Nel
lungo periodo che va dal 1974 al 1990 John Zorn dedica gran parte del
suo tempo e del suo interesse per la composizione realizzando
partiture destinate agli improvvisatori.
Questo corpus musicale rientra nell' ambito dei Game Pieces, un
sistema di composizione/ esecuzione in cui confluiscono insegnamenti
e istanze elaborate in precedenza da John Cage, Earle Brown,
Karlheinz Stockhausen e Cornelius Cardew. L’obiettivo dichiarato è
duplice: inserire i musicisti in un sistema complesso
basato su formati compositivi flessibili e, allo stesso tempo
limitare il campo di libertà degli esecutori / interpreti dentro un
limite di tempo preciso.
Per
fare questo Zorn annota le sue idee su una lavagna, procede
lentamente assemblando e soppesando con cura i diversi elementi e
cercando di rappresentare un mondo all’interno di ogni pezzo. Tutti
questi Game Pieces hanno poi cominciato a vivere una loro esistenza
indipendentemente dalla presenza o meno di Zorn alla conduzione
dell’ensemble che li deve eseguire, diventando i suoi pezzi più
eseguiti in tutto il mondo: Australia, Giappone, Stati Uniti, Gran
Bretagna, Germania.
Nonostante
questo successo però Zorn si è sempre radicalmente rifiutato di
pubblicare le regole sottostanti a questi pezzi, preferendo spiegarle
lui stesso durante le prove come parte di una tradizione orale.
Cobra
è il Game Pieces più famoso, eseguito e pubblicato. Se ne contano 4
diverse versioni su vinile e cd. Fondamentalmente Cobra
è
una piccola società, all'interno della quale ogni cittadino, ovvero
ogni musicista, trova o cerca di trovare la propria collocazione. A
volte diventa uno psicodramma in cui le persone hanno il potere di
fare qualcosa. Ed è davvero interessante vedere come alcuni prendono
le distanze da questo potere, altri si adattano con docilità alla
situazione
e fanno tutto ciò che viene loro detto; altri ancora si ribellano e
puntano a dominare cercando di assumere il controllo e di avere
sempre più potere. In un certo senso rispecchia quello che accade
abitualmente in politica. Si tratta di un insieme di regole a cui
tutti i musicisti devono rispondere sotto il controllo di un master,
un po’ come avviene nei giochi di ruolo (a cui lo stesso titolo del
pezzo rimanda). Basilare è quindi il contributo, o meglio la
presenza di Zorn che dirige stando in mezzo ai musicisti, eliminando
la distanza e lavorando con loro, contrariamente alla prassi usuale
di direzione orchestrale prevista nella musica classica. D'altra
parte nei Game Pieces non è possibile lasciare i musicisti da soli,
è necessario avere una direzione che viene affidata al cosiddetto
"suggeritore". È
a
lui che si rivolgono i musicisti durante la performance chiedendo la
"parola" (per alzata di mano). Il musicista scelto dal
suggeritore stabilisce un' entrata, corrispondente a una carta che
indica una parte del corpo (occhi, naso, bocca, palmo, ecc). il
suggeritore mostra la carta agli altri. Tutti eseguono, in base alle
regole della carta mostrata. Si va avanti così fino a quando il
suggeritore non dice: ok, per oggi basta.
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