lunedì 8 marzo 2010

Suono, Spazio, Arte, Registrazione di Empedocle70 prima parte

In un certo senso, la registrazione è stata una invenzione ancora più radicale della fotografia, in quanto si pensava che non fosse possibile “catturare” la voce umana, mentre si era già abituati all’idea che la stessa immagine (umana) fosse in misura maggiore o minore riproducibile tramite il disegno e la pittura. La registrazione, la possibilità di catturare e riprodurre i suoni forse sarebbe stata l'invenzione di cui lo stesso Edison sarebbe stato più orgoglioso.



Perché la registrazione potesse riuscire a replicare gli spettacoli musicali , era solo una questione di tempo, mentre alla luce delle tendenze moderniste dell’arte, vennero sviluppate tecniche sperimentali per portare la registrazione al fuori dal regno dell’ “aura” fotografica: la "Concrete Musique”, sviluppata in Francia tra gli anni ‘40 e '50 da Pierre Schaeffer (un ingegnere della radio, naturalmente) e Pierre Henry, si basava sulla registrazione “documentaristica” di suoni quotidiani, della vita reale, trasformandoli fino al punto di irriconoscibilità (accelerando o rallentando il nastro, tramite l'editing e l'utilizzo di distorsioni e altri effetti) in modo tale da creare una sorta di divorzio “sonoro” tra i suoni e l'oggetto che li aveva prodotti. Il suono di un violino, non trattato, rimanda all'immagine di un violino, anche se non è un violino di per sé, nello stesso modo in cui una fotografia di un violino, non è un violino. Con queste possibilità, il suono e l'immagine si scindono tra loro, generando un problema catalogabile sotto la definizione di “ascolto acusmatico”.
Il termine deriva dai discepoli di Pitagora erano soliti seguire ascoltando, ma senza mai vederlo, le sue lezioni tenute da dietro una tenda. In base alla definizione di Schaeffer, l'ascolto acusmatico è "L'ascolto del suono senza alcun indizio visivo alla sua fonte."
Schaeffer, infatti, in ultima analisi, si scoraggiò non riuscendo a creare una sufficiente distanza musicale tra i suoni e la loro fonte originale, e sentendo che non poteva sfuggire la forma musicale fino a raggiundere il suono puro. Tuttavia, la musique concrete, resta come una sorta di l'anello mancante tra la musica e la sound art, e altri artisti, Francisco Lopez in particolare, sembrano riprendere questo discorso da dove Schaeffer l’aveva lasciato.
Le tecniche moderne di registrazione basate sui sistemi multi traccia, oltre a distanziare quanto possibile i suoni dalla loro fonte visiva, hanno contribuito non poco anche ad interagire con l'acustica naturale del suono in una stanza ch e deve essere ricostruita attraverso effetti di riverbero e altri. Come afferma il sound artist Bernhard Leitner : "Le stanze riverberanti sono sempre stati ammorbidite acusticamente coprendo le superfici rigide riflettenti con tappeti, arazzi, tende e simili. Oggi l’esatto contrario, un compito più difficile da svolgere, è diventata una procedura standard nel settore della registrazione musicale. La stessa tecnologia che ci permette di riprodurre musica senza musicisti e in uno spazio adeguato ci permette di simulare il riverbero nello spazio che era stato eliminato nella registrazione: possiamo creare acustiche differenti nello stesso spazio.
E’ questo senso della prospettiva, con l'introduzione degli effetti nello studio di registrazione, in particolare l’eco, che fa dire a Brian Eno "il processo di creare musica è molto più vicino al processo della pittura". David Toop ha scritto che con l'eco presente nel reggae dub giamaicano "il mixer, diventa uno strumento pittorico" creando "illusioni profonde". Al di là dello spazio simulato dall’ eco e dal riverbero, nella registrazione in mono vi è una profondità di campo, tra primo piano e sfondo simili alla pittura: cosa presente anche nella registrazione stereofonica, che però divide l'immagine in una dicotomia verticale.



Molti artisti del suono sono stati scarsamente rappresentati su dischi: alcuni, come Phill Niblock e La Monte Young, hanno sempre contestato la durata di solo 20 minuti del lato dei dischi di vinile come troppo breve per poter ospitare le loro opere (tra l’altro non avendo il controllo del volume di riproduzione, che nei loro casi spesso è destinato ad essere il più forte possibile). Yasanao Tone e Marianne Amacher hanno resistito più volte alla tentazione di realizzare registrazioni in stereo dei loro lavori perché questa tecnologia non riusciva a catturare perfettamente la loro dimensione spaziale.
Sotto questo punto di vista un cd di un sound artwork potrebbe essere paragonato ad un catalogo di una mostra di sculture, con riproduzioni fotografiche delle opere stesse. Con l’audio surround 5.1 l'idea di un ambiente sonoro nuovo sostituisce e supera l'analogia con la pittura, man mano che questo sistema diventerà sempre più comune nelle nostre case, anche la sound art potrà forse uscire dagli ambiti ristretti in cui adesso è confinata.....



continua domani

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