Caro Sergio questa è la seconda volta che facciamo due “chiacchiere” assieme. La prima volta abbiamo fatto una intervista un po’ .. in generale sulla tua figura di uomo e di musicista .. ora siamo qui per il tuo nuovo lavoro, il Guitar Improvisation Project con Alchimistica. Come è nata l’idea di questo lavoro e come mai la scelta della nostra netlabel?
In parallelo alla mia attività di interprete e compositore di musica contemporanea scritta, porto avanti sempre le mie esperienze legate all'improvvisazione. I miei concerti solistici di improvvisazione (spesso con l'elettrica) e la mia collaborazione con il trio Sorrentino-Telandro-Sigurtà (chitarra, tromba, elettronica), mi conducono ad una sempre più approfondita ricerca su questa particolare attitudine musicale.
L'idea di pubblicare su internet ed in particolare per la vostra bellissima realtà (che tanto aiuta noi musicisti sperimentali ad avere un ulteriore e importante contatto con gli ascoltatori) una scelta di alcune mie improvvisazioni è figlia di queste esperienze.
Con AlchEmistica avevi già lavorato: il 17 marzo di quest’anno avevi messo a disposizione di tutti gli appassionati di musica una tua versione particolarmente brillante dell’Inno di Mameli, in occasione del 150° anniversario della nascita d’Italia .. come era nata l’idea di quella interpretazione e come mai hai scelto la chitarra elettrica?
Ti ringrazio delle belle parole. L'idea di creare una nuova versione dell'Inno è nata come reazione all'atmosfera di esasperata retorica che si respirava a marzo e che si avverte tuttora. Volevo riportare le note dell'Inno ad una dimensione più vera, che si sposasse bene con la modernità (e quindi ripulirla di conservatorismi) e con i valori di sacrificio e liberazione dei combattenti del Risorgimento. Sebbene io abbia una visione politica poco nazionalista (anzi, direi estremamente cosmopolita), volevo creare una versione profondamente vicina alla sofferenza di chi diede la vita in nome di un ideale unitario e di cambiamento, accomunandoli a chi nei nostri giorni sacrifica la propria esistenza al lavoro, ai suoi ideali, alla solidarietà, alla lotta contro le ingiustizie.
La scelta della chitarra elettrica deriva dall'enorme esempio della versione dell'Inno americano a Woodstock di Jimi Hendrix. Sebbene la mia chitarra rimanga sempre in clean e disegni delle variazioni lineari legate alla musica d'avanguardia, il primo riferimento estetico non poteva che derivare da Hendrix.
Le “interferenze” che creo con la chitarra e con il drone elettroacustico che sfrutta la distorsione del segnale ed il ronzio dell'ampli, stanno a simboleggiare una voce “fuori dal coro”, un canto ed un suono “alter” che si muove vivaddio oltre il marasma della retorica.
continua domani ..
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