FFFortissimo Guitar Ensemble
Dora Filippone Ivana Maimone Carmelo La Certosa Pino Russo
Stepan Rak
Rumba
Andrew York
Pacific coast Highway
Maurizio Benedetti
Ale
Andrew York
Bantu
Leo Brower
Paesaggio cubano con rumba
Paesaggio cubano con pioggia
Paulo Bellinati
A Furiosa
Stephen Funk Pearson
Elassomorph
Il FFFortissimo Guitar Ensemble si avvale di quattro concertisti decisi a fondere le loro differenti esperienze in un progetto orientato alla creazione di materiali sonori e atteggiamenti esecutivi che costituiscano una vera e propria linea di frontiera nella ricerca del sound chitarristico.
Creare, con materiali sonori e atteggiamenti esecutivi, una "pleasure zone" per loro stessi e per chi li ascolta.
Il repertorio del gruppo nasce da un incontro felice di esperienze e gusti diversi, di fronte a un panorama che ha visto espandere il territorio della musica per chitarra dall’ambito colto a varie e diverse contaminazioni: con il jazz, con il rock, la popular music, la world music... I quattro musicisti si sono trovati, come per magia, ad apprezzare e condividere il gusto per un genere dai contorni più sfumati: quella che in Francia è stata definita la guitare actuelle. Si vengono a recuperare forme, melodie e ritmi lontani dal concertismo tradizionale, fortemente improntato al virtuosismo e alla volontà di stupire, per stabilire con il pubblico dei concerti un feeling centrato sul piacere dell’ascolto e, a specchio, sul piacere dell’esecuzione. Questo genere ha un carattere e una fisionomia riconoscibili, personali: non aggiunge nulla di rivoluzionario alla storia della musica o della chitarra, ma nel caso del quartetto è in grado di esaltare le singole personalità espressive dei componenti, che si fondono in un insieme armonico e gradevole prima di tutto per loro stessi. E’ proprio grazie a questo “idillio” che il pubblico può riverberare sugli esecutori suggestioni, colori, profumi che nascono direttamente dalla partitura. Il “corpo” del repertorio raccoglie brani provenienti da tutto il mondo, riorganizzati e unificati armoniosamente in un ventaglio di colori cangianti. Come per le arti figurative, in musica le frontiere nazionali non esistono. Si pensi alla produzione “americana” di Dvorák, o al fascino esercitato su Debussy dalle orchestre balinesi di gamelan. Lo spettatore potrà sperimentare un felice disorientamento ascoltando un brano composto da un autore americano, ispirato a musiche popolari africane a loro volta influenzate “di rimbalzo” dalla tradizione caraibica.
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