mercoledì 23 dicembre 2009

Recensione di An Angel Moves Too Fast to See di Rhys Chatham, Table of the Elements

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Un’opera per 100 chitarre elettriche. Mica male vero? Provate ad immaginare il suon, bello, massiccio, “massive” e allo stesso tempo allegro, giocoso, immediato. L’idea di fondo di Rhys Chatham per queste musiche composte nel 1989 era quella di coinvolgere dei chitarristi offrendo loro l’opportunità di suonare con un’orchestra, la maggior parte di chi suona l’elettrica spesso e volentieri non ha lo stesso approccio orchestrale che possono avere dei musicisti classici, da qui l’idea intelligente di sfruttare questa “carenza estetica” cogliendo l’opportunità di esplorare nuovi stili.Una curiosità: le partiture di quest’opera sono convenzionali e prevedono la medesima intonazione per tutti gli strumenti coinvolti, l’uso di questa specifica accordatura modale per la chitarra non è tanto dovuta alla volontà di stravolgere il sistema stesso d’intonazione dello strumento, quanto per eludere l’esperienza personale dei musicisti facendo così in modo che, ciascuno di essi, possa partire dal medesimo punto di partenza tecnico, una volta imparata la diteggiatura necessaria per poter eseguire il pezzo."An Angel Moves Too Fast To See" consta di sei movimenti e ciascuno di essi prevede stili esecutivi profondamente diversi tra loro. L’impressione è quella di un’opera monolitica dal punto di vista sonoro, con le chitarre che si rincorrono e che si urtano tra loro e un muro sonoro impressionante, con in più i chitarristi che se la godono un mondo!
Come dice lo stesso Chatham: “ i musicisti coinvolti possono accumulare nuove esperienze come suonare assieme a un’orchestra, confrontarsi con altri chitarristi e anche imparare varietà di tecniche chitarristiche che possono riutilizzare nei propri lavori. Durante le prove diventiamo come una sorta di piccola comunità e ogni volta che si prepara il lavoro assieme è come se si fosse creato un nuovo gruppo. Quando suonai a Lisbona, il chitarrista Rafael Toral incontrò nell’orchestra la sua futura moglie! Ora hanno un bellissimo bimbo e, in un certo senso, mi sento un po’ come il suo padrino…”


Empedocle70

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