten-Diplom. Ciò che mi colpiva (e mi colpisce tuttora) della sua didattica è il minuzioso lavoro di analisi del testo in tutte le sue componenti e la messa in luce delle relazioni melodiche, armoniche e ritmiche all'interno della struttura formale, arrivando a volte ad una vera e propria (ri)scoperta della composizione che avevo di fronte. Lo snodo principale del suo insegnamento è quindi l'equilibrio tra la severa decodifica dello spartito e l'apertura mentale dell'interpretazione. Veniva poi il lavoro sul timbro e cioè sulla scelta della sonorità più appropriata per una determinata frase. Tutto ciò si traduceva, almeno per la mia esperienza, in un'esplosione di libertà interpretativa all'interno del (ovvio) rispetto del testo scritto.
A pesare sulla mia formazione aggiungerei anche la particolare atmosfera creativa, sia della Chigiana che dell'Akademie, che favoriva lo scambio e l'arricchimento reciproco tra noi giovani studenti provenienti da tanti paesi diversi.


E. Berio nel suo saggio “Un ricordo al futuro” ha scritto: “.. Un pianista che si dichiara specialista del repertorio classico e romantico, e suona Beethoven e Chopin senza conoscere la musica del Novencento, è altrettanto spento di un pianista che si dichiara specialista di musica contemporanea e la suona con mani e mente che non sono stati mai attraversati in profondità da Beethoven e Chopin.” Lei ha suonato e registrato Ponce, Diabelli, Molino, Kreutzer, Rodrigo … e poi è passato al repertorio contemporaneo (Castenuovo Tedesco, Pisati..) si riconosce in queste parole?

S.T.:Non vorrei peccare di presunzione, ma è quello che ho sempre sostenuto. L'uomo è un essere che vive inserito in un flusso temporale e non esiste nessuna attività umana che non provenga da una qualche esperienza precedente; ciò che conosciamo oggi è solo il risultato delle ripetute trasformazioni di un materiale già dato.
A maggior ragione, la musica contemporanea non può essere compresa appieno dall'interprete (ma, aggiungerei, neanche dall'ascoltatore) se non si è assimilato il repertorio delle epoche precedenti. Tutta una serie di "gesti" sonori della musica d'oggi non sono altro che rielaborazioni di materiale preesistente, cosa che certamente non sfugge ad un orecchio attento e preparato.
Inoltre, proprio a causa di queste sottili relazioni, la conoscenza della musica del '900 può vivificare anche le interpretazioni di uno specialista del repertorio barocco o classico-romantico. La nostra stessa sensibilità varia nel corso del tempo e quindi il modo di suonare Beethoven o Chopin, per fare un esempio, evolve assieme all'evoluzione non solo della pratica musicale ma anche di tutto il clima culturale della società. E' in questo senso che le interconnessioni tra presente e passato impongono la necessità, come dice Berio, di una conoscenza globale del repertorio.


E. Come è nato il suo interesse verso il repertorio contemporaneo?

S.T.: Ho sempre avuto un forte interesse per la musica contemporanea, fin dagli anni di studio in conservatorio; il tipo di percorso che ho seguito ne è stato la logica conseguenza.
Ho sempre pensato che il repertorio contemporaneo, meno legato a convenzioni stilistiche rispetto a quello classico, permettesse una sorta di potenziamento delle energie creative dell'interprete e un consolidamento della propria personalità artistica; almeno, questo è quello che io provo di fronte a questa musica. Naturalmente sono ben lungi dall'affermare che il repertorio delle epoche precedenti de-potenzi l'interprete (e in ogni caso la mia scelta di eseguire musica contemporanea non è di tipo radicale; continuo infatti ad eseguire anche il repertorio tradizionale); semplicemente penso che l'atteggiamento interpretativo diventi meno vincolato e, quindi, più libero.

E. Come si è trovato a suonare gli studi di Maurizio Pisati e quali sono state le difficoltà che ha trovato?







S.T.: Ho eseguito gli studi di Maurizio Pisati al Festival Internazionale di Chitarra di Lima nel marzo 2006 nell'ambito del progetto "Sonora" (il cui direttore artistico è il compositore Nicola Sani) patrocinato dal CEMAT, una meritoria istituzione che si occupa della diffusione della musica contemporanea italiana. In quell'occasione ho anche suonato "Attese" di Paolo Rotili, "Olas" di Caterina Calderoni e la "Sonata" di Stefano Taglietti, tre opere commissionate da e gentilmente dedicate al sottoscritto.
Gli Studi di Pisati, che ritengo una delle migliori e più riuscite espressioni del genere in ambito contemporaneo, esplorano nuove potenzialità timbriche dello strumento; il termine stesso ci porta nella direzione della ricerca sonora e dell'esplorazione della tecnica. Accanto ai "tradizionali" staccati, pizzicati, suoni armonici vengono richiesti sfregamenti delle corde anche col pollice sinistro, suoni "soffocati" ottenuti mediante il leggero appoggio del dito sinistro sulla corda, percussioni, glissati; è insomma una sorta di "ri-creazione" della chitarra in cui il suono viene sviluppato su più dimensioni.
Direi però che la difficoltà maggiore, al di là del dato tecnico, risieda nell'inglobare questa visione sonora all'interno della struttura formale, in maniera da sviluppare un discorso coerente e scorrevole. Spero di esserci riuscito!

E. Nel suo canale Youtube ci sono tre video suoi mentre suona i tre movimenti della Guitar Sonata di Stefano Taglietti a lei dedicata, vuole parlarci di questo pezzo e di questo compositore?

S.T.: Ogni movimento di questa sonata ha in realtà un sottotitolo che esplicita l'idea che ne è alla base, nell'ordine: "Ian Curtis voodoo", "The slow young's prayer" e "Finale".







Il primo tempo è ispirato al celebre cantante dei Joy Division che durante i concerti esorcizzava la paura per i suoi possibili attacchi epilettici con una sorta di rituale mimico; da qui l'estremo eclettismo della scrittura che alterna parossismo e quiete.






Il secondo è una sorta di blues lento che rende molto bene l'idea di raccoglimento e meditazione.






Il finale è costruito su dei bicordi ribattuti con cambiamenti dinamici continui che sfociano nella conclusiva liquefazione del suono; ciò che rimane alla fine è un ultimo bicordo in pianissimo. Anche questa, un'opera interessantissima.

E. Lei ha suonato dal vivo Olas di Caterina Calderoni e Sonata di Giampaolo Bracali, ci vuole parlare di questi pezzi?

S.T.: "Olas" è uno dei primi pezzi per chitarra della compositrice milanese Caterina Calderoni (un'ottima opera prima, direi!). Il brano è una sorta di intersezione tra risonanze di corde a vuoto e "rumori" ottenuti con lo smorzamento della vibrazione delle corde con la mano sinistra. Il titolo ("Onde" in spagnolo) rimanda soprattutto alla parte centrale, nella quale l'accumulo di diverse masse sonore suggerisce l'effetto "ondoso".La "Sonata" di Giampaolo Bracali è scritta invece nei quattro movimenti classici (Preludio-Scherzo-Corale e fuga- Passacaglia; in realtà sembra più una suite barocca). La scrittura contemporanea qui si adatta perfettamente allo stampo della forma tradizionale in una continua tensione tra passato e presente. Molto bello il Corale e fuga, a mio parere, ma tutta la composizione ha un respiro che ne fa un grande pezzo del repertorio chitarristico.

mercoledì 11 febbraio 2009

Recensione di Chamber Music del Trio Eidos di Empedocle70


Nell’ambito dell’annoso dibattito sulla presunta “povertà” del repertorio dela chitarra classica viene spesso citato come argomento a carico dei detrattori l’impiego del nostro strumento preferito in composizioni desti­nate a circoli ristretti di nobili dilettanti, o al consumo dei salotti borghe­si del settecento e dell’ottocento. Argomentazione a mio avviso di poco spessore perché non considera né l’importanza della chitarra nella musica popolare ma, soprattutto sottointende per l’impiego indicato una semplificazione delle forme e del linguaggio impie­gato a cui non credo assolutamente.
All’interno di questi ambiti decisamente cameristici a distinguersi furono diverse composisitori autori di brani per una formazione base composta da flauto, viola e chitarra. Questo cd ad opera del Trio Eidos (Alessandro Muolo al flauto, Maurizio Lomartire alla viola e Sante Tursi alla chitarra) ci presenta quattro di questi compositori cominciando dal Minuetto di Carl Maria von Weber utilizzato come musica di scena per la commedia in tre atti di Augustin Moreto y Canavas, Donna Diana (1817. Segue il Grand Trio Concertant op. 45 di Francesco Molino, pubblicato a Lipsia intorno al 1827/28, espressione dello stile italo‑francese, ispirato all'opera italiana e dove si può notare la presenza di stilemi operistici, in alcuni casi anche rossiniani.
Di stampo più austriaco si colloca la Serenata Concertata di Anton Diabelli, compositore ed editore viennese, formatosi a Salisburgo sotto la guida di Michael Haydn, la cui opera mostra una ampiezza e articolazione interessanti, lasciando alla chitarra interagire a pari meriti con gli altri due strumenti del trio. Dulcis in fundo il Trio di Joseph Kreutzer, per flauto, clarinetto (o viola) e chitarra, dove risuona l’influensa delle danze popolari dei paesi dell'est e degli stili esecutivi dei suonatori popolari. La bontà dei pezzi e delle loro esecuzioni conferma ancora un volta la presenza di una letteratura cameristica nel primo Ottocento non considerare un semplicistico genere commerciale, ma anche terreno di sfoggio creativo per compositori professionisti. Permettetemi di conludere la recensioni con alcune riflessioni prese da “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar:
“Chi ama il bello finisce per trovarne ovunque, come un filone d’oro che scorre anche nella ganga più ignobile, e quando ha tra le mani questi mirabili frammenti, anche se insudiciati e imperfetti, prova il piacere raro dell’intenditore che è il solo a collezionare ceramiche ritenute comuni.”
Penso ci sia ancora molto da lavorare per una riscoperta filologicamente corretta del repertorio della chitarra classica e questo cd ne è un buon esempio.

Empedocle70

Recensione di The guitar music by Manuel M. Ponce di Sante Tursi di Empedocle70


La musica di Ponce incarna meglio di qualsiasi altra l'esteti­ca segoviana: l'appassionato recupero del folclore del proprio paese viene rielaborato in una felice ed equilibrata sintesi tra la propria formazione di carattere nazional‑popolare e l'assimila­zione della cultura musicale europea, conseguente al suo sog­giorno parigino ed agli studi di composizione con Paul Dukas alla Ecole Normale de Musique. La chitarra sembra essere lo strumento ideale per esprimerne le ca­ratteristiche salienti dell’estetica musicale di Ponce: la sonorità delicata, l'essenzialità del tim­bro la cantabilità e l'armonia vicena agli impressionisti francesi e alla scuola spa­gnola. La sua attenzione si focalizza infatti sia sul repertorio delle melodie au­toctone, in particolare sulle canzoni popolari della provincia na­tiva di Zacatecas, che sulla musica pianistica del romanticismo eu­ropeo, a cui si era appassionato fin da piccolo e
il ciclo di sonate, tra cui la "Romantica" e la "Classica", rispettivamente dedicate a Schubert e a Sor, i 24 preludi, il "Thème varié ci finale", il "Concierto del sur" per chitarra e orchestra testimoniano la grande varietà di forme e stili che Ponce padroneggiava magistralmente arrivando persino, in certi casi, a pubblicare proprie composizioni sotto altro nome.
Sante Tursi in questo cd recupera e incide proprio una di queste opere la Suite in Re Maggiore attribuita in un primo tempo ad Alessandro Scarlatti e successivamente riconosciuta come propria, un vero e proprio scherzo basato sulla perfetta conoscenza dell'impianto formale e stilistico delle suites sei‑settecentesche.
A seguire le 4 Piezas che possono essere considerate come una piccola suite di danze, essendo composte da una Mazurka, un Valse, un Tropico e una Rumba dal sapore e dall’impianto mussicano e sudamericano. Chiudono il cd le bellissime venti Variations Sur "Folia De Espana" Et Fugue, vera e propria sintesi del linguaggio chitarristico di Ponce, che in questa occasione usa il famoso tema della "Follia" come pretesto per una lunga digressione di 20 variazioni, perfettamente concatenate le une con le altre, ciascuna delle quali rappresenta uno svipuppo originale del tema di partenza. Davvero difficile individuare le più belle.
L’importanza e l’affetto di Ponce per la chitarra classica sono ben ricordate da Segovia: «Voglio lasciar bene in chiaro l'incompara­bile importanza che Ponce ha avuto nel rinnovamento attuale della chitarra [ ... ]. Ha elevato la chitarra al di sopra della scar­sa statura artistica nella quale si trovava. A fianco di Turina, de Falla, Manén, Castelnuovo‑Tedesco, Tansinan, Villa‑Lobos, Tor­roba ecc. ma più copiosamente di tutti loro, intraprese la sua nobile crociata con animo di liberare la bella prigioniera. Gra­zie a lui e a quelli che ho nominato la chitarra fu riscattata dal­la musica scritta esclusivamente da chitarristi (1)». Sante Tursi in questo cd sembra aver davvero fatto tesoro di queste parole regalandoci delle versioni appassionate, belle e gradevoli.
Da menzionare il bel libretto curato da Oscar Ghiglia.

(1) “Segovia e il suo repertorio” di Eloisa Perricone e Adriano Sebastiani, edizioni graphos pag. 69

martedì 10 febbraio 2009

Speciale Sante Tursi: Video J. Rodrigo Invocation et Danse



Speciale Sante Tursi: Recensioni CD



“…Riteniamo di grande valore questa registrazione sia per l’importanza delle opere eseguite che per l’ottima interpretazione… Raffinatissima l’esecuzione del Valse da parte di Sante Tursi che mostra una grande eleganza nel farne emergere l’anima messicana…
Tutto è presente in questa incisione: il rispetto del fraseggio tipico del compositore messicano: la mirabile capacità di frenare il virtuosismo fine a sé stesso, per un’esecuzione controllata e sapiente nel rispetto delle indicazioni presenti in partitura...
Ma il CD ci regala un altro momento di grande intensità offertoci dalla Suite in Re Maggiore... troviamo un Tursi attento alle tante sfumature e preciso nella scelta delle sonorità...
Un lavoro che vale certamente la pena di presentare con grande enfasi sia per il valore musicologico che per l’ottima resa artistica.”
(William D’Arrigo – CD Classica)

“… I vari movimenti che costituiscono la Suite in re maggiore sono affrontati da Tursi con tocco carico di effervescenza, gusto appropriato e trasparenza…
L’interpretazione é agile e molto accurata nei dettagli tecnici... Convincente la lettura delle Variazioni sulla “Folia de España”... Tursi evidenzia una incisiva caratura di interprete di musica del ‘900.”
(Gianluca Marino – Guitart)

“...La lettura di Sante Tursi é molto buona e riesce a rendere con proprietà stilistica la bellezza di queste musiche.”
(Marco Riboni – Amadeus)

“… Tursi è un musicista sensibile e si può ben sentire che ha molto in comune con lo stesso Ponce… Tursi offre un’ottima interpretazione delle Variazioni sulla “Folia de España” e Fuga, musicalmente perfetta e aperta a tutte le possibilità espressive… L’intensa musicalità di Sante Tursi è appagante.”
(Colin Cooper – Classical Guitar)

“… una dimostrazione di quanto bene possa suonare la chitarra nella musica da camera… I musicisti suonano con assoluto coinvolgimento; essi danno a questi brani una nuova luce… Il trio di Kreutzer viene eseguito splendidamente… Tempi appropriati, esecuzioni emotive, spirito e vivacità tirano fuori il meglio da questa musica…”
(Colin Cooper – Classical Guitar)

“… Il chitarrista italiano Sante Tursi estrae il meglio dai cinque movimenti della Suite in Re Maggiore, mostrando un’ottima articolazione e un fraseggio molto musicale nel Preludio e forte vigore ritmico nella Giga…Tursi interpreta i Quattro Pezzi con estrema varietà timbrica…In particolare, la sua interpretazione del Valse è particolarmente raffinata.”
(Lilly Afshar – American Record Guide)

lunedì 9 febbraio 2009

Speciale Sante Tursi: Video Regino Sainz de la Maza - El Vito


Speciale Sante Tursi: Biografia


SANTE TURSI è nato a Bari e si è diplomato con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio "N. Piccinni" della sua città. E’ anche laureato in Filosofia con il massimo dei voti e la lode.
La sua formazione è poi proseguita con Alirio Diaz, Josè Tomàs, Manuel Barrueco e con Oscar Ghiglia, con il quale ha studiato per tre anni come borsista presso l'Accademia Chigiana di Siena ottenendo 3 diplomi di merito.
In seguito ha frequentato i corsi triennali di alto perfezionamento della Musik-Akademie di Basilea tenuti da O. Ghiglia, conseguendo il Solisten-Diplom.
E’ stato premiato in diversi concorsi internazionali fra cui il Segovia di Granada, i concorsi di Gargnano e Alessandria (dove ha ricevuto anche il premio speciale Alirio Diaz).
Ha vinto il 1° premio assoluto del 33.mo Concorso Internazionale di Chitarra di Tokyo.
Sante Tursi suona regolarmente in tutta Europa, Asia e America, nei maggiori centri musicali e per i festival più importanti:
Teatro Filarmonico di Verona, Fondazione W. Walton, Japan Guitar Association Music Festival di Tokyo, Festival Internacional Cervantino de Mèxico, Festival Guitar in Russia di Voronezh, Erlbach Guitar Festival (Germania), Festival Internazionale di Chitarra di Gliwice (Polonia), Semana Internacional “R. Sainz De La Maza” di Burgos (Spagna), Bar International Guitar Festival (Montenegro), Bosnia Guitar Festival di Banja Luka (Bosnia), Festival di Musica Contemporanea dell’Università di Santiago del Cile, Festival Internazionale di Chitarra di Lima (Perù), Teatro Colòn di Buenos Aires, Royal Festival Hall di Londra e come solista con orchestre quali l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, l’Orchestra Sinfonica de Bellas Artes de Mèxico, Filarmonica di Cluj (Romania), English Chamber Orchestra, etc.
Dedica particolare attenzione alle nuove musiche presentando prime esecuzioni: ha eseguito la Sonata per chitarra di Giampaolo Bracali presso Radio Universidad di Santiago del Cile; le Sonate di Stefano Taglietti e Vito Palumbo, a lui dedicate, al Festival Internazionale di chitarra di Lima e presso la Royal Festival Hall-Purcell Room di Londra; il Liederkonzert per due chitarre e orchestra di Angelo Gilardino presso la Royal Festival Hall-Purcell Room di Londra con la English Chamber Orchestra.
Oltre ad essere titolare della cattedra di chitarra presso il Conservatorio "N. Piccinni" di Bari, Sante Tursi tiene corsi di perfezionamento e Master-Class in Europa e America (Italia, Spagna, Montenegro, Romania, Russia, Perù, Messico, etc.).Incide per la Rainbow, con la quale ha realizzato un CD sulla musica da camera del primo ‘800 e altri due interamente dedicati alla musica di M. M. Ponce.