mercoledì 30 maggio 2012

Shin Sasakubo La flor de los Apus(By Shin Sasakubo)

Guitars Speak: Roberto e Eduardo Taufic duo: “Bate rebate”






Questa sera ore 21 su Radio Voce della Speranza: Roberto e Eduardo Taufic duo: “Bate rebate”

Roberto e Eduardo Taufic duo: “Bate rebate”. La musica brasiliana non può mancare nella discoteca di un appassionato di chitarra. I due fratelli Taufic, Roberto alla chitarra e Eduardo al piano ci portano in un mondo elegante di musiche eccellenti, suonate con grande trasporto e passione. 


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martedì 29 maggio 2012

Shin Sasakubo y Elleen Burhum/ Amapolay

Quattro nuove pubblicazioni per chitarra delle Edizioni Musicali Cidea


Vi segnalo quattro nuove pubblicazioni per chitarra delle Edizioni Musicali Cidea.
Le partiture sono revisionate e diteggiate da Mauro Tonolli. Se qualcuno fosse interessato ad alcune copie può inviare direttamente una mail a Mauro Tonolli: 


Il costo di ogni singola partitura è di 10 € più spese di spedizione; di seguito i dettagli delle pubblicazioni e le immagini di copertina e prima pagina.










pubblicazioni:

NICOLA STRAFFELINI "Cinque pezzi"
per chitarra 
revisione e diteggiatura MAURO TONOLLI
Edizioni Cidea

NICOLA STRAFFELINI "Il meccanismo di Anticitera"
per chitarra elettrica
revisione e diteggiatura MAURO TONOLLI
Edizioni Cidea

RAUL MARIA MASU "Coffee pleasure"
per chitarra
revisione e diteggiatura MAURO TONOLLI
Edizioni Cidea

RAUL MARIA MASU "Antares"
per due chitarrerevisione e diteggiatura MAURO TONOLLI e MATTEO RIGOTTI
Edizioni Cidea

lunedì 28 maggio 2012

Shin Sasakubo Negra del Alma (Musica Ayacuchana)

Recensione di La Leona: Grondona plays Arcas, Stradivarius, 2005




Ebbene sì, lo ammetto, che ci posso fare? Sono un fan di Grondona. Lo ammetto, è più forte di me, non resisto. E come si potrebbe altrimenti? Il Maestro Grondona ha un tale stile e una tale bravura che bisognerebbe avere un ego superiore a quello del Monte Bianco per non lasciarsi commuovere e ammaliare dalla sua musica.
E così diventa indispensabile percorrere le tappe della sua carriera discografica, semplicemente impeccabile, parlando oggi del disco uscito nel 2005 (mio colpevole ritardo arrivarci solo adesso) e dedicato alle musiche del chitarrista e virtuoso spagnolo Julian Arcas.
Arcas è stato un vero virtuoso dello strumento, suonando in tutta Europa, anche alla presenza del Duca di Wellington e del Duca di Cambridge, e insegnando al giovane Francisco Tarrega. Ha scritto oltre una cinquantina di pezzi e una trentina di trascrizioni per chitarra con waltzer, preludi e danze, dalle caratteristiche nettamente romantiche.
La sua influenza è stata importante anche per quanto riguarda lo sviluppo tecnico dello strumento, visti i suoi contatti con il liutaio emergente all’epoca: Antonio De Torres, suonando sempre i suoi strumenti. Proprio a ricordare lo stretto legame artistico tra i due Stefano Grondona suona “La Leona”, strumento mitico dalla caratteristiche uniche e eccezionali.
Grondona la suona con l’usuale virtuosismo che da sempre lo contraddistingue regalandoci nove pezzi (Fantasie, Bolero, Andate, Estudio) regalandoci emozioni uniche. E poi non dovrei essere un fan?

domenica 27 maggio 2012

Guitars Speak programma radio sulla chitarra in onda su Radio Voce della Speranza






Mercoledì sera ore 21 su Radio Voce della Speranza: Roberto e Eduardo Taufic duo: “Bate rebate”

Roberto e Eduardo Taufic duo: “Bate rebate”. La musica brasiliana non può mancare nella discoteca di un appassionato di chitarra. I due fratelli Taufic, Roberto alla chitarra e Eduardo al piano ci portano in un mondo elegante di musiche eccellenti, suonate con grande trasporto e passione. 


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venerdì 25 maggio 2012

Concerto della Scuola di Musica Antica di Venezia


l'associazione Areamusica vi invita al Concerto della SMAV – Scuola di Musica Antica di Venezia che si terrà sabato 26 maggio alle ore 20:45 al Teatrino La Fontaine di Marano Veneziano.

Il concerto vedrà come protagonisti della serata un trio di flauti dolci composto da Renèe Guerrini, Melania Lorio, Marco Rosa Salva, che divideranno il palco con il liutista Gianluca Geremia e la suonatrice di vihuela Anna Carlet.

 L’INGRESSO È LIBERO.

Duo Minella: Gluck - Kreisler, Melodia da Orfeo ed Euridice at INFINITAMUSICA FESTIVAL 2012

Convention ADGPA 29,30 Giugno e 1° Luglio 2012 a Pieve di Soligo e Conegliano




In memoria di Marcel Dadi

GUITAR INTERNATIONAL RENDEZ-VOUS 2012
La 19^ Convention Internazionale A.D.G.P.A.

La nuova edizione del GUITAR INTERNATIONAL RENDEZ-VOUS, la 19^ Convention Internazionale A.D.G.P.A., si svolgerà a Pieve di Soligo (TV) e Conegliano nei giorni 29, 30 giugno 1 luglio 2012.

La location principale della manifestazione sarà la bellissima villa Brandolini D'Adda di Pieve di Soligo (TV) mentre il concerto serale di venerdì 29 giugno si terrà nella Piazza Cima di Conegliano.

Sponsor tecnico ufficiale della manifestazione sarà la MOGAR MUSIC con il marchio IBANEZ, che metterà a disposizione chitarre jazz, pedali Zoom e diverse mute di corde della Ernie Ball.
Anche la Schertler e la Elixir Strings parteciperanno all'iniziativa regalando, rispettivamente, sistemi di amplificazione per chitarra e numerose mute di corde oltre ad altro materiale di grande interesse.
Nel 2012, quindi, finiranno in mano ai più fortunati ben 2 chitarre della Ibanez, 2 effetti della Zoom, 3 sistemi di amplificazione per chitarra della Schertler e diverse mute di corde di Elixir ed Ernie Ball.
GLI ARTISTI
Susan Cattaneo (Rock, Country - U.S.A.),
Alice Crespi (Jazz - Italia)
Alessandro Diaferio (Fingerstyle - Italia)
Roberto Diana (Fingerstyle - Italia)
Alessandra Di Toma (Jazz - Italia)
Simon Fox (Fingerstyle - Australia/Canada)
Cristiano Gallian (Fingerstyle - Italia)
Jeanne Hadley (Jazz - Italia)
Giorgia Hannoush (Jazz - Italia)
Hexacord Ensemble (Classica - Italia)
Domingo Lobuono (Jazz - Italia)
Giovanni Monteforte (Jazz - Italia)
Antoine Payen (Ragtime - Francia)
Luca Pedroni (Fingerstyle - Italia)
Giovanni Pelosi (Fingerstyle - Italia)
Ilaria Pesce (Jazz - Italia)
Giulio Redaelli (Fingerstyle - Italia)
Rick Stone  (Jazz - U.S.A.)
Paolo Tofani (Rock, Etnica - Italia),
Frédèric Toledano (Flamenco - Francia)
Vanny Tonon (Rock, Blues - Italia)
Mimmo Tripodi (Jazz - Italia)
Andrea Valeri (Fingerstyle - Italia)
Socrate Verona (Fingerstyle - Italia)
Alberto Viganò (Jazz - Italia)
Sarah Volpi (Jazz - Italia)
Alberto Ziliotto (Fingerstyle – Italia)

La lista dei musicisti non è completa
e sono ancora possibili una o due grosse sorprese.
Nell’ambito della manifestazione si terrà il tradizionale Salone della Liuteria e verrà assegnato un Premio al "Miglior chitarrista emergente"ed uno al "Liutaio dell'anno". I vincitori verranno invitati, rispettivamente, a suonare e ad esporre nel Festival Internazionale di Issoudun.

Tutte le informazioni sulla Convention, gli artisti, i Premi A.D.G.P.A. ed il Salone della Liuteria si possono trovare sul sito ufficiale dell’A.D.G.P.A.:

giovedì 24 maggio 2012

Giovanni Sollima, "Slaps, Guts, Caprice de chaconne"

Recensione di J.S.. Bach Suites for Guitar di Luigi Attademo




Non c’è niente da fare. Prima o poi lo devi affrontare, devi affrontare la sua musica, definire delle trascrizioni/traduzioni, cercarne lo spirito, indagare la massa e la sua struttura sonora. Da Bach non si scappa.
Sembra incredibile pensare che un simile compositore, che ha dovuto aspettare secoli perché gli venisse riconosciuta la sua effettiva grandezza, possa attraverso il tempo continuare a influenzare e guidare i musicisti del nostro secolo e della nostra era, confermandosi un irresistibile attrattore artistico e come il più “contemporaneo” tra tutti i suoi colleghi compositori, di ogni era e età.
Cosa si nasconde nella sua musica? Quali sono i perché di questa malia che continua a richiamare attenzione ancora oggi? Perché questo potere?
A cosa attribuirebbe questa sua “aurea” Walter Benjiamin? Al carattere trascendentale della sua musica? Alla geometria rigorosa su cui è basata che la rende una architettura sonora? Alla sua capacità di adattarsi alle trascrizioni per qualunque strumento senza che questo comporti il minimo cedimento di quelle che sono le sue strutture fondamentali? Il fatto di essere poggiare le proprie basi su danze di estrazione popolare? Melodie comunque eleganti?
Temo che la risposta non sia alla mia portata. Ma la musica di Bach è sicuramente alla portata della chitarra classica di Luigi Attademo, che anche lui ammaliato, ha voluto realizzare questo doppio cd per la Brilliant (casa discografica che ci ha ormai abituato a una discreta e costante attenzione verso il nostro strumento preferito).
Attadamo è un musicista dalla solida preparazione e ne da abbondante dimostrazione mentre si muove con disinvoltura all’interno di Preludi, Sarabande, Bourre e Gavotte, mostrando non solo competenza e perizia, ma anche una piacevole vena melodica.
Sempre bravo.

mercoledì 23 maggio 2012

Guitars Speak: Derek Bailey, Pieces for Guitar




Questa sera ore 21 su Radio Voce della Speranza: Derek Bailey, Pieces for Guitar

Un grande musicista. Un grande chitarrista. Un vero maestro dell'improvvisazione. Non potevamo non farvelo ascoltare qui su Guitars Speak! Questa sera ascoltiamo uno dei suoi cd più interessanti: Pieces for Guitar. Lui è ovviamente Derek Bailey.



Links:
Radio Voce della Speranza http://www.radiovocedellasperanza.it/
Streaming 
http://www.radiovocedellasperanza.it/streaming/default.html selezionate Forlì

lunedì 21 maggio 2012

DUO LUMEN play Jan Novàk

Recensione di Repetita Iuvant di Riccardo Dillon Wanke




Ripetere giova dicevano i romani e sicuramente a qualcuno è stato a dir poco utile visto il successo artistico e commerciale di forme come il minimalismo e la techno. Deve averlo pensato anche Riccardo Dillon Wanke che ripropone in questo disco la registrazione del concerto del …
Lo fa tuttavia con altro spirito e idea. La sua non è la ripetizione ossessiva della techno o il processo contrappuntistico di Reich ma lo sviluppo progressivo di una forma basata su suoni ricavati dalla sua chitarra elettrica proposti in successione e sovrapposizione fino a creare una texture riverberante non lontana da certe cose a cui l’austriaco Fennesz. La sua felice intuizione è quella di partire da suoni dalla durata brevissima progressivamente aumentandone la durata fino a saturare completamente gli spazie e annullando i silenzi, a quel punto l’ascoltatore matura una certa tensione, aspettandosi la risoluzione del climax musicale, soluzione che non avviene con la quiete che quasi gradualmente riavvolge la struttura musicale riconsegnadola al silenzio.
Un esempio di toccante poetica. Gli applausi finali sono ben meritati.

domenica 20 maggio 2012

Guitars Speak programma radio sulla chitarra in onda su Radio Voce della Speranza




Mercoledì sera ore 21 su Radio Voce della Speranza: Derek Bailey, Pieces for Guitar

Un grande musicista. Un grande chitarrista. Un vero maestro dell'improvvisazione. Non potevamo non farvelo ascoltare qui su Guitars Speak! Mercoledì sera ascolteremo uno dei suoi cd più interessanti: Pieces for Guitar. Lui è ovviamente Derek Bailey!



Links:
Radio Voce della Speranza http://www.radiovocedellasperanza.it/
Streaming 
http://www.radiovocedellasperanza.it/streaming/default.html selezionate Forlì

venerdì 18 maggio 2012

Liuti Chitarre Mandolini a Bergamo




Mapello, domenica 20 maggio,  ore 16.30

Giardino dell’Associazione Pensionati San Michele, via Caravina

Chitarra inCanto Lirico nell'epoca di Mayr e Donizetti

Lucia Eusebi, soprano - Massimo Agostinelli, chitarra classica;


Colli di San Fermo,  venerdi 10 agosto, ore 20.45

Chiesetta di San Fermo , Ottava Edizione Estate Chitarristica 2012


 Sentimenti e colori per Chitarra - chitarre di liuteria in concerto;


Gromo, sabato 11 agosto,  ore 16.00 – 22.00

Omaggio in musica  agli storici musici gromesi

Antonio Gonzalez, maestro di Donizetti e Benvenuto Terzi, celebre chitarrista italiano del '900, Ottava Estate  Musicale a Gromo, Edizione 2012:

titolo: Suoni e passeggiate nel Borgo Storico di Gromo


Tra Classico, popolare e folclorico 

con  Dodicisuoni: Alberto Montano e Federico Briasco,

Duo Giovanni e Alberto Walter Salin; Duo Roncalli,

Compagnia Folclorica “Brighella e la torre campanaria”;


Borgo di Terzo, domenica 16 settembre , ore 16.00


Ex-Castello di Cimaborgo presso Antico Cortile Parigi, via Roma

Concerto dedicato ai  liutisti Terzi del Borgo de Tertio del sec. XVI

Musica dalle Ande  con i seguenti strumenti charango, tiple colombiano, cuatro venezuelano, chitarra del gruppo etnico Salinas, world music;


Martinengo,  giovedì 18 - domenica 21 ottobre

Ex - Monastero di Santa Chiara, Biblioteca, Centro Storico, ingresso da via Allegreni

XI Settimana chitarristica martinenghese italiana 2012

dal secolo di  Giovanni Leonardo da Martinengo, maestro liutaio degli Amati del'500

al periodo martinenghese del chitarrista italiano Benvenuto Terzi del '900;


Bergamo, sabato 29 dicembre 2012,

Sala  Consiliare “F. Galmozzi“,  Via T. Tasso, Città Bassa

Incontri sulla Storia della Chitarra a Bergamo - Decima Edizione 2012

X Segovia Day Bergamasco e consegna del Premio “Segovia Day 2012”, con la partecipazione di allievi chitarristi della scuola bergamasca



Direttore  Artistico Maestro Giacomo  Parimbelli 

www.giacomoparimbelli.wordpress.com 
info  347 . 88 94 703

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero

L’Orientalismo in John Zorn: Forbidden Fruit, Torture Garden, Ganryu Island e Filmworks VII e New Traditions in East Asian Bar Bands (seconda parte) (4)




Abbiamo parlato prima di manga, di disegni, di fumetti giapponesi: pensare che la poetica di Zorn possa ridursi solo a immagini hentai significa avere la mente più ristretta di un buco di serratura.
New York, Shelley Palmer Studio, Ottobre 1988 Gennaio 1989 Zorn registra la colonna sonora del cartone animato giapponese Cynical Hysterie Hour che uscirà nel 1997 col titolo FilmWorks VII
Siamo nella seconda metà degli anni ’80, Zorn all’epoca passa ogni anno sei mesi a New York e sei mesi a Tokyo, dove ha ha un pied-a-terre. La disegnatrice giapponese Kiriko Kubo ha bisogno di aggiungere un commento sonoro a quattro episodi (di sette minuti l'uno) per la sua serie animata Cynical Histerie Hour. Zorn accetta la sua richiesta approfittando dell’occasione per cimentarsi con uno degli oggetti di studio della sua gioventu, la musica per cartoon, contenitore ideale di emozioni repentine e caos organizzato, omaggiando il suo idolo Carl Stalling.
Il risultato sono ventitre inserti musicali, la piu breve ("End Title") dura tredici secondi, la piu lunga (la deliziosa "Punk Rebel/Tsunta's Theme”) poco più di tre, per un totale di poco più di trentasei minuti, per un caleidoscopio di generi musicali, un capolavoro di impudente e apocalittico montaggio musicale che porta alle estreme conseguenze la lezione di Carl Stalling e in cui si stagliano gli stili inconfondibili dei chitarristi coinvolti: il casino ossessivo di Arto Lindsay, le sciabolate di Quine, i fraseggi jazz di Bill Friselle e gli arpeggi country mexican di Marc Ribot.
Zorn stesso va particolarmente fiero di questo gioiellino che lo vede impegnarsi (come già visto per Spillane) con la tecnica compositiva dei file cards, piccola nota: i diritti del disco erano di proprietà della Sony music, che lo aveva tenuto in catalogo solo per sei mesi e solo per il mercato nipponico. Solo nel 1997 Zorn riesce ad averne i diritti e a ristamparlo con la sua Tzadik.
Il cartone animato in questione sembra una versione giapponese di Peanuts, che parla di una giornata tipo di alcuni bambini: Tsuneko (il personaggio principale) sorride raramente ed è ossessionata dal cibo, non è per niente carina, ha gli occhi marcati come quelli di un panda ed è completamente calva eccetto per nove capelli che le spuntano dal cranio. Il fumetto è tuttavia divertente: una delle storie racconta di Tsuneko che si trova su pianeta dove la razza evoluta sono gli elefanti e gli umani totalmente scemi. Lo stile di Kubo si differenzia notevolmente da quello che siamo abituati a identificare come fumetto giapponese: niente occhi grandi e liquidi (ad imitazione dello stile Disney), niente lolite dai capelli colorati, niente criceti nevrotici, niente robot giganti volti a salvare il pianeta da perfidi alieni. Anche in questo caso siamo lontani da molti degli stereotipi a cui siamo abituati.

Con New Traditions in East Asian Bar Bands, Zorn raggiunge un nuovo limite: il suo “orientalismo”: si espande in paesi come la Cina, il Vietnam e la Korea, utilizzando delle voci narranti in queste lingue su un tappeto musicale predisposto ad hoc. Si tratta di tre lunghe composizioni assimilabili ai game pieces cui Zorn ci aveva abituati negli anni precedenti e composti tra il 1986 e il 1996, disco complesso in cui ogni brano viene accompagnato da una voce narrante orientale, mentre l'improvvisazione strumentale è affidata ad un duo.
“Hu Die” è un pezzo per due chitarre, ossia Fred Frith e Bill Frisell, assidui collaboratori del compositore. La narratrice parla in lingua mandarina, mentre i due esecutori si esercitano in prove avanguardistiche davvero notevoli, talvolta sensuali, talvolta misteriose. Ciò che infatti distingue nettamente questi game pieces dai precedenti è, oltre ad un suono più moderno, la scelta della formazione a duo, che permette una collaborazione più decisa e diretta tra gli esecutori; unita a un ascolto più fruibile e semplice rispetto agli episodi degli anni 80. Da notare che il testo è stato scritto da Arto Lindsay e comprensibile solo leggendo la versione inglese all’interno del raffinato booklet del cd. In questo caso il testo diventa puro suono, la lingua mandarina svolge la sua funzione narrante come se fosse uno strumento a fiato su un tappeto di atmosfere irreali, ipnotiche, a metà fra l'imperturbata quiete d'un paesaggio lunare e la desolazione di spogli scenari post-atomici.
Il secondo brano, “Hwang Chin-Ee”, è un travolgente duo di batterie (Samm Bennett e il mitico Joey Baron): la ritmica vigorosa e pirotecnica ci trasporta per un quarto d'ora nell'Asia dell'est primordiale, assieme ai modesti interventi di una narratrice koreana. I due percussionisti comunicano tra loro con la stessa versatilità dei chitarristi, rendendo questo pezzo estremamente il emozionante. Su quest’orgia di percussioni la voce piana e narante di …
L'ultima imponente suite di 30 minuti viene infine eseguita da due giganti dell'arte tastieristica, Wayne Horvitz ed Anthony Coleman. Le loro cupe divagazioni sono accompagnate da una narratrice vietnamita, che con i suoi sussurri contribuisce a rendere il brano ancora più oscuro e inquietante, al pari di “Absinthe” dei Naked City.
L’elemento “musicale” esotico in questo album è dato dai testi declamati in lingua mandarina, koreana e vietnamita, la lingua diventa suono e a sua volta diventa musica, diversamente da Ganryu Island qui non c’è nessun altro elemento che possa ricondurre all’oriente. Musicisti e strumentazione sono occidentali. Ben diverso invece il discorso sulle caratteristiche visive del disco: il packaging è sempre accuratissimo e dal design elegante e raffinato, ciascun pezzo ha il suo leaflet con elementi chiaramenti asiatici ma senza alcun punto di contatto con l’artwork prevista dai Naked City o i Painkiller e la cosa non deve stupire dato che si trata di musiche completamente diverse.

Conclusione

Mi sembra piuttosto evidente che Zorn abbia una buona comprensione della cultura contemporanea asiatica e giapponese in particolare e che, coerentemente con quelli che sono i presupposti postmoderni di base della sua musica, utilizzi questi vari elementi culturali come ingredienti per la propria arte esattamente come fa utilizzando elementi più occidentali come la cartoon music, il free jazz, il grincore e altro. Allo stesso tempo mi sentirei di escludere una sua forma maniacale verso la coercizione e la sottomissione delle donne asiatiche. Di sicuro Zorn non si fa nessun problema se deve infrangere tabù culturali esotici stratificati da chi si occupa accademicamente di orientalismo, e non nasconde una sua notevole capacità di saper gestire e manipolare l’attenzione dei media, sfruttando, come hanno fattoe fanno altri artisti contemporanei, a proprio vantaggio lo stravoglimento di luoghi comuni culturali. Alla fine, comunque, resta sempre la musica e in questo campo Zorn si dimostra sempre ad altissimi livelli creativi, sicuramente non facilmente comprensibili ma altrettanto affascinanti.

giovedì 17 maggio 2012

XXVI edicion Andres Segovia




L’Orientalismo in John Zorn: Forbidden Fruit, Torture Garden, Ganryu Island e Filmworks VII e New Traditions in East Asian Bar Bands (seconda parte) (3)





I due musicisti in questione sono, ovviamente, John Zorn e Sato Michihiro, virtuoso di shamisen.
A questo punto concediamoci una digressione per parlare di questo strumento tradizionale giapponese. Con questo termine, forse enigmatico per molti, si indica uno strumento giapponese a tre corde dal manico molto allungato, con cassa di forma rotondeggiante spesso ricoperta di pelle di serpente; simbolo della cultura musicale giapponese, esso è in realtà nipponico solo per adozione, dal momento che si ritiene sia originario dell'Asia Centrale, e comunque fu importato dalla Cina (questo è storicamente provato) solo fra XV e XVI secolo. Largamente impiegato nell'ambito del teatro "kabuki", l'apprendimento della sua tecnica esecutiva costituiva materia di studio per le aspiranti "geishe", che se ne servivano a scopo di intrattenimento. La particolarità di questo strumento sta nel fatto che in esso siano compresenti (direi anzi complementari) un'anima "melodica" ed una più propriamente "percussiva": si pùò suonare pizzicandone le corde come si farebbe con un contrabbasso, ma anche facendo cozzare il plettro (che i Giapponesi chiamano "bachi") contro la cassa di risonanza.
Lo shamisen _e chiamato ufficialmente sangen [tre corde]. Tra gli strumenti musicali della
musica tradizionale giapponese, mentre il so è rappresentativo della famiglia della cetra, lo
shamisen non solo è rappresentativo della famiglia del liuto ma si può dire senza esagerare che sia lo strumento musicale rappresentativo di tutta la musica tradizionale nel suo complesso.
La teoria generalmente accreditata a proposito dell'introduzione dello shamisen è che il sangen cinese sia stato importato in Giappone alla fine del periodo Muromachi passando per Okinawa. A Okinawa lo strumento era costruito utilizzando pelle di serpente (e per questo motivo veniva chiamato jabisen7) e veniva suonato toccando le corde con le dita. Dopo che fu introdotto in Giappone vennero operate modifiche di diverso tipo: si usò pelle di gatto o di cane al posto del serpente, si cominciò a suonarlo usando un bachi [plettro] e furono anche apportate alcune modifiche alla forma. Tra queste trasformazioni la più notevole è data dal fatto che si cominciò a suonarlo con il plettro; ciò fu causato dal fatto che, dopo l'importazione dello shamisen, i primi a usare lo strumento furono biwa hoshi che lo suonavano in modo simile al biwa .
Non appena lo shamisen fu importato cominciò ad essere usato nel jiuta e nel joruri; all'inizio dell'epoca Edo si cominciò poi a usarlo in vari campi della musica tradizionale giapponese dell'epoca moderna. Di conseguenza a seconda del campo in cui era impiegato lo strumento venne a poco a poco ad assumere forme differenti che possono essere in linea di massima divise in tre tipi: futozao [a manico spesso] (usato nel gidayubushi e nel sekkyobushi), chuzao [a manico medio] (usato nel jiuta, tokiwazubushi, tomimotobushi, kiyomotobushi, shinnaibushi ecc.) e hosozao [a manico sottile] (usato nel nagauta, sokyoku di scuola Yamada, hauta, kouta, katobushi ecc.); in seguito nacquero ulteriori differenziazioni anche all'interno dei chuzao e degli hosozao.
Lo shamisen è senza dubbio uno strumento a corda, ma in generi musicali come il nagauta lo si suona facendo battere il bachi sul bachigawa8 e nel gidayubushi si colpisce con forza la pelle della cassa armonica con il bachi, producendo effetti simili a quello di uno strumento a percussione.
Quanto di più diverso e lontano dal sax di Zorn.
E’ quindi facile intuire come dietro alla semplice musica in questo disco (dall’ascolto sicuramente complesso) ci sia una struttura e delle relazioni più profonde, Zorn e Michihiro (come Mushashi e koijro) rappresentano due punti di vista corrispondenti ad altrettante visioni di una "materia" musicale profonda, unica e universale.
Abbiamo già visto come lo stesso Zorn ami sottolineare quanto le distinzioni fra generi e relative categorie non siano altro che attributi accessori di quella che è la "struttura superficiale" ("surface structure") della musica, mentre tutte le musiche, indipendentemente dalla loro collocazione stilistica e storico-geografica, mantengono punti di reciproco contatto in quanto a "struttura profonda" ("deep structure"): solo il musicista capace di cogliere i nessi a livello di struttura profonda è in grado di esprimere un discorso musicale coerentemente "avanguardistico", nel senso più letterale del termine. Osservare le forme musicali da una simile prospettiva significa soprattutto saper abbracciare più esperienze dall'alto di un invidiabile approccio "totalizzante", privo di confini o limitazioni di sorta, lontano da un'impostazione rigorosamente (e tradizionalmente) "puristica".
La scelta di suonare con Sato Michihiro, tra i massimi interpreti contemporanei dello "shamisen", è quindi perfettamente coerente con questa visione, il fatto poi che lo stesso Michihiro stesse in quel periodo sperimentando una nuova tecnica esecutiva in cui largo spazio avevano stilemi ("patterns" in gergo tecnico) di matrice Jazzistica, mutuati dalle tecniche improvvisative di certa cultura musicale afro-americana non deve ulteriormente sorprendere. Ganjuro Island non è stato suonato e registrato a caso e nessuna nota è “piovuta dal cielo”: non è raro, nell'album in questione, ascoltare lo "shamisen" impegnato a districarsi fra passaggi armonici tipici del Blues e del Jazz modale, nel contesto di un'improvvisazione profondamente "umorale" in cui ben poco è preliminarmente pianificato. Spicca, all'ascolto, la varietà timbrica di un John Zorn comunque interessato ad esplorare soprattutto i registri acuti di sax e clarinetto, con particolare predilezione per dissonanze e sonorità difficili, spigolose, bizzarre, capaci di insinuarsi a mo' di sordo e prolungato lamento tra i fraseggi di Michihiro. L'atmosfera generale è però lungi dal risultare freddamente accademica, dal momento che ovunque si respira la leggerezza, la velata auto-ironia di un duetto confidenziale, del tutto informale; in questo approccio auto-ironico ed anti-intellettualista si inseriscono i curiosi suoni-versi inseriti qua e là da Zorn: miagolii, cinguettii, gorgheggi, esilaranti mugugni di "zappiana" memoria. E particolare rilievo merita, in questo singolare capitolo di dissacrante poetica della creatività, il ruolo attribuito ai silenzi, alle pause, alle sospensioni, ai "tempi morti" che sono parte costitutiva della narrazione.
L'estetica del disco è poi quanto di più giapponese ci si possa aspettare con la cover tratta da un fotogramma e il retro che ospita un dipinto del combattimento stesso: niente bondage, niente donne torturate.

continua domani

mercoledì 16 maggio 2012

Guitars Speak: Leo Brouwer seconda parte




Questa sera ore 21 su Radio Voce della Speranza: Leo Brouwer Collection Vol 4

Seconda puntata dedicata alle musiche di Leo Brouwer. Se la scorsa settimana avevamo ascoltato prevalentemente un repertorio contemporaneo questa puntata ascolteremo il grande Maestro cubano mentre esegue musiche rinascimentali e romantiche. Si tratta di registrazioni di concerti datate fine anni '70 incise nel doppio cd Leo Brouwer Collection Vol 4.



Links:
Radio Voce della Speranza http://www.radiovocedellasperanza.it/
Streaming 
http://www.radiovocedellasperanza.it/streaming/default.html selezionate Forlì

martedì 15 maggio 2012

Suono Dunque Sono I Corsi estivi di Arturo Tallini


Suono Dunque Sono

I Corsi estivi di Arturo Tallini
Estate 2012
Brisighella (FC)
28 Luglio - 2 Agosto
Tuscania (VT)
25 Agosto - 1 Settembre


Arturo Tallini sul web
Arturo Tallini al Conservatorio di Santa Cecilia sul sito:
>area docenti



L’Orientalismo in John Zorn: Forbidden Fruit, Torture Garden, Ganryu Island e Filmworks VII e New Traditions in East Asian Bar Bands (seconda parte) (2)





Spillane esce nel 1985 … Torture Garden nel 1992 .. ma possibile che nessuno dei critici di Zorn si sia accorto che più o meno nello stesso periodo Zorn avesse immesso nel mercato due altri lavori come Ganryu Island e Cynical Histerie Hour (Filmworks VII)? Lavori con evidenti riferimento al Sol Levante ma nettamente divergenti sia sul piano musicale che grafico da quelli citati da Hisama?
Cominciamo con Ganryu Island, e facciamolo raccontando una storia: 13 aprile 1612: i samurai Miyamoto Musashi e Sasaki Kojiro si scontrano a duello sulla spiaggia di Funajima, isolotto giapponese sito al largo del porto di Shimonoseki, a metà di quello stretto braccio di mare che sta fra le isole maggiori di Honshu e Kyushu.
Il duello è di quelli destinati ad entrare nella leggenda, sia per il Giappone sia per tutti i praticanti di arti marziali. La vita di Musashi è di per se stessa leggenda essendo i i documenti relativi alla sua biografia frammentati e incompleti Per i suoi biografi è "relativamente" semplice ripercorrere la sua vita fino al duello con Kojiro, mentre è più difficile trovare fonti certe su quel che fece dopo. Si trovano invece sufficienti notizie sulla sua vecchiaia. Di certo si sa che era un pittore, e qualche sua opera è rimasta. Ha lasciato tre opere scritte, anche se tutti parlano solo del libro dei cinque anelli, che di sicuro è il più famoso, ed è arrivato a noi grazie ai suoi allievi. Si pensa erroneamente che non avesse studenti, invece proprio il libro dei cinque anelli è dedicato ad un suo allievo. Inoltre alla sua morte aveva almeno tremila studenti che studiavano se non sotto di lui, sotto la guida di suoi allievi diretti, ed ancora oggi in Giappone ci sono molte scuole che derivano dalla sua. Altra leggenda afferma che sia stato educato dal monaco Takuan ma non è stato così, anzi i due non sono mai entrati in contatto.
Kojirō Sasaki, noto anche come Ganryu (佐々木 小次郎 - Sasaki Kojirō; prefettura di Fukui, ca. 1583 – 14 aprile 1612), è stato anchegli un importante spadaccino giapponese. Vissuto verso la fine del periodo Sengoku e l'inizio del periodo Edo, è principalmente ricordato per la sua morte, avvenuta in un duro duello con Musashi Miyamoto, nel 1612. Nella sua vita fu un nobile dotto nelle varie arti di teatro, poesia, pittura e musica. Inoltre inventò, lui stesso, uno stile per lottare che chiamò: "Stile Ganryu". Questo nome derivava dal nome del fiume presso il quale nacque.
All’epoca erano i due migliori esperti marziali giapponesi e allo stesso tempo due persone completamente diverse per carattere, stile e impostazione marziale: un loro duello per decretare chi fosse il migliore era solo questione di tempo.
Secondo la leggenda, Musashi arrivò in barca all'appuntamento, con più di tre ore di ritardo, e Kojirō imprecò furiosamente di lui. Durante il duello, Kojirō si avvicinò alla vittoria diverse volte fino a quando, probabilmente accecato dalla luce del tramonto dietro le spalle di Musashi, venne colpito al cranio dal bokken (spada di legno di grandi dimensioni) di Musashi.
Si dice che Musashi si presentò in ritardo per il duello di proposito, al fine di fiaccare psicologicamente il suo avversario, facendolo innervosire (una tattica usata da lui in precedenti occasioni, come ad esempio durante la sua serie di duelli con la spada Yoshioka), mentre un'altra teoria sostiene che Musashi ha cronometrato l'ora del suo arrivo proprio al fine di usare la luce del sole per vincere.
Alcuni studiosi sostengono che Musashi approfittò del fatto che Kojiro fosse sordo da un orecchio, mentre per altri vinse sfruttando la maggior lunghezza del suo bokken rispetto alla spada di Kojiro.
Da quel giorno, l'isola è nota anche col nome di Ganryujima a perenne ricordo dell'eroe sconfitto, il cui nomignolo era, per l'appunto, "Ganryu". L'evento è depositario di un significato simbolico elevatissimo, ed appartiene alla memoria collettiva del popolo giapponese, che gli assegna il valore di un epico scontro fra opposti, tale a quello che per gli Occidentali ha il mitico duello fra Ettore e Achille; circondato da un parziale e suggestivo alone di mistero che non lascia tuttavia dubbi sull'accertata veridicità storica di quanto tramandato, il combattimento fra Musashi e Kojiro si inserisce di diritto nel novero degli accadimenti epocali nella storia del Giappone moderno, e come tale è stato più volte immortalato, nei secoli, in pregevoli testimonianze d'arte visuale nipponica. Stupisce quindi che un disco con un simile argomento possa essere stato trascurato da una studiosa come Hisama. Il 23 novembre 1984: prendendo idealmente spunto da quell'epico combattimento, e rielaborandolo in forme musicali, due musicisti (un americano e un giapponese) si ritrovano ai Radio City Studios di New York e, nell'arco di un'unica ed ispirata sessione, registrano un mirabile manifesto di cooperazione inter-culturale, luminosa (e sconcertante) espressione di una poetica della sintesi fra Oriente e Occidente, di per sé inqualificabile ed insofferente delle più canoniche geografie musicali. Un capitolo di storia a sé, senza un "prima" né un "dopo", di fatto somigliante solo a sé stesso, prodotto dell'irripetibile e nondimeno spontanea, naturale sintonia di due intelletti "eccelsi", pur se molto diversi nella loro eccellenza: l'uno giovane fautore di un'inclassificabile "free-form" avanguardistica solo in parte riconducibile al Jazz e ai suoi criteri improvvisativi, l'altro confinato (ma solo apparentemente) nell'immutabile continuità di una tradizione plurisecolare e, per sua stessa natura, nemica dichiarata dell'eterodossia, dell'"eccezione alla regola"; una tradizione impegnata a ripetere sé stessa nell'ideale ciclicità di schemi fissi, collaudati stilemi sullo sfondo di un preciso "orizzonte d'attesa" che tutti, più o meno consapevolmente, si attendono venga confermato e rispettato; tutte le culture trazional-popolari, non solo la giapponese che qui ci interessa più da vicino, si muovono su itinerari analoghi, riservando ben poco spazio alla soggettività interpretativa del singolo esecutore, viceversa metodico e rigoroso interprete di cristallizzati canovacci stilistici.

.. continua giovedì