lunedì 31 gennaio 2011
EXITIME 07 - Voci del Contemporaneo di Carlo Siega
pomeridiano - e di sabato, per di più- non risulta essere proprio una cattiva idea, soprattutto se la risultanza è un tutto esaurito.
Ideata e prodotta da Paolo Aralla e Francesco La Licata per l’ Ensemble FontanaMix di Bologna, la stagione EXITIME muove dalla volontà di creare nella sede del “Museo internazionale della
Musica” di Bologna un ambiente di incontri, concerti e seminari dedicati alla musica contemporanea, in cui sia i compositori ospiti, sia i musicisti, ma anche e soprattutto il pubblico
abbiano modo di interagire fra loro.
Questa settima edizione si presenta come un’ altra grande occasione per poter esplorare le “Voci del Contemporaneo”, dove l’ Ensemble FontanaMIX, ricombinandosi in cangianti formazioni,
condurrà il pubblico lungo un itinerario di cinque concerti tra i mesi di gennaio e aprile.
L’ inaugurazione quest’anno é stata affidata al trio composto dalla pianista Irene Pucci, al chitarrista Walter Zanetti e al contrabbassista Emiliano Amadori.
E’ proprio quest’ ultimo a muovere il primo passo, proponendo “Esplorazione del bianco I” per
contrabbasso solo di Sciarrino. Seguendo alcune tracce del compositore (riportate nell’ utilissimo
libretto di sala), Amadori si destreggia egregiamente in un luogo che rassomiglia ad un grande
deserto musicale, fatto di silenzi, increspature improvvise e sibili che sembrano cercare quei segreti che il bianco “allo sguardo comune non disvela” (Sciarrino).
“Io amo il suono sporco, distorto, violento, visionario che le musiche pop hanno saputo a volte
esprimere e che cerco di integrare dentro la mia scrittura”: questa breve dichiarazione di intenti
esprime in toto l’indole di “Trash TV Trance” del compianto Fausto Romitelli. In poco più di dieci minuti i formalismi in cui quasi tutti noi siamo ingabbiati vengono frantumati da un Mix demolitore fatto di loop, interferenze elettromagnetiche e distorsioni “grunge” cariche di inaudita ferocia.
Accordi come ruggiti creano barriere sonore che vanno ad intaccare sezioni ritmiche “loopate” dal colore decisamente più mite, come a trattarsi di un virus. A Walter Zanetti viene imposto dunque un lavoro estremamente intenso, ma a cui adempie coscientemente, trovando timbri e colori davvero personali.
Benché strutturato in un continuum, “Mantram” per contrabbasso solo e il primo movimento della “Suite n.11” per pianoforte del compositore Giacinto Scelsi chiudono idealmente la prima parte del concerto. Mentre la prima composizione si ispira ad un canto anonimo in cui riecheggiano nostalgici suoni di un Oriente ormai lontano, la seconda centra appieno un ideale di sfericità del suono tanto caro al compositore. Il suono estratto dalla fisicità apparentemente flebile di Irene Pucci si fa grosso, intenso... grandissimo. Infatti qui, una stessa nota, ribattendo a lungo, si amplia a tal punto da creare poco a poco una vera struttura armonica, dove - con le parole del compositore- “solo lì dentro c’è tutto”.
Per tentare di comprendere le “voci nuove” siamo chiamati necessariamente ad indagare il rapporto fra i grandi compositori del passato e le nuove espressioni della composizione contemporanea. E’ per questo che il compositore Maurizio Pisati si è offerto come architetto ed ingegnere per la costruzione di un ponte ideale tra l’estetica compositiva sua e del suo tempo con quella di Domenico Scarlatti. Le sonate K 27, K 466 e K 14 sono state presentate come termine di paragone per questo esperimento simbiotico: eseguite prima nella loro veste originale, sono poi state ripresentate tradotte per chitarra dal compositore milanese, eseguite dalle sei corde di Walter Zanetti. Qui “traduzione” non sta per trascrizione, ma incarna un lavoro di ri-elaborazione tematica, come se il pezzo non fosse stato scritto per pianoforte. Risulta quindi emblematica, in questo senso, l’ aggiunta di un Largo e di una Cadenza nel lavoro di traduzione della sonata K141 in re minore.
La stesse idee di manipolazione e ri-composizione presentano un assorbimento quasi totale del
linguaggio musicale scarlattiano, non potendo che sfociare in un lavoro di “parafrasi”: ecco, in
prima assoluta, la “Parafrasi Scarlatta” per chitarra e contrabbasso amplificati. E non poteva
chiudersi in altro modo questo intenso incontro con il FontanaMIX Ensemble se non con la
particolare consapevolezza di essere “heideggerianamente” eredi di una cultura che ancora oggi
mostra vivi segni di continuità.
Per altre voci, il prossimo appuntamento sarà sabato 5 febbraio.
Carlo Siega 20-01-2011
domenica 30 gennaio 2011
Di che musica sei? Programmazione musicale dal 31 gennaio al 5 febbraio
Questa settiman doppio appuntamento "chitarristico"
31 gennaio ore 21 intervista a Andrea Aguzzi per il suo libro "121 Cd per la Chitarra Contemporana"!
Su Radio Voce della Speranza
sabato 29 gennaio 2011
GIORNATA DELLA MEMORIA - CANTI EBRAICI E YIDDISH
Palazzo Libera - VILLA LAGARINA
con il Coro Femminile dei Quattro Vicariati
diretto da Quinto Canali
Chitarra: Mauro Tonolli
Violino: Vittorio Passerini
Letture relative alla Shoah e ai diritti umani
Narratore: Vinicio Cescatti
venerdì 28 gennaio 2011
Intervista a Angelo Mirante, quarta parte
Ecco la domanda più difficile! Sicuramente Bach, Maderna, Petrassi e penso al concerto per
orchestra, Bettinelli e scusate sono di parte, i Brani di Eugenio Becherucci, penso sopratutto
a “Noches!”
Quali sono invece i suoi cinque spartiti indispensabili?
Di Bach Il Preludio, Fuga e Allegro BWV 998 (non è per niente, li sto ancora studiando e spero
almeno che su un isola deserta di avere abbastanza tempo per impararli bene), La Serenata per un satellite di Bruno Maderna, le Fantasie Catalane per chitarra e violino di Eugenio Becherucci, RARA di Sylvano Bussotti e Light Frameworks di Nicola Jappelli.
Il Blog viene letto anche da giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli si sente di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?
Di non porre limiti al loro sapere e di avvicinarsi a ciò con assoluta umiltà.
Con chi le piacerebbe suonare e chi le piacerebbe suonare? Quali sono i suoi prossimi progetti? Su cosa sta lavorando?
Penso a Juan Falù (persona squisitissima). A Brouwer. A Jappelli, a Tallini, con il mio Maestro… Mi va di immaginare (tanto non costa niente) di suonare con Villa Lobos, Maderna ecc ecc. Mi piacerebbe suonare “Suoni notturni” e “Nunc” di Goffredo Petrassi, l'”Improvvisazione” per chitarra sola di Bettinelli e penso agl'ultimissimi brani di Jappelli. Ora lavoro sopratutto sul programma del Diploma di chitarra che ho quest'anno, incrocio le dita!
Ultima domanda, proviamo a voltare verso la musica le tre domande di J.P.Sartre
verso la letteratura: Perché si fa musica? E ancora: qual è il posto di chi fa musica
nella società contemporanea? In quale misura la musica può contribuire all’evoluzione di questa società?
Si fa Musica per capire la vera essenza della Vita, per apprezzarla meglio in tutte le sue sfaccettature e per evadere da essa. In che posto non lo so e per ora non mi pongo il problema, mi piacerebbe però prima o poi crearmi uno spazio all’interno di questo mondo.
La musica può contribuire all'evoluzione della società a livello determinate e importante: mi va di pensare ai ragazzi dell'orchestra del Venezuela!
Grazie Angelo!
giovedì 27 gennaio 2011
dotGuitar, il nuovo WeBlogMagazine italiano dedicato al mondo della chitarra (gennaio 2011)
Incontri G.Cresta: Arturo Tallini e Magnus Andersson (intervista, disco, youtube) http://www.dotguitar.it/
NEW Novità editoriali scelte P.Troncone: G.Kurtz, Suite per chitarra sola http://www.dotguitar.it/zine/novedit/kurtz1.html
NEW Trascrizioni A.Altieri: O' sole mio http://www.dotguitar.it/zine/trasc/trascrizioni.html
Didattica di base G.Signorile: Sor Studi op 31 n.2 e 23 http://www.dotguitar.it/zine/dida_base/sor31_2_23.html
Analisi di base M.Rivelli: Sor Studio op 31 n.16 http://www.dotguitar.it/zine/analisi_base/sor_31_16_1.html
Analisi di repertorio P.Viti: J.Rodrigo - Concierto de Aranjuez (2a parte) http://www.dotguitar.it/zine/analisi_rep/rodrigo4.html
Approfondimenti G.Giglio: Per una "Teoria strumentale" - Il contributo di Abel Carlevaro (2a parte) http://www.dotguitar.it/zine/approfondimenti/carlevaro4.html
Approfondimenti P.Bonaguri: Intervista a Gilberto Cappelli http://www.dotguitar.it/zine/approfondimenti/cappelli1.html
Approfondimenti M.Bazzotti: Storia della chitarra in Russia (5a parte) http://www.dotguitar.it/zine/approfondimenti/storiarussia6.html
Liuteria R.Del Prete: Intervista a G.Giussani (2a parte) http://www.dotguitar.it/zine/liuteria/giussani_2.html
Chitarra dell'800 R.Calandruccio: F.Carulli: Gli amori di Adone e Venere - Sonata Sentimentale per Chitarra o Lira op. 42 (4a parte) http://www.dotguitar.it/zine/chit800/carullicalan16.html
Analisi di base M.Corcella: M.Castelnuovo Tedesco - Caprichos de Goya op.195 (Capr.n.7) http://www.dotguitar.it/zine/analisi_base/castcorc12.html
Attualità A.Ruggiero: Concorso "M.Pittaluga" - Alessandria http://www.dotguitar.it/zine/attual/alessandria1.html
Attualità G.Signorile: Angelo Gilardino Concerto di Sancto Lucio de Coumboscuro - Prima esecuzione http://www.dotguitar.it/zine/attual/gila1.html
Musiche D.Ascione: Un peu de bossa http://www.dotguitar.it/zine/musiche/ascione.html
Intervista a Angelo Mirante, terza parte
Gli do ragione!
Lei ha realizzato per AlchEmistica un suo Guitar Improvvisation Project, ci vuole parlare di questa esperienza e di come si è trovato con questa nuova realtà discografica?
Esperienza bellissima in toto: per le foto che sono servite per il video di presentazione, per la registrazione dei brani e per i brani stessi. Spero nella crescita di Alchemistica come punto di riferimento della nostra speciale scena musicale e gli auguro di avere sempre maggior diffusione.
Qual è il ruolo dell’Errore nella sua visione musicale? Dove per errore intendo un
procedimento erroneo, un’irregolarità nel normale funzionamento di un meccanismo, una discontinuità su una superficie altrimenti uniforme che può portare a nuovi sviluppi e inattese sorprese...
Qualcuno ha detto: “E' diabolicamente affascinate” e io mi sono ritrovato in questa frase. Si può pensare all’errore come il passeggiare e poi cosi all'improvviso, inciampare, cadere per mille motivazioni. Voglio pensarla cosi: quando tutto è bello, perfetto, “lindo e pinto” risulta poco realistico per il modo che ho di intendere la vita e la musica.
Come vede la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario? Tutta questa passiva tendenza ad essere aggiornati e di possedere tonnellate di mp3 che difficilmente potranno essere ascoltati con la dovuta attenzione non comporta il rischio di trascurare la reale assimilazione di idee e di processi creativi?
Non possiamo cambiare il processo e la velocità degli eventi e come dicevo nella domanda precedente, sta soltanto nella nostra intelligenza ma sopratutto nelle nostre responsabilità, essere bravi a capire cosa è buono o meno per noi.
mercoledì 26 gennaio 2011
CHIODI, musica di Maurizio Pisati
di Caryl Churchill
regia di
Annig Raimondi
con
Maria Eugenia d'Aquino, Riccardo Magherini,
Annig Raimondi
scene e disegno luci Fulvio Michelazzi
costumi Nir Nagziel
dal 26 gennaio al 13 febbraio 2011
Teatro Oscar-PACTA.deiTeatri
Via Lattanzio 58
Milano
produzione PACTA.deiTeatri
ScenAperta AltomilaneseTeatri
DonneTeatroDiritti
Intervista a Angelo Mirante, seconda parte
Spero assolutamente che non ci sia mai una globalizzazione musicale, nel senso negativo del
termine. Auspico invece che si possa lavorare sul suo lato positivo perché, se gestita bene, questa situazione, può creare degli scenari e delle situazioni interessanti nella loro complessità. Ciò naturalmente sta nel nostro buon senso, perché noi musicisti siamo artefici e carnefici della nostra Vita Musicale e non.
Luciano Berio ha scritto “la conservazione del passato ha un senso anche negativo, quanto diventa un modo di dimenticare la musica. L’ascoltatore ne ricava un’illusione di continuità che gli permette di selezionare quanto pare confermare quella stessa continuità e di censurare tutto quanto pare disturbarla”, che ruolo possono assumere la musica e i compositori contemporanei in questo contesto?
Spesso ho preferito, anche se con difficoltà, non accostare, meglio mischiare, le due cose. C'è
bisogno di essere preparati prima nella mente e nello spirito nel genere contemporaneo, queste sono le prime sensazioni che ho avuto io, e bisogna far fluire nell'esecutore e nell'ascoltatore sensazioni che siano buone o/e cattive, ma l'importante è far fluire qualcosa per me. Una frase che ricordo con affetto di Berio è che siamo macchine stupefacenti, programmati come computer.
All’affermazione di Berio Luigi Nono sembra aver risposto scrivendo: “Altri pensieri, altri rumori, altre sonorità, altre idee. Quando si ascolta, si cerca spesso di ritrovare se stesso negli altri. Ritrovare i propri meccanismi, sistema, razionalismo, nell’altro. E questo è una violenza del tutto conservatrice.” … ora .. la sperimentazione libera dal peso di dover ricordare?
Assolutamente No altrimenti si bara e se si bara, non è esecuzione libera.
Quale significato ha l’improvvisazione nella sua ricerca musicale? Si può tornare a parlare di improvvisazione in un repertorio così codificato come quello classico o bisogna per forza uscirne e rivolgersi ad altri repertori, jazz, contemporanea, etc?
Importantissimo quasi vitale dal punto di vista musicale. Perché è la vera essenza di una persona. Stemperare al momento ciò che provi: APOTEOSI!
Dario Fo per il teatro dice "Bisogna imparare ad andare a soggetto, distrarre la logica dal suo
andamento normale, un modo insostituibile per far emergere ciò che di ingiusto, di sbagliato c'è al mondo. I politici, per esempio, non sanno andare a soggetto"
Comunque non bisogna rifarsi a dei generi o correnti perché hanno Storia e cultura diverse, sono concepite come improvvisazioni per altre motivazioni, altre intenzioni, certamente con lo stesso fine.
martedì 25 gennaio 2011
Intervista a Angelo Mirante su Frammenti di Radio Kairos Venerdì 28 gennaio ore 13
In fm a Bologna sui 105.85 fm e in streaming web dal sito http://www.radiokairos.it/
Tutti i venerdì alle 13:00 e in replica il martedì alle 19:00
Trenta minuti di musica da tempi e luoghi diversi
Racconti vicini e lontani che parlano di chitarre
Novità discografiche, concerti, interviste, notizie
http://radioframmenti.blogspot.com/
Intervista a Angelo Mirante, prima parte
La mia passione per la chitarra è nata, ascoltando grazie ad amici, grandi concertisti e interpreti, come Segovia, Paco de Lucia, Williams, Bream tramite cd o musicassette e con loro ho iniziato a conoscere parte del Mondo meraviglioso della chitarra classica.
Come è nato il suo interesse verso il repertorio contemporaneo e quali sono le correnti stilistiche nella quale lei si riconosce maggiormente?
In questa risposta non posso non citare il mio Maestro Eugenio Becherucci che è stato ed è un vero e proprio Guru per me. Ricordo il primo giorno di conservatorio: entrando in classe per far lezione per la prima volta con Il Maestro Becherucci, lo trovai a suonare Helmut Lachenmann "Salut für Caudwell”. Con questo penso di aver detto tutto! Ancora oggi affermo con orgoglio che il “Prof” m'ha cresciuto a Pane e Lachenmann. E' indubbio che la mia corrente stilistica preferita sia quella contemporanea, non dico che sia stato un rapporto facile da subito con essa, ma ben presto ci siamo piaciuti!!!
Lei ha studiato con il Maestro Eugenio Becherucci, come si è travato con la sua didattica musicale?
Come avete avuto modo di capire nella risposta precedente, con “Il Prof” mi sono trovato molto bene, e mi trovo tutt'ora molto bene (sono ancora sotto la sua buona ala). Ho spesso pensato di essere stato molto fortunato ad avere un insegnante come lui: pacato ed esauruiente nel modo di spiegare, pieno di passione per lo strumento, con una cultura grandissima per la musica in generale.
Una qualità che mai negherò al Professore è che sicuramente m'ha insegnato che la musica è
esprimersi, è emozionarsi, far vibrare i propri polsi per poi trattenere quasi a stento le lacrime per la sua bellezza e il suo fascino…insomma per me è un vero e proprio Maestro di Vita, e auguro a chiunque di conoscerlo.
Sembra essersi creata una piccola scena musicale di chitarristi classici dediti a un repertorio innovativo e contemporaneo, oltre a lei mi vengono in mente i nomi di Elena Càsoli, Arturo Talini, Maurizio Grandinetti, Marco Cappelli e David Tanenbaum, David Starobin, Marc Ribot con gli studi di John Zorn … si può parlare di una scena musicale? Ci sono altri chitarristi che lei conosce e che ci può consigliare che si muovono su questi percorsi musicali?
Con assoluta umiltà l'accostamento a questi Grandi Musicisti per me è troppo. Non ho ancora
molta esperienza in questo settore e in generale, quindi lascio la scoperta di nuovi talenti ai Maestri su citati e al “Prof” appunto. Mi dispiace non posso aiutarvi! Sicuramente nell'insegnare, ai miei discepoli parlerò di questa pratica, di questo modo di suonare la chitarra Liberamente.
lunedì 24 gennaio 2011
Angelo Mirante: Biografia
di Composizione e analisi con il M° Pompeo Vernile. Ha collaborato con il Coro dell’Università degli studi di Cassino e partecipato a manifestazioni con il patrocinio dell’Università stessa.
Fa parte dell'Orchestra di Chitarre del conservatorio Licinio Refice di Frosinone. Organizza il Festival Internazionale di Chitarra di Castrocielo. Dirige l'orchestra di Chitarre di Castrocielo. Ha partecipato come concertista in manifestazioni musicali patrocinate dalla Pro Loco di Castrocielo, dal Comune di Castrocielo, dalla Provincia di Frosinone e dalla Regione Lazio e anche nel Festival di Chitarra di Bologna.
Durante i suoi anni di studio ha sviluppato un interesse particolare del repertorio contemporaneo, aderisce al progetto al Guitar Improvisation Project promosso dalla net Label AlchEmistica.
domenica 23 gennaio 2011
Di che musica sei? Programazione musicale dal 24 al 29 gennaio
Tibi: nuovo cd/dvd per Paolo Angeli
Paolo Angeli - Ritagli di Tempo
sabato 22 gennaio 2011
IKONA GALLERY: LUIGI VIOLA KADDISH Mercoledì 26 gennaio
In Kaddish Luigi Viola tocca le corde più sensibili della propria poetica, segnando una tappa emblematica del proprio viaggio nella memoria. I lavori qui raccolti sono stati realizzati in
Polonia nel 2010 e sono il frutto, come sottolinea l’artista stesso, di una riflessione radicale sul tema del dolore, dell’itinerario dell’uomo non soltanto nella sofferenza più cieca ma nel completo annientamento e privazione della propria umanità, un viaggio inconfrontabile “ai confini dello spirito” ( secondo l’espressione di Jean Améry ) che, allo stesso tempo, ci permette di accedere alla vastità del sacro, inteso anzitutto come inesausta interrogazione sul senso.”
Giorgio Tortora: "Races, Sliwowitz & anomalous Smiles" for 4 guitars
venerdì 21 gennaio 2011
Recensione di Sharp? Monk? Sharp! Monk! di Elliott Sharp (2006, Clean Feed Records)
Questo è il terzo cd registrato da un chitarrista e dedicato alla musiche del grande Thelonius Monk che ascolto e recensisco negli ultimi due anni .. ma cosa ha la musica di questo pianista, di questo nume tutelare del jazz per affascinare così i chitarristi e invitarli a misurarsi sulle strane alchimie dei suoi standards?
Questa volta è il turno di Elliott Sharp, curioso guitar geek dalla testa aerodinamica e dal talento inconfondibile. Vero veterano “laurea honoris causa” della scena downtown anni ottanta, Sharp ha saputo intelligentemente e creativamente distribuire il proprio talento tra composizioni di musica contemporanea per quartetti d’archi, quintetti blues hard-core, elettronica, musica orchestrale, colonne sonore, jazz d’avanguardia e utopie chitarristiche, il tutto senza mai un passo falso e guadagnandosi una reputazione perfetta e intaccabile e una discografia a dir poco chilometrica.
Ecco perché questo disco con cinque brani di Monk completamente rivisitati per solo chitarra acustica mi attira così tanto: speravo in una nuova visione, in una nuova originale prospettiva musicale. E non ne sono rimasto deluso. Se dovessi fare una paragone architettonico questo disco sta al modo “classico” di intepretare Monk come il Museo Guggenheim di Bilbao di Frank Gehry sta a quello di New York progettato da Frank Lloyd Wright: un colpo di vento, nuove possibilità, nuove idee. Già suona come una dichiarazione di intenti il fatto che diversamente da altre cose di Sharp qui non troviamo effetti di computer, noise o i feedback lancinanti a cui noi suoi devoti siamo da tempo abituati, ma il “semplice” suono di una chitarra acustica.
Mentre la musica di Monk sarà sempre il “Monk” universale, qui Sharp la reinterpreta con le sue dita immerse nel mondo folk, quasi apalachiano, del fingerpicking. Sicuramente le sue immersioni nel blues con la band Terraplane hanno lasciato il segno dato che Bensha Swing sembra suonata da Woody Guthrie e Epistrophy balla sul manico della sua chitarra a una velocità che la rende improvvisamente irriconoscibile. Certo i puristi del jazz come Wynton Marsalis ci troveranno molto da dire, ma questo non è Monk in naftalina ma è Sharp che suona il “suo” Monk! In che altro modo potreste sentire Monk suonato con una tagliente chitarra slide? E che dire di ‘Round Midnight? Tutta la storia del jazz è pronta a giudicare un musicista per come suona questo standard. Sharp riesce a fornirne una lettura allo stesso semplice ma completamente estraniante, una revisione completa uscendo completamente da qualsiasi canone e lasciando a bocca aperta l’ascoltatore.
Ho deciso di amare moltissimo questo disco, che tra l’altro viene proposto in un confezione cartonata bellissima, un richiamo irresistibile per un feticista del disco come in sottoscritto. Lunga vita Mr. Sharp!
giovedì 20 gennaio 2011
Giornata della Chitarra Classica 29 gennaio 2010
Giorgio D'Ambrosio
Iniziativa: "GIORNATA DELLA CHITARRA CLASSICA"
1) Dare alla possibilità al chitarrista classico che ne sente la necessità di esibirsi davanti ad un pubblico.
2) Far conoscere la chitarra classica in larga scala.
L'EVENTO
Consiste in una giornata al mese dedicata alla chitarra classica.
Qualunque chitarrista classico può presentare un programma da concerto della durata massima di 30 min. Il pubblico sarà formato dagli altri musicisti e da chi semplicemente vuole partecipare come spettatore.
La durata massima dell'evento è di 3 ore. E' gradita la partecipazione per tutta la durata.
Nel caso la il totale delle esibizioni sforasse dalle 3 ore, gli organizzatori si preoccuperanno di ridurre le singole durate delle esibizioni con l'accordo dei musicisti.
Gli organizzatori si occupano di creare un programma della giornata e di tenerlo aggiornato nella pagina di Facebook relativa all'evento di quel mese. Prima del concerto il programma viene "bloccato" e si esegue così come scritto. Solo gli organizzatori possono modificare il programma.
Il programma del concerto è libero (dalla musica antica alla contemporanea, riarrangiamenti propri o proprie composizioni) e può includere anche formazioni da camera.
Non saranno tenute lezioni di nessun genere e sarà proibito pubblicizzare attività al di fuori dell'attività stessa o fare annunci al pubblico di tali attività.
la sede e le date sono in fase di definizione.
PARTECIPAZIONE
La partecipazione dei musicisti e degli uditori (chiunque fosse interessato è ben accetto) è gratuita, ma, è richiesta da parte di tutti la collaborazione nel pubblicizzare l'evento e nell'invitare altre persone di modo che i musicisti abbiano la possibilità di suonare davanti ad un pubblico gremito.
Può partecipare all'evento in qualità di spettatore chiunque sia interessato ad ascoltare della buona musica.
Chi fosse interessato a partecipare contatti pure gli organizzatori.
mercoledì 19 gennaio 2011
“White Sounds”, Lanterna Rossa
giovedì 20 gennaio 2011_ 21.00
Conservatorio della Svizzera italiana
entrata libera
Dopo il successo del precedente evento firmato Lanterna Rossa, dove il pubblico ha avuto modo di partecipare ad una vera e propria art experience, tornano in scena musica, video e teatro sapientemente intrecciati dal visionario regista Fabrizio Rosso e la sua equipe di lavoro del Conservatorio della Svizzera italiana in collaborazione con il visual designer Roberto Mucchiut.
Con “White Sounds”, Lanterna Rossa lascia l’inferno di “Diavoli&Demoni” e si avventura in un’esplorazione del bianco e dei suoi significati.
L’evento è scandito dal ritmo del giorno e della notte.
La fase notturna, di un bianco lunare, arriva con l’Inverno di Vivaldi, un vero e proprio paesaggio sonoro sospeso, una dimensione senza gravità. Ascolteremo L’esplorazione del bianco di Salvatore Sciarrino, mentre alcuni frammenti del film Sogni di Akira Kurosawa ci faranno incontrare Yuki-onna, la donna delle nevi.
Sarà poi il giorno, dal bianco solare e accecante. Con esso l’opportunità di riflettere sui suoni bianchi ossia l’azzeramento di tutte le frequenze che danno come risultato il rumore bianco.
Si tratta dello stesso fenomeno che possiamo osservare nei colori, che mescolati insieme producono il colore bianco.
Ascolteremo quindi Third born unicorn di Giovanni Verrando, brano dalla candida violenza e vedremo scene tratte dal film Angelic Conversation di Derek Jarman dove il bianco si eleva alla purezza.
Alva Noto, le cui creazioni musicali sono costruite a partire dal rumore bianco, farà da cornice a tutto lo spettacolo. Anche il pubblico sarà parte dell’opera per eliminare i limiti di un contesto ormai desueto, il palcoscenico e la platea.
Verranno forniti camici bianchi da indossare prima di prendere posto e con dei metronomi gli spettatori realizzeranno la messa in scena del pezzo di György Ligeti, Sinfonia per 100 metronomi.
Immancabile, al termine del visual concert, la proposta di un piatto declinato secondo il tema del bianco. Lanterna Rossa è un progetto di Spazio21 del Conservatorio della Svizzera italiana. Spazio21 è nato per coordinare e stimolare le
attività interdisciplinari e quelle legate in particolar modo alla creazione contemporanea.
Interpreti
Maristella Patuzzi, violino
Barbara Zanichelli, soprano
Gruppo Barocco
Alberto Franchin, violino primo
Tiziano Baviera, violino secondo
Juan Sciuchez Mouhel, viola
Kerem Brera, violoncello
Beniamino Calciati, clavicembalo
Gruppo Sciarrino
Désirée Albicker, violino
Gabriele Gardini, flauto
Matteo Marca, sax baritono
Silvia Cignoli, chitarra
Attori e performer
Pietro Luca Congedo, Norris
Laura Chareun, Siria Medici, Figuranti Bianche
Roberto Mucchiut, video e light design
Fabrizio Rosso, regia
Giovedì 20 gennaio _21.00
Conservatorio della Svizzera italiana
Lugano
Entrata libera
martedì 18 gennaio 2011
Attività e Masterclass Conservatorio di Udine 2011
Recensione di “Sambossa” (E. Geszti, D. Lazzari) di Leonardo De Marchi
lunedì 17 gennaio 2011
Recensione di Bruno Bettinelli Complete Works for Guitar di Davide Ficco (2011 Naxos 9.70026)
Davide Ficco ritorna con una nuova prova discografica con questo cd fresco di stampa per la prestigiosa casa discografica Naxos, etichetta che negli ultimi anni sembra essersi riservata il ruolo di presentare e imporre al pubblico una serie di opere e di compositori per chitarra contemporanei di alto livello e profilo.
Dopo la monografia su Carlo Mosso uscita nel 2003 per
L'opera di Bruno Bettinelli discende direttamente dalla ricerca di uno spazio strumentale “puro”, non melodrammatico né eccessivamente melodico, perseguita in Italia dalla precedente eccezionale generazione di compositori che comprendeva Casella, Malipiero, Ghedini e Petrassi, generando una scrittura rigorosa e stringata, asciutta, ritmicamente (precisa e) ben definita, ma allo stesso tempo ariosa e cromaticamente intensa, che i chiaroscuri della chitarra sa interpretare con proprietà ed eleganza
Un’opera monografica rigorosa che conta ben 30 tracce, per una durata complessiva di quasi 74 minuti. (praticamente) In questo cd c’è un intero universo musicale, l’intera ricerca personale, durata una vita, di uno stile unico, al di fuori di qualunque rigida scuola o moda musicale; una via, che sa di una Milano che parla ancora delle nebbie dei Navigli, che mostra una gentile tenacia, una educata laboriosità, una tranquilla modestia.
Davide Ficco ha saputo avvicinarsi con rispetto e sincerità a questa forma mentis incidendo con la sua chitarra un lavoro splendido che spero, contando sulla distribuzione internazionale che
Per ulteriori informazioni: http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=9.70026
domenica 16 gennaio 2011
Di che musica sei? Programazione musicale dal 18 al 22 gennaio
sabato 15 gennaio 2011
venerdì 14 gennaio 2011
Intervista a Daniele Lazzari di Leonardo De Marchi, quarta parte
giovedì 13 gennaio 2011
Intervista a Daniele Lazzari di Leonardo De Marchi, terza parte
mercoledì 12 gennaio 2011
Intervista a Daniele Lazzari di Leonardo De Marchi, seconda parte
martedì 11 gennaio 2011
Di che musica sei? Programazione musicale dal 10 al 15 gennaio
Maurizio Pisati 15 gennaio 2011Bologna, Museo della Musica - Sala Eventi, Strada Maggiore 34 h.17.00
15 gennaio 2011Bologna, Museo della Musica - Sala Eventi, Strada Maggiore 34 h.17.00
Maurizio Pisati
PARAFRASI SCARLATTA
per Chitarra e Contrabbasso
• K141-Allegro. Dapprima originale, poi traduzione e ora parafrasi. Lo stesso pezzo ma non la stessa musica: una sintassi differente e “scarlatta” come una rosa, un "verbo" da arrossire, o una malattia infantile, che prenderemo tra il finire dell’inverno e l’inizio della primavera.
• Prima esecuzione
Walter Zanetti, Chitarra ed Emiliano Amadori,Contrabbasso
• Voci del contemporaneo a cura di Exitime e Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
FontanaMix/Solisti
Walter Zanetti; Chitarra, Emiliano Amadori, Contrabbasso; Irene Puccia, Pianoforte
Intervista a Daniele Lazzari di Leonardo De Marchi, prima parte
Leonardo De Marchi: Com'è nato il tuo amore per la musica e per la chitarra?
Daniele Lazzari: Il desiderio di suonare uno strumento musicale è nato ascoltando mia sorella suonare il pianoforte (lei già prendeva lezioni da qualche anno). Inoltre, ascoltavo gli LP di musica sinfonica che erano in casa. Con i miei risparmi comprai una chitarra classica “Clarissa”. Probabilmente della chitarra mi affascinava il suono e la possibilità di portarla agevolmente ovunque, a differenza del pianoforte che ugualmente mi attirava. Non conoscevo bene la chitarra come strumento classico e quando nella scuola di musica il mio insegnante me ne fece conoscere le potenzialità me ne innamorai definitivamente.
LDM: Con chi hai portato avanti il tuo percorso? Quali esperienze didattiche (e non solo) ti hanno segnato di più? Come mai le ritieni importanti?
DL: Durante gli anni ho incontrato tanti bravi insegnanti, fra cui alcuni pianisti che frequentavo e che mi permettevano di assistere alle loro lezioni. Con alcuni si è instaurato un rapporto di amicizia durevole. Per quanto riguarda la chitarra devo molto ad Arturo Tallini e Giuseppe Pepicelli sotto la cui guida ho preparato rispettivamente il Diploma ed il Master ad indirizzo interpretativo. Naturalmente ho seguito come allievo effettivo molte master-class di chitarra ma anche di altri strumenti da uditore. Fra i chitarristi, l'incontro con Carlo Marchione si è rivelato illuminante: uno stimolo importante per tutto il lavoro che ho fatto da quel momento in poi. Ho studiato per tanti anni il Metodo Feldenkrais con Pepicelli approfittando di questa sua dualità di Maestro di Chitarra e Feldenkrais che egli mirabilmente coniuga. Per qualche anno sono stato studente di Canto al seguito di vari maestri, fra cui ricordo con molto affetto Pino Coluzzi di cui apprezzo l'instancabile entusiasmo e la profonda conoscenza della tecnica di emissione. Mi sembra quasi impossibile enumerare tutte le esperienze che in qualche modo ritengo formative per me stesso nell'arco di più di vent'anni, ma sono certo del fatto che quello che è presente nella musica che suono, raramente è giunto alla mia attenzione attraverso il convenzionale percorso di studio. La mia formazione musicale è stata tortuosa fino a quando non ho deciso, con grandi sacrifici, di andare a cercare ciò di cui avevo bisogno. Una delle più importanti esperienze è stata forse l'incontro con Júlia Alexa, una pianista ungherese di enorme talento che quotidianamente da qualche anno mi comunica il suo sapere e mi aiuta a crescere. Doppia fortuna, visto che è diventata anche mia moglie!
LDM: Quando si parla con un artista si è sempre curiosi di conoscere il suo immaginario e, più in generale, quali esperienze intellettuali lo hanno costruito e lo alimentano. Di conseguenza voglio porti due domande. La prima: quali generi musicali ascolti? Suoni o ti interessano altri strumenti musicali?
DL: Naturalmente mi capita di ascoltare altri generi musicali ma principalmente preferisco ascoltare la musica classica, possibilmente suonata dal vivo. La città in cui vivo, Budapest, è molto attiva da questo punto di vista e spesso vado ai concerti. L'opportunità di ascoltare i migliori interpreti del mondo, solisti o orchestre che siano, è per me la maggior fonte di ispirazione, forse l'esperienza intellettuale principe.
Come ho accennato prima, ho studiato canto per qualche anno. Ho voce di tenore e da qualche anno faccio parte del Coro della “Filarmonica Santo Stefano Re d'Ungheria – Zuglói Filharmónia” di Budapest che svolge intensa attività concertistica che mi ha permesso di partecipare a numerosi eventi di portata internazionale sotto la direzione di personalità come Zoltán Kocsis, Ken-Ichiro Kobayashi, Yuri Simonov, Gergely Menesi solo per citarne alcuni. E' meraviglioso prendere parte all'esecuzione dei pezzi con coro più significativi di Bach, Haendel, Purcell, Mozart, Haydn, Beethoven, Honegger, Orff, Bernstein, Frigyes, Borodin, Kodály etc. che normalmente un chitarrista non ha modo di vivere dall'interno di un'esecuzione.
LDM: La seconda: hai vissuto e/o vivi altre esperienze intellettuali oltre alla musica? Come le vivi? In che modo secondo te possono conciliarsi (sempre se possono farlo) con la tua ricerca artistica?
DL: Sono stato studente di Chimica all'Università a un passo dalla laurea: all'ultimo anno ho abbandonato per dedicarmi definitivamente soltanto alla musica. Amo molto leggere e sono un appassionato di cinema. Anni fa amavo disegnare e dipingere: è un'attività che desidero riprendere. Ritengo che ogni attività intellettuale in generale faccia parte della ricerca artistica ed accresca in qualche modo l'immaginazione. Ma, per quanto mi riguarda, hanno un ruolo fondamentale anche le esperienze affettive, l'amicizia, la curiosità verso il prossimo.
continua domani